di Giacomo Bertolini
Si sposta in Asia la 17esima puntata di Spazio all’altro Tennis, incentrata interamente sulla figura del giocatore di Colombo Harshana Godamanna, portabandiera del tennis in Sri Lanka.
La sua presentazione e l’inizio con il primo approccio al tennis: “Ciao a tutti, il mio nome è Harshana Godamanna, 29 anni. Sono nato e cresciuto a Colombo, in Sri Lanka, una bellissima isola dell’Oceano Indiano e sono il più piccolo di quattro fratelli (un fratello e due sorelle). La mia vita tennistica è partita quando avevo 4 anni ed era mia abitudine andare a palleggiare con i miei fratelli, anche se in realtà molto spesso mi trovavo a divertirmi da solo contro il muro di casa mia”.
Le prime lezioni, i primi risultati: “Qualche anno più tardi io e i miei fratelli abbiamo deciso di prendere lezioni tutti assieme, ma dopo poco loro hanno abbandonato e così ho continuato il cammino da solo. In questo primo periodo il mio unico coach è sempre stato Sylvester Francis, che mi ha seguito sin dall’età di 4 anni e con il quale, dopo le mie prime esperienze di tornei a 9 anni, ho realizzato che avrei dovuto proseguire su questa strada. Da quel momento in poi ho dominato tutti i gruppi d’età fino alle sezioni dei 17 anni, sono stato per 6 anni consecutivamentre numero 1 in Sri Lanka e vinto per 6 volte i campionati nazionali, tra cui anche i titoli in doppio e doppio misto”.
Il trasferimento in Thailandia e l’esordio nel circuito: “Dopo qualche anno ho finalmente iniziato a giocare a tennis da vero professionista. Il mio sogno è sempre stato quello di poter arrivare a un buon livello e così ho preso la decisione di seguire il mio nuovo allenatore Dominik Utzinger in Thailandia. E’ stata un’esperienza inizialmente difficile perché molto costosa e, dal momento che nessuno è intervenuto economicamente per aiutarmi, mio padre ha dovuto praticamente abbandonare il suo lavoro e finanziarmi di continuo per permettermi di continuare a realizzare il mio sogno. Sotto la guida di Utzinger però, dopo aver lavorato sodo, ho innalzato tantissimo il mio livello di gioco e sono passato da non aver nessun punto Atp a raccoglierne 16, siglando il mio best ranking al numero 811. Ho continuato a migliorarmi per passare a uno stile di gioco internazionale e competitivo e questo mi ha permesso di vincere un titolo Future in doppio e di mettere a referto diversi quarti e semi in singolo”.
L’aneddoto sfortunato di Godamanna e la sua decisione di lasciare il tennis: “Uno dei tornei che ricordo con maggior disappunto è stato un Futures in Indonesia che mi vedeva giocare benissimo contro il numero 1 del seeding e top 400 Sugita. Il punteggio era 63 3-1 in mio favore quando ho rotto le corde della mia racchetta e sono stato costretto a chiederne una in prestito a un mio amico. Se avessi vinto quel match avrei affrontato Bernard Tomic, ma la sfortuna si è opposta e ho finito per cedere in tre set. Dopo quell’episodio nel 2008 ho purtroppo realizzato di dover abbandonare il circuito per motivi economici: nessuno mi aiutava, non trovavo sponsor e mio padre non poteva più permettersi di sostenere da solo tutte le spese. Così ho deciso di trasferirmi a Boston dove ho comunque conseguito il diploma di laurea in management internazionale mentre lavoravo come coach assistente per il team del college”.
Capitolo Davis Cup e uno sguardo al futuro delo Sri Lanka: “Ho iniziato a rappresentare il mio paese in Coppa Davis nel 2002 e, salvo alcuni impegni accademici nel 2004, ho preso parte agli incontri praticamente in ogni edizione. Quando ho esordito lo Sri Lanka era 92esimo su 130 nel ranking ufficiale, mentre adesso, dopo 12 anni ha già scalato 30 posizioni, rendendomi orgoglioso di avere contribuito a questo bel salto in avanti. Primo del 2002 eravamo relegati nel Group 4 zona Asia/Oceania, mentre adesso siamo saliti sino al Group 2. Per me è stato davvero esaltante prendere parte alla promozione dal Group 3 al Group 2 anche perchè in quell’occasione ho contribuito al massimo vincendo tutti i miei match. Se devo essere sincero confesso che giocare per lo Sri Lanka in queste grandi manifestazioni mi ha sempre fatto venire la pelle d’oca, sono sempre orgoglioso di essere schierato in Coppa Davis e, specialmente quando giochiamo in casa, il clima è sempre elettrizzante visto che dai il meglio di te davanti al tuo pubblico. La Federazione del mio paese ha sempre cercato di aiutarmi e, specialmente in Coppa Davis, ci ha sempre sostenuto economicamente. Io credo che, a livello di talenti, lo Sri Lanka abbia diverse carte da giocare nei prossimi anni e, nel mio piccolo, spero di poter entrare a far parte, con il mio aiuto, in un bel progetto che possa mettere delle buone basi per il futuro tennistico del mio paese”.