(La nazionale di Coppa Davis del Madagascar)
di Giacomo Bertolini
23esimo ritratto di Spazio (all’altro) Tennis tutto dedicato alla realtà tennistica del Madagascar. Ad accompagnarci in questo percorso l’attuale capitano del Team di Coppa Davis Rajaobelina Rija Terry.
Gli inizi e il primo approccio col tennis: “Ciao a tutti, sono Rajaobelina Rija Terry, ho 42 anni e sono nato e cresciuto ad Antananarivo, capitale del Madagascar. Dal momento che vivevamo nelle vicinanze di un Club all’età di 11 anni mi sono deciso a provare questo sport ed essendomene subito innamorato, passavo intere giornate ad allenarmi contro il muro del garage. Così quando i miei genitori si sono resi conto che non riuscivo a staccarmi dal tennis mi hanno portato dal più famoso allenatore della città, Max Randriantefy, dicendomi che “se volevo fare questa cosa, allora avrei dovuto farla al meglio”.
I primi spostamenti e l’incontro chiave con Dally e Natacha Randriantefy: “Un giorno Max mi ha presentato le sue figlie Dally e Natacha (rispettivamente top 50 e top 325 Wta) che erano già indirizzate verso un futuro nel tennis. Dopo qualche allenamento mi ha proposto di unirsi al loro team, ma i miei genitori preferivano che andassi a studiare in un college francese e così ho rinunciato, arrivando poi (con il sogno del tennis sempre in testa) a laurearmi in ingegneria informatica. Pochi anni dopo sia Dally che Natacha incontrarono difficoltà a sostenere economicamente un’intera stagione in giro per il mondo e così ho proposto loro di raggiungermi in Francia per guadagnare denaro su tornei minori, reinvestendoli poi nel circuito maggiore. E’ li che ho iniziato una nuova carriera che mi permetteva di giocare, ma anche di fare da allenatore, dirigente, sparring partner e anche autista!. Ricordo ancora i viaggi che facevamo su questa vecchia auto in giro per i tornei come la parte migliore della mia vita!”.
Uno sguardo completo sul Madagascar, tra fattori socio-economici e tanta voglia di investire sul tennis: “Il Madagascar è uno stato molto grande che può essere paragonato, in termini di superficie, a Francia, Belgio e Olanda, con una popolazione superiore ai 22 milioni di abitanti, una soglia di povertà al 92% e un salario minimo di circa 50 euro. Da queste prime considerazioni potrete ben capire come giocare a tennis sia già una sorta di lusso. Ad Antananarivo abbiamo 8 Club con 7 campi molto ben attrezzati, allenatori cvompetenti e in aggiunta altre piccole strutture sparse per il paese. Mi rendo conto che non è moltissimo e che complessivamente siamo meno organizzati rispetto ad altri Stati, ma quello che ci rende determinati è l’amore per la competizione e lo sport in generale, a cui va ad aggiungersi il sogno sempre vivo di ripetere le gesta della nostra miglior giocatrice, l’ex numero 44 Wta Dally Randriantefy”.
Le difficoltà economiche sulla strada del “sogno”: “Ovviamente dobbiamo scontrarci però con più di una difficoltà, essendo il tennis uno sport costoso ed essendo noi costretti a spostarci dall’isola dove abitiamo per gareggiare nei tornei. Basti pensare che per l’ultima trasferta di Davis in Egitto abbiamo dovuto organizzare una campagna fondi in loco e su facebook a causa dell’impossibilità dell’Associazione Nazionale di pagarci i voli. Tutte queste continue difficoltà psicologicamente sono un freno enorme per i nostri giovani talenti, ben consapevoli inoltre di dover abbandonare molto presto il loro paese se determinati ad impostare la loro vita sul gioco del tennis”.
Capitolo Coppa Davis, tra il passato di Rajaobelina e le sue speranze nel futuro: “Per quanto mi riguarda ho giocato 18 volte in Coppa Davis e non so dirvi quanto mi abbia reso orgoglioso. Stiamo lavorando per ottenere fondi dal governo per costruzione di un campo nazionale di tennis e speriamo che l’approdo in Madagascar di grandi squadre possa velocizzare questo progetto. Attualmente ho l’onore di essere il capitano di Coppa Davis, ruolo che condivido con la mia compagna Natacha Randriantefy, capitana di Federation Cup. Nel complesso tutta la mia famiglia si sta adoperando con grande passione e dedizione per il futuro tennistico del Madagascar visto che Dally ha il suo Club e sta spingendo per dare luce a qualche Itf e suo padre Max continua ad allenare nella sua Accademia ad Antananarivo”.
-Le conclusioni finale di Terry, con uno sguardo sempre lucido ai progetti futuri: “Tenendo sempre ben presenti le notevoli difficoltà economiche del nostro paese direi che complessivamente il tennis è uno sport che si difende bene in Madagascar. Questo ci pota a continuare a lavorare con serietà e grande passione, cullando sempre il sogno di tornare a vedere qualche giovane nostro talento calcare il circuito maggiore e tornare a disputare un torneo del Grande Slam”.