di Daniele Sforza
Non solo superpotenze, incassi faraonici, tornei sfavillanti e popolarità alle stelle. Il tennis che ti porta in alto, si sa, parte dal basso e allora ecco la nuova rubrica di Spazio Tennis che, con un occhio ai paesi outsider del circuito, si propone di svelare quei numerosi scenari sommersi ma fortemente radicati nei “sobborghi” del tennis. Altre realtà, altre difficoltà, altri eroi… altro tennis!.
Questa settimana si vola in Europa, in Bosnia, per raccontare la storia di una delle giovani più promettenti della storia tennistica dello stato, Dea Herdzelas (classe 96’) e attualmente numero 808 del ranking mondiale.
“Il mio nome è Dea Herdzelas e vivo e mi alleno in Bosnia, precisamente a Sarejevo. Mi è sempre piaciuto giocare a calcio ma vivendo vicino a un club di tennis ho deciso di iniziare a giocare a tennis all’età di 7 anni. Nel tempo libero mi piace leggere libri e soprattutto uscire con gli amici.”
La carriera di Dea è iniziata attraverso la partecipazione a diversi tornei junior, con cui ha ottenuto il best ranking di numero 82: ”Ho smesso di giocare tornei di questo livello lo scorso gennaio e ho ottenuto, tra gli altri risultati, una finale in un grade 2, una in un grade 3 e una in un grade 4.”
Quest’anno per la tennista bosniaca è arrivato il best ranking, numero 759 nel ranking pro, con alcune vittorie prestigiose (quella con la Voracova a Podgorica per citarne una). In tutto questo la federazione è stata inesistente: ”Non mi hanno aiutato per niente, i miei genitori hanno dovuto pagare di loro conto le spese di tornei, allenamenti e tutto ciò che riguardava la mia carriera e anche l’Itf non ha fatto niente per aiutarmi…”
Potremmo pensare a questo caso come isolato ma in realtà la federazione bosniaca nonostante abbia discreti giocatori (citiamo Dzumhur, qualificatosi al primo slam stagionale) non aiuta nessuno di questi giovani tennisti.
Anche per quanto riguarda le strutture e gli allenatori, la situazione non è migliore: ”Sicuramente è meglio andare via dalla Bosnia, ci sono un paio di buoni club ma non ci sono allenatori all’altezza. Perciò se si vuole fare qualcosa di importante è meglio spostarsi e andare in un altro stato.”
Di certo la situazione della giovane tennista bosniaca nei confronti della federazione non è molto felice e per questo sarebbe indecisa anche su una possibile partecipazione alla Fed Cup (avvenuta lo scorso anno contro Ungheria e Gran Bretagna): ”Probabilmente giocherei solo per il gusto di giocare le partite ma non ne sono assolutamente sicura, anche perché non mi hanno ancora pagato per lo scorso anno…”
La bosniaca dopo aver raggiunto il suo best ranking a ottobre è stata costretta a fermarsi a causa di un infortunio e per questo si pone come obiettivo qualcosa di “facilmente” realizzabile: ”Quest’anno spero solo di non avere infortuni che mi possano tenere lontana dal campo per molto tempo. Per quanto riguarda il ranking spero di chiudere l’anno nelle top 500.”
Infine proviamo a dare una breve descrizione dello stile di gioco della bosniaca: ”Sono una giocatrice che predilige il gioco d’attacco e che ha come colpi migliori il servizio e il rovescio.”
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