di Daniele Sforza
Salvatore Caruso, classe ’92, è uno di quelle persone che vorresti incontrare ogni giorno. Sincero,simpatico,gentile come pochi. Quest’anno è sceso di 100 posizioni rispetto al ranking di partenza (era 350, ora è sceso intorno alla 500esima posizione) operando una programmazione più rischiosa (ha partecipato ad Atp di Zagabria o Nizza),tuttavia è tornato alla vittoria la settimana scorsa, nel futures di Santa Margherita di Pula. Ci racconta della sua settimana qui e della sua stagione in generale.
La settimana scorsa è arrivato il tuo secondo titolo futures, sempre a Santa Margherita di Pula, lì dove era arrivato il tuo primo successo che ti aveva dato fiducia e portato avanti nel ranking Atp. La settimana prima avevi perso al primo turno abbastanza facilmente con Della Tommasina, ti aspettavi di vincere, così facilmente (non hai lasciato nemmeno un set) la settimana successiva? Quali sensazioni hai provato dopo la vittoria? Inoltre quanto è importante per te una vittoria del genere ora, dopo una stagione non proprio esaltante rispetto alla scorsa?
Devo dire che dopo la sconfitta con Della Tommasina di due settimane fa ero indeciso sul giocare o meno il torneo successivo. Sapevo di non aver giocato male e semplicemente quel giorno lui è stato più bravo di me ed è giusto sia andata così, però pensavo di avere le pile completamente scariche e pensavo di aver bisogno di qualche giorno di riposo a casa. Parlando con Paolo(Cannova ndr.), il mio allenatore, alla fine abbiamo deciso di giocare, cercando di entrare in campo senza pressioni e di provare a dare tutto. Vincere è sempre bello e sicuramente questa vittoria mi da una bella spinta e consapevolezza dei miei mezzi per gli ultimi tornei di questa stagione e per l’inizio della prossima.
Torniamo indietro a un mesetto fa. Sei andato in America, così come avevi fatto lo scorso anno. Avevi anche detto di voler ripetere quest’esperienza e alla fine lo hai fatto. Hai fatto finale nel primo futures, uscendo sconfitto con Nevolo. Poi hai raccolto poco. Cosa ti ha insegnato ancora una volta quest’esperienza?Su cosa pensi ancora di dover migliorare?
Si, sono tornato in America perché sul veloce americano mi trovo molto bene e si è visto all’inizio, con la finale raggiunta. Poi ho fatto più fatica perché li giocano tutti bene e sono abituati a giocare partite che si decidono sempre su pochi punti. Penso di dover essere più incisivo col servizio, soprattutto su superfici rapide, anche se mi ritengo migliorato.
Avevi iniziato la stagione nei top 350 poi diciamo che la prima parte di stagione non è andata benissimo. Tante sconfitte sia a livello challenger che nei futures. Cosa ti è mancato rispetto alla scorsa stagione? Se dovessi fare un bilancio della tua stagione, cosa diresti?
Quest’anno ho giocato molti più challenger rispetto all’anno scorso ed ho provato ad alzare il mio livello, e posso dire che non è stato facile. Questi sono i rischi che corri quando provi a salire di qualche gradino; penso mi sia mancata una determinata cattiveria agonistica per poter vincere più partite a questo livello. La stagione non è andata al meglio sicuramente ma sono molto fiducioso per il prossimo anno
Ci siamo incontrati a Recanati per il tuo match di quarti di finale con Muller. Dopo un primo set in cui ricordo un Muller straripante al servizio e in risposta, nel secondo hai cambiato completamente ritmo. Riuscendo finalmente a rispondere al servizio del Lussemburghese e avendo anche chance di brekkarlo, senza successo, visto che poi sei uscito sconfitto per 61 76. Quanto ti è servita quest’esperienza e quella con Sock a Nizza?
Partite con i top 100 mi sono servite molto per capire come alla fine sono i dettagli che fanno la differenza e, alla fine, posso dire di non essere così lontano da loro come, invece, pensavo.
Nel 2014 è arrivato anche il tuo esordio nelle qualificazioni a Roma quando hai giocato contro Sam Querrey. Che sensazioni si provano a giocare al Foro? Cosa ti ricordi di questo match?
Giocare al foto per un italiano penso sia un sogno. Per me è stata un’esperienza unica, che spero di poter rivivere ogni anno. Riguardo al match posso dire che ricordo di aver preso un sacco di aces (risata). La prima volta al foro non è mai facile, davanti a tantissima gente e soprattutto non è stato semplice perché lui non ti fa giocare. Tira o vincente o fuori e prendere ritmo è difficilissimo.
Visto il periodo mi tocca farti una domanda del genere a riguardo del caos scommesse. Cosa ne pensi?
Guarda, io non ho mai avuto contatti con le scommesse e quindi mi trovi completamente estraneo. L’unica cosa che posso dire è che chi ha sbagliato deve pagare perché il nostro sport deve rimanere pulito.
Infine visto che ci hai giocato spesso(sei li pure ora), qualcosa a riguardo della situazione del Forte Village. Quali sono i problemi per i tennisti che vanno li a giocare? Tu in prima persona, cosa fai?
Qui al Forte si sta bene se riesci a organizzarti o con l’appartamento o con dei b&b che ci sono in zona, come faccio io. L’unica cosa che rende il tutto più difficile è il fatto di pagare, se non sei in gara, per allenarti. Mi sembra ridicolo visto che abbiamo già tantissime spese..
Cosa hai in programma per il finale di stagione? E cosa hai in mente per l’inizio del 2015?
Per il finale di stagione giocherò la Serie A1 per il Tc Parioli e se potrò, giocherò i challenger di Brescia e Andria.
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