Ha iniziato il torneo da numero 1049 della classifica mondiale, lo sta terminando da protagonista assoluta. Stefania Rubini, 24enne di Bologna, incanta il pubblico del Castello e vola in semifinale negli Internazionali femminili di Brescia al Forza e Costanza (60 mila dollari, terra). L’azzurra di origini giamaicane ha dominato una sfida sulla carta molto difficile contro l’argentina Catalina Pella, battuta per 6-2 6-3 in un’ora e 12 minuti. Solo per pochi istanti, quando la sudamericana ha vinto un delicato settimo game del secondo set, si è temuto che la sfida potesse complicarsi, ma la Rubini è rimasta concentrata e non ha regalato nulla, continuando a imporre il suo ritmo come aveva fatto fin dal principio. Numero 467 Wta già un paio di stagioni fa, Stefania si è dovuta fermare per oltre un anno a causa di un brutto infortunio al ginocchio (crociato e cartilagine), ma non ha mai smesso di credere di poter tornare protagonista. Passata sotto le cure tecniche, tra gli altri, dell’ex pro Omar Camporese, la ragazza emiliana è riuscita a carpire i segreti necessari per copiare il turbo-dritto dell’ex numero 18 Atp. È quello il colpo che impressiona maggiormente, per facilità di esecuzione e velocità di palla, fuori portata per la maggior parte delle rivali nel circuito Itf. “Sono arrivata a Brescia senza aspettarmi nulla – spiega lei – e per questo sono ancora più contenta di questo risultato, che mi riporterà vicino al best ranking. Sto giocando libera, senza pressioni, e cerco di andare più avanti possibile. L’infortunio di due anni fa mi ha fatto maturare: ora una sconfitta non la vivo come un dramma, ma come un insegnamento per il futuro. Inoltre sto lavorando molto sulla parte tecnica, mentre prima mi affidavo più all’istinto. L’obiettivo? Giocare gli Slam e gli altri grandi tornei, come Roma. Quest’anno il Foro Italico l’ho assaggiato in doppio, e capire di poter tenere lo scambio con gente come Petkovic o Jankovic dà tanta tanta fiducia”. La madre giamaicana e il gioco brillante fanno pensare a una sorta di Dustin Brown in gonnella: “Dovessi fare un paragone con un protagonista del circuito maschile, prenderei proprio lui. Adoro vedere i suoi match e spero di conoscerlo un giorno. Cosa gli invidio? La sensibilità, ce l’avessi io una mano così…”.
È andata male, invece, a Martina Caregaro e Cristiana Ferrando. La prima ha raccolto un solo game contro la venezuelana Andrea Gamiz, troppo solida per essere messa in crisi dalla 25enne aostana. La seconda ha giocato alla pari in avvio con l’ucraina Poznikhirenko, per poi calare progressivamente. Resta in gara, invece, l’unica testa di serie rimasta, la numero 7 Polona Hercog. La slovena, che sfoggia dei vistosissimi tatuaggi su entrambe le braccia, pare sempre lasciarsi un certo margine di sicurezza, eppure continua a macinare avversarie grazie alla solidità che dimostra nei momenti decisivi. A farne le spese, stavolta, la cilena Seguel, che ha provato a far male da fondocampo ma ha trovato nell’ex numero 35 Wta una rivale più forte tecnicamente e perfetta in fase difensiva. Sarà proprio la sfida tra la Hercog e l’azzurra Rubini, la più affascinante delle semifinali di domani. Si comincia alle 13.15 con la finale del doppio (tra Glushko/Hon e Gonzalez/Kremen), poi a seguire i due singolari. L’ingresso è sempre gratuito.
RISULTATI
Singolare, quarti di finale: Hercog (Slo) b. Seguel (Chi) 6-4 6-4, Rubini b. Pella (Arg) 6-2 6-3, Gamiz (Ven) b. Caregaro 6-0 6-1, Poznikhirenko (Ukr) b. Ferrando 6-4 6-2.
Doppio, semifinali: Glushko (Isr) / Hon (Aus) b. Pella (Arg) / Seguel (Chi) 6-2 6-3, Gonzalez (Par) / Kremen (Blr) b. Pigossi (Bra) / Teichmann (Sui) w.o.
Leggi anche:
- None Found