di Marta Polidori
Nato a Vercelli il 3 Novembre del 1993, Pietro Rondoni risulta un ottimo giocatore. Fairplay esemplare, buona concentrazione ed uno splendido gioco aggressivo.
A quanti anni hai cominciato a giocare, perché, dove e con chi?
“Ho iniziato a 5-6 anni; mio fratello già giocava alla Pro Vercelli ed i primi maestri sono stati Luigi Crepaldi e Corrado Prella.”
Cosa ti ha affascinato di questo sport? Ne hai mai provati altri?
“Mi sono sempre piaciuti di più gli sport individuali che di squadra, da piccolo ho giocato un po’ a calcio, ma ho provato un anno e poi mi sono subito orientato verso il tennis. Li preferisco perché sia meriti che demeriti sono a tuo carico.”
Quando hai deciso di fare sul serio quanto ti allenavi?
“Dall’ultimo anno delle elementari, perché ero uno dei più bravi del Piemonte, ma ho cominciato sia mattina che pomeriggio dalla prima superiore. Ora frequento una scuola privata dove vado due o tre volte a settimana e do gli esami da privatista a fine anno.”
Ora chi è il tuo allenatore e su cosa state lavorando?
“Alberto Gillerio, stiamo cercando di alzare il livello di gioco più che altro, cercare di essere ordinato in campo e avere un’idea precisa del gioco che devo fare.”
Quanto ti alleni a settimana tra tennis e atletica e dove?
“Tre o quattro ore di tennis ed un’ora di atletica; con il mio maestro ho cominciato una collaborazione a Bordighera con Piatti e Sartori, e mi trovo molto bene e quest’anno anche quello mi ha aiutato molto a crescere di livello.”
Che tornei hai in programma quest’anno? Ti senti in forma?
“Tutti 10.000 e 15.000 futures, da adesso fino a Maggio tutti in Italia e dopo la maturità anche all’estero e forse più semplici per prendere qualche punto Atp. Mi sento in forma, mi sono adattato di più al livello di gioco di 10.000 e 15.000, perché l’anno scorso facevo più fatica a tenere il livello per più di una o due partite.”
Su cosa ti senti sicuro e cosa potresti migliorare?
“Mi sento solido, faccio pochi errori, dovrei migliorare sul perdere meno campo e comandare di più il gioco.”
Cosa credi serva ad un buon giocatore e cosa impedisce di scalare le vette?
“Serve un buon livello di gioco ed è molto importante per me una buona tenuta mentale durante la partita e saper sempre come agire nei momenti importanti del match; può frenare perdersi mentalmente durante la partita e magari nei momenti importanti fare un passo indietro aspettando che sbagli l’avversario, quando invece devi essere mentalmente presente.”
Raccontami un tuo bel ricordo tennistico e uno triste…
“Quando ho vinto l’Itf under 18 in Marocco, che era il primo torneo internazionale che vincevo G4, mentre ho vissuto un periodo triste nel 2009, perché mi sono dovuto fermare a causa della schiena per una mini lesione sopra l’osso sacro, ed ho ripreso a giocare bene l’anno dopo.”
Un giocatore a cui ti ispiri?
“Federer, Tipsarevic.”
Programmi finito il tennis, hai già idee?
“Mi piacerebbe rimanere nell’ambito dello sport come fisioteripsta o in un ambito che riguardi la medicina dello sport in questo senso, per ora essendo giocatore faccio fatica a vedermi come allenatore, ma non si sa mai.”
Cosa pensi della scuola tennis italiana?
“Personalmente si dovrebbero forse sponsorizzare più persone, c’è un gruppo troppo ristretto di selezionati, su un gruppo più ampio potrebbero venire fuori più persone che su un gruppo ristretto.”
Altezza, peso?
“1.84 m, 71 kg.”
Partecipa alle competizioni a squadre serie C alla Pro Vercelli e, ovviamente, l’obiettivo è la serie B. aggiunge inolte che sono ormai due anni che cerca squadre e non ne ha ancora trovata una.
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