Tra l’innumerevole schiera di giovani che cercano di farsi strada nei futures sperando che il loro passaggio nei tornei meno ricchi del circuito duri il meno possibile troviamo Riccardo Bonadio attualmente numero 492 Atp. Il classe 1993 dopo un grande 2015 che lo ha visto scalare velocemente posizioni del ranking non è riuscito a migliorare ulteriormente la sua classifica nella stagione appena passata. Anche se vede al futuro con molta fiducia specialmente dopo il lavoro invernale. Noi di SpazioTennis lo abbiamo sentito per sapere come ha lavorato negli ultimi mesi e cosa si aspetta dalla nuova stagione.
Come valuti la stagione appena passata? Qual è stato il miglior momento del tuo 2016?
Onestamente non ritengo soddisfacente la scorsa stagione. Ho chiuso l’anno con un ranking pressapoco identico a quello che avevo a Gennaio. Tuttavia ritengo di essere migliorato sotto molti aspetti e di aver raggiunto un livello più alto rispetto al 2015. Abbiamo svolto un ottimo lavoro a Milano e sono sicuro che i risultati che cerco arriveranno. A differenza dell’anno scorso non c’è stata una settimana o un mese in cui sono riuscito ad esprimermi sempre al meglio, però senz’ombra di dubbio nella seconda parte di stagione sono stato più continuo nei risultati.
Su cosa ti sei concentrato maggiormente insieme a Colangelo e Buson durante la preparazione per la nuova stagione?
In questi due mesi la preparazione è stata molto intensa e abbiamo lavorato a lungo su tutti gli aspetti del gioco anche se abbiamo avuto un occhio di riguardo per l’aspetto mentale. Dal punto di vista tecnico abbiamo proseguito il lavoro fatto negli anni scorsi su servizio e dritto e inoltre abbiamo avuto modo di fare degli accorgimenti anche per quanto riguarda la risposta al servizio e la mia posizione in campo. Insieme a Buson che lavora insieme a me come preparatore fisico e mentale abbiamo fatto notevoli passi avanti sia sul piano atletico sia sull’aspetto mentale. Ora starà sicuramente a me riuscire a portare in campo il lavoro fatto in questi mesi.
Potresti descrivere il tuo gioco per chi non ti ha mai visto giocare?
Cerco di scambiare principalmente da fondo campo poiché riesco a sfruttare la velocità dei colpi. Prediligo giocare sulla diagonale di rovescio che mi permette di prendere in mano l’inerzia dello scambio. Con il lavoro svolto nell’ultimo anno inizio a preferire il veloce alla terra anche se ad ogni modo sento di essere un giocatore valido su entrambe le superfici.
Tuo padre è maestro ed è lui che inevitabilmente ti ha indirizzato verso questo sport. Ma quando hai capito che il tennis per te poteva essere più di un semplice gioco?
Come tu stesso hai detto ho iniziato a giocare grazie a mio padre che è tutt’ora maestro all’età di 5 anni ed è lui che mi ha seguito fino a 15 anni. Successivamente ho iniziato a collaborare con Navarra che mi ha seguito nei quattro anni successivi ed è in quel periodo che ho deciso di voler prendere il tennis con maggiore serietà. In seguito infatti mi sono trasferito ad Este dove gioco anche il campionato a squadre ed ora vivo da 3 anni a Milano.
In apertura hai detto che nella seconda metà di stagione hai trovato una discreta continuità nei futures. Adesso cosa pensi ti serva per fare un ulteriore salto di qualità e dire la tua anche al piano superiore?
Il salto dai futures ai challenger è abbastanza lungo e non è affatto semplice. Personalmente credo che per riuscirci dovrò lavorare sull’aspetto mentale e migliorare nella gestione della partita che spesso condiziona negativamente il mio rendimento. Naturalmente non dovrò trascurare neanche la parte tecnica e atletica anche se ormai in qualunque sport ed in particolare nel tennis l’aspetto psicologico ricopre un ruolo molto delicato.
Negli anni passati nel circuito c’è un giocatore che hai visto o affrontato che ti ha particolarmente sorpreso?
In questi anni ho visto e affrontato molti giocatori. Nel 2013 vidi Thiem giocare al future di Este dove riusci a portare a casa il titolo. Al tempo mi impressiono parecchio, aveva una marcia in più rispetto agli altri anche se non avrei mai pensato che sarebbe salito nel ranking così velocemente.
Negli ultimi anni sei stato in grado di coprire i costi della tua stagione grazie a i ricavi della tua attività agonistica? E sotto questo punto di vista l’aumento dei prize money nei tornei futures può rappresentare una svolta o siamo ancora lontani da una reale soluzione?
Se non sei stabilmente dentro i primi 200 è molto dura svolgere una stagione completa senza rimetterci soldi. L’unica entrata sui si può fare un affidamento costante è quella proveniente dai campionati a squadre. Negli ultimi anni si è mossa anche la federazione che sta aiutando molti ragazzi alleggerendogli le spese. L’aumento dei prize money è indubbiamente positivo anche se ora bisogna sperare che non ci sia un drastico calo del numero di tornei poiché nel caso molti giocatori saranno costretti a giocare le qualificazioni ed altri addirittura non riusciranno ad entrare in tabellone se non andando in posti sperduti e conseguentemente affrontando spese maggiori.
Negli anni abbiamo sentito molti aneddoti inerenti alle situazioni di disagio che vengono vissute dai tuoi colleghi nei futures. Hai da raccontarci qualcosa di particolare che ti è successo?
Le condizioni nei futures sono molto dure. Più volte mi è capitato di giocare con condizioni pessime sia per quel che riguarda i campi che il clima (una volta addirittura giocai mentre nevicava) anche il cibo non è sempre il massimo onestamente. Però la cosa più assurda che mi sia accaduta risale ad un po’ di anni fa in un torneo under 18 in Romania a Chisinau dove ci ritrovammo a disputare il torneo sul parquet di una palestra usata per le partite di basket.
Come gestisci il tuo tempo libero durante i tornei? Specialmente quando giochi in location poco turistiche.
Il problema come hai detto tu si pone principalmente quando si gioca in location poco turistiche. Di solito mi piace guardare film e serie televisive.
Hai iniziato la tua stagione con due futures in Egitto. Quale sarà la tua programmazione nei prossimi mesi? E quali sono i tuoi obiettivi per il 2017?
Si ho deciso di iniziare la stagione in Egitto sul veloce. Ora mi sono spostato in Spagna dove a breve inizierò il primo torneo mentre nei mesi successivi cercherò di giocare sul veloce outdoor e magari qualche challenger prima dell’inizio del campionato a squadre che mi terrà occupati i weekend fino a Giugno. Non ci siamo posti obiettivi particolari di classifica, cercherò di continuare il lavoro iniziato e di alzare l’asticella disputando più challenger.
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