di Piero Zucca
Il mondo non ha limiti per Raul Ranzinger, nato in Italia, padre Austriaco e madre Italiana, ma cresciuto in Brasile, ha iniziato ad allenare a 21 anni. Dopo essere stato un coach full-time e aver allenato varie giocatrici del circuito WTA è tornato in Italia, per trasmettere tutta la sua esperienza a qualche giovane interessante, ma non lascia il circuito mondiale, grazie a due georgiane, Margalita Chakhnashvili e Sofia Kvatsabaia.
Allora Raul, per iniziare facciamo un resoconto sulle giocatrici che hai seguito sino ad ora, chi sono?
Le giocatrici che ho allenato sino ad ora sono Janette Husarova (best ranking 31 WTA in singolo e 3 in doppio), Tathiana Garbin, Henryetta Nagyova (best ranking 21 WTA), Patty Schnyder (ex top 10 WTA), Barbara Schett ora telecronista per Eurosport ( ex 7 WTA), Anastasia Rodionova quando l’ho allenata ha guadagnato circa 30 posizioni nel ranking da 90 a 65 WTA), Margalita Chakhnashvili ormai sono 8 anni che la alleno, ancora può togliersi qualche soddisfazione e infine Sofia Kvatsabaia (430 WTA).
Sei tornato quest’anno a Merboulne per seguire la Chakhnasvili che ha giocato le qualificazioni. Come è stato tornare in Australia?
Tornare in Australia fa sempre un enorme piacere… Ricordo come se fosse ieri il bellissimo risultato della Husarova, era il 2002 e perse agli Ottavi di finale contro Kim Clijsters.
Cosa pensi di Margalita che nonostante i 30 anni continua a lottare come una ventenne?
Maka ha un caratttere molto forte, non molla mai, quindi ha deciso di provare ad entrare nelle top 100 (il suo best ranking è 134 WTA) l anno scorso è tornata nelle top 200 WTA, collezionando buoni risultati come la Semifinale a Biella e qualche vittoria a livello ITF, fino a quando avrà energie non abbadonerà… spero con tutto il cuore che un giorno possa raggiungere il suo obiettivo, altrimenti pazienza diventerà un ottimo coach ne sono sicuro.
Pensi che i giocatori Italiani abbiano più difficoltà ad emergere rispetto alle altre nazioni mondiali?
Assolutamente no…forse ci mettono un po più di tempo, infatti i risultati più belli dei giocatori Italiani di solito arrivano poco prima dei 30 anni.
Come valuti i giocatori italiani in questo momento?
Il tennis italiano ha sempre avuto degli ottimi atleti sia nel maschile che nel femminile. In questo periodo un pò di più le donne, ma anche i maschi stanno facendo un buon lavoro, ad esempio come il ritorno nella serie A della Davis.
Secondo te chi vincerà gli Australian Open?
Molto difficile pronosticarlo Federer, Nadal, Nole e Murray secondo me hanno chance quasi alla pari mentre nel femminile vedo bene la Kvitova.
Cosa pensi del rapporto genitori-figlio nel tennis?
I genitori sono fondamentali sia nel bene che nel male…senza di loro i primi passi nel tennis di un giocatore sarebbero praticamente impossibili. Dopo alcuni sanno stare al loro posto altri no.
Quali differenze hai trovato dopo tanti anni a tornare ad allenare ragazzi promettenti di seconda categoria, pur comunque mantenendo un certo livello grazie a Margalita e Sofia?
Dopo tanto tempo passato ad alto livello ho deciso già da qualche anno che tutta questa esperienza accumulata negli anni possa servire per aiutare giovani giocatori, comunque non ho mai lasciato il Tour anche perché seguo due brave professioniste come Margalita e Sofia. La mia carriera è stata molto intensa, ho seguito le mie giocatrici in circa 30 slam, ho grandi ricordi anche delle olimpiadi di Atene 2002, è stata davvero una grande esperienza, poi sono stato partecipe della vittoria in Fed Cup della Slovacchia dove erano presenti due mie giocatrici (Husarova e Nagyova), sempre nel 2002 ho vinto grazie al doppio Husarova-Dementieva il Master di doppio a Los Angeles.
Sei stato anche capitano della nazionale brasiliana della fed cup, quali sono secondo te i pro e i contro nell’allenare una squadra in un sport singolo come il tennis?
Si è vero! Purtroppo però la Federazione Brasiliana non aveva una struttura seria e solida, soprattutto i responsabili, sono state persone poco serie, era impossibile programmare un progetto valido che durasse nel tempo, infatti la collaborazione è durata 6 mesi. Quindi infine direi che è stata un esperienza negativa.
Per concludere, hai girato il mondo varie volte, parli 5 lingue, riuscirai a migliorare il tuo curriculum di ottimo coach? Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Cerco sempre di migliorare ogni aspetto dei miei giocatori, il progetto più importante è di continuare a lavorare nel tennis per il resto della mia vita, cercando di preparare i miei tennisti per affrontare i tour ATP e WTA.