di Luca Brancher, Salvatore Greco e Daniele Sforza
SETTIMANA 6-12 APRILE
La stagione entra nel vivo e, con essa, il nostro radar assume sempre più dimensioni ingenti, ma i nostri highlights settimanali, per una volta, riguardano il plotone azzurro, grazie alla bella prestazione di Gianluigi Quinzi a Napoli ed al rientro all’attività di Jasmine Paolini, che, al di là del risultato finale, è tornata a saggiare un manto del circuito dopo oltre cinque mesi di inattività. Tante le cose da dire, come i nuovi vagiti di grandezza di Chung e Kulichkova, oppure i successi di Anhelina Kalinina, Duck Hee Lee, Jana Fett, Daniil Medvedev e Viktoria Kuzmova: procediamo però con ordine.
MASCHILE
Hyeon Chung: altra passo in avanti per il tennista koreano, che, piuttosto digiuno di terra – non vi poneva piede dalla scorsa primavera – è riuscito a cogliere una qualificazione e vittoria al primo turno nell’ATP 250 di Houston. Accreditato della sesta teste di serie, Chung ha prima rimontato l’esperto yankee Michael Russell (4-6 6-2 6-4), poi ha regolato in tranquillità Ryan Sweeting (6-1 6-1), qui campione quattro anni fa, ed il maggiore dei fratelli Zverev (6-3 7-5), regalandosi così l’approdo nel main draw, dove, in un ideale prosieguo del torneo cadetto, ha sfidato e battuto l’argentino Facundo Arguello – quattro anni in più ed una predisposizione per la superficie sicuramente maggiore – con lo stesso punteggio con cui aveva vinto nell’ultimo turno di qualificazione. Qui ci ha poi pensato Fernando Verdasco ad estrometterlo dalla competizione per 7-6(5) 6-2, ma si tratta di un’altra settimana positiva.
Stefanos Tsitsipas: terza settimana con wild card ad Heraklion (ITF da 10.000$) per il classe 1998 greco che è però incappato in una brutta giornata, perdendo all’esordio contro lo statunitense Michael Grant, dopo una dura, ma lottata, sfida, persa col punteggio di 7-5 4-6 6-4.
Gianluigi Quinzi: il marchigiano ha decisamente fatto fruttare la wild card concessa dagli organizzatori del torneo di Napoli (Challenger da 125.000$+h), cogliendo un quarto di finale che deve essere visto in maniera positiva, soprattutto per il fatto di aver eliminato, al primo turno, lo sloveno Blaz Rola (6-3 6-1) e, soffrendo, al secondo turno Flavio Cipolla (7-6 7-5). Ai quarti Gianluigi ha ingaggiato una battaglia colpo su colpo, durata due ore e mezza, contro il siciliano Marco Cecchinato, in cui il più giovane dei due, dopo aver vinto al tie break una prima frazione in cui aveva avuto anche due break di vantaggio, ha accusato un passaggio a vuoto che, dalla situazione di 2-2 nel secondo set, lo ha portato sul 6-2 4-2 in favore del suo avversario. A questo punto Quinzi ha trovato la via per riprendere il bandolo della matassa, allungando la contesa al tie break, dove però non ha sfruttato un mini-break di vantaggio (2-1 e due servizi) finendo col perdere per 7-4.
FEMMINILE
Elizaveta Kulichkova: secondo quarto di finale a livello WTA, a Katowice (International) dopo quello di Kuala Lumpur, per la siberiana che nella giornata di domenica ha compiuto 19 anni, e nuovo deciso passo verso le top-100. Nonostante le scorie per il ritiro dal torneo della scorsa settimana si siano fatto sentire lungo tutto il torneo di qualificazione – dove ha ceduto un set alla wild card Joanna Zawadzka (4-6 6-2 6-0), ne ha perso un altro contro l’ucraina Nadiia Kichenok (6-2 6-7 6-3) ed infine è stata sconfitta da Magda Linette, col combattuto punteggio di 6-4 5-7 7-5 (tennista contro a cui aveva ceduto un solo gioco dieci giorni prima) – il ritiro di un’altra tennista “radar” come Oceane Dodin, arresasi ad un’infezione all’orecchio, le ha liberato un posto in tabellone dove ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, composta da Urszula Radwanska (6-0 6-1) e Kaia Kanepi (5, 6-1 6-2), prima di cedere a Camila Giorgi per 6-3 6-4, non capitalizzando un vantaggio in entrambe le frazioni, rispettivamente per 3-1 (con palla del 4-1) e 4-0 (con due occasioni per il 5-1).
Anhelina Kalinina: era solo una questione di tempo, ma l’ucraina è riuscita a macchiare il suo albo d’oro pro’ in singolare, grazie al successo avvenuto a Jackson (25.000$, terra)- Anhelina, nonostante la quinta testa di serie, era tra le favorite per la vittoria finale ed in molti si immaginavano un suo atto conclusivo contro la britannica Johanna Konta, numero 1 del seeding, come è poi effettivamente accaduto; d’altronde entrambe avevano fatto saltare il banco, concedendo le briciole alle avversarie. Kalinina, ad esempio aveva liquidato con un doppio 6-1 la giapponese Yurika Sema, per 6-3 6-2 la slovena Petra Rampre, aveva usufruito del ritiro anticipato di Alexa Guarachi nei quarti e sconfitto per 6-2 6-1 la statunitense Rianna Valdes nel penultimo atto, risultato che le aveva dato il via libera per la finale. Qui ha sconfitto la più esperta avversaria grazie a due parziali in cui, nonostante la giovane età, ha mostrato sangue freddo: nel primo set ha sfruttato un break a 0 in apertura per issarsi avanti fino al secondo break, ottenuto sul 5-3. Nel secondo parziale ha provato egualmente la fuga, interrottasi però sul 2-0, visto che la Konta non ci stava a fare la comparsa; quando la partita sembrava complicarsi, e le palle break annullata sul 4-4 lasciavano presagire ciò, ecco il nuovo colpo di coda di Anhelina, che metteva insieme un bel filotto di punti che le garantiva il successo per 6-3 6-4.
Jasmine Paolini: dopo cinque mesi di assenza è avvenuto il ritorno per la promessa della Garfagnana, che si è iscritta alle qualificazioni del 25.000$ di Chiasso, su terra battuta. Ci ha impiegato un po’, come logico sia, per trovare il ritmo partita e, dopo aver subito un 6-0 dall’elvetica Nicole Gadient, ha iniziato la sua rincorsa verso il tabellone principale, a cui è pervenuta rifilando prima un 6-2 6-4 alla già menzionata tennista svizzera, e poi un lottato 3-6 6-2 7-6(4) all’amica e compagna d’allenamenti Alice Matteucci. Il torneo non è poi andato oltre il primo turno, dove l’atleta azzurra è stata piegata alla distanza dalla francese Fiona Ferro (4-6 6-2 6-0).
Marie Bouzkova: terzo anno con wild card nelle qualificazioni del torneo WTA di Katowice per la giovane ceca, che ha proseguito nel suo graduale avvicinamento al main draw. Dopo il primo turno del 2013 ed il secondo del 2014, quest’anno l’eliminazione è giunta soltanto al turno conclusivo, assorbiti i fuochi d’artificio del primo turno, in cui Marie aveva avuto ragione della temibile belga Ysaline Bonaventure per 7-6 0-6 6-3, e l’aver usufruito del ritiro di Misa Eguchi, è stata sconfitta per 6-4 2-6 6-4 dall’uzbeca Nigina Abduraimova.
Naomi Osaka: sfortunata, ma onorevole prova per la giapponese nelle qualificazioni di Charleston (terra verde, Premier), dove ha sfiorato per un soffio il tabellone principale, dopo aver superato la polacca Paula Kania (testa di serie numero 14) per 6-3 6-1 e ingaggiato una battaglia colpo su colpo contro la montenegrina Danka Kovinic (numero 8), vinta da quest’ultima solo per 10-8 al tie break del terzo: nell’intero incontro Naomi non ha disposto di match point in proprio favore, ma non ha sfruttato per due volte un vantaggio di un break nel parziale decisivo.
Louisa Chirico: la statunitense ricopriva il ruolo di decima testa di serie nel tabellone di qualificazione di Charleston (terra verde, Premier) ed ha rispettato in pieno i pronostici della vigilia, superando per 6-2 6-4 la candese Gabriela Dabrowski all’esordio, ma finendo sconfitta al turno decisivo con la bulgara Sesil Karatantcheva, col punteggio di 6-3 1-6 6-1.
Francoise Abanda: la canadese aveva ricevuto una wild card per il tabellone di qualificazione del torneo di Charleston (terra verde, Premier), ma non ha dato prova di un grandissimo tennis, finendo sconfitta per 6-1 7-5 dalla tedesca Laura Siegemund.
FUORI RADAR
Come sempre sono stati diversi i tennisti coerenti con i nostri criteri di età che si sono dati ben da fare nei vari circuiti, alcuni destinati a restare fuochi di paglia, altri magari lanciati in una buona serie di risultati.
Il migliore:
Terzo titolo in carriera, e primo stagionale, per Duck Hee Lee (1998), che dopo essersi aggiudicato competizioni ad Hong Kong ed in Cambogia rompe anche il suo tabù con l’Indonesia, più precisamente a Tegal (10.000$), dove ha vinto una manifestazione che non lasciava presagire nulla di buono. Nel primo turno, infatti, aveva ceduto un set all’argentino Matias Castro, prima di dominare le restanti frazioni, mentre nel secondo se l’era vista davvero brutta contro il 20enne malese Abdul Razak, il quale, andato a servire per il match sul 5-4 del parziale decisivo, era stato fulminato nei tre giochi rimanenti. Difficile, a quel punto, vedere Lee come favorito della competizione, eppure da quel momento, nonostante il valore degli avversari sia accresciuto, ha concesso davvero poco, perdendo solo quattro giochi con Christopher Rungkat (6-3 6-1), vincitore della precedente kermesse, regolando per 7-6 6-4 il locale David Agung Susanto e beneficiando del ritiro, sotto 6-1 3-0, del secondo favorito, il giapponese Shuichi Sekiguchi. La scalata può continuare
Gli altri:
Futures Grecia F3 – cemento outdoor
Prima semifinale in carriera per l’azzurro Matteo Berrettini (1996), che ad Heraklion (10.000$) si è dovuto arrendere per 7-5 6-1 alla seconda testa di serie, il bielorusso Maxim Dubarenco, ma prima si era reso protagonista dell’eliminazione di altri due favoriti del seeding, il numero 7 Dragos Dima (6-2 6-2) ed il numero 3 Daniel Masur (3-6 6-3 6-0), vittorie inframmezzate da quella contro il connazionale Tommaso Lago (7-5 6-3)
Futures Italia F4 – terra rossa outdoor
Riesce finalmente a mettere in fila almeno due vittorie consecutive in stagione Johan Sebastien Tatlot (1996), seconda testa di serie nel secondo torneo organizzato nel 2015 a Santa Margherita di Pula (10.000$). Il francese, iscritto alle qualificazioni, dove ha dovuto superare un solo avversario, ha poi eliminato il portoghese Tavares (doppio 6-4), l’italiano Della Tommasina (6-2 6-1) ed il tedesco Yannick Maden (6-4 3-6 6-4), prima di arrendersi al cospetto di Omar Giacalone (7-6 6-3).
Futures Tunisia F13 – cemento outdoor
Successo numero due, ma primo sul cemento, per Danill Medvedev (1996), che ad El Kantaoui (10.000$) ha sbaragliato la concorrenza via via che la competizione diveniva più serrata. Se si eccettua infatti il secondo set dei quarti contro il sorprendente francese Vincent Ouvrard, in cui Daniil ha recuperato uno svantaggio che appariva come decisivo, fino al 7-3 del tie break, per il resto della settimana il russo ha davvero passeggiato, a partire dal 6-1 6-0 al britannico Imran Aswat, per proseguire col 6-2 6-2 a Omar Salman, il 6-2 della prima frazione allo stesso Ouvrard, il 6-1 6-0 al belga Jeroen Vanneste ed infine il 6-4 6-0 con cui ha regolato in finale un altro transalpino, Tom Jomby, ottava testa di serie.
Futures Uzbekistan F1 – cemento outdoor
Altra settimana a livello ITF in radar per Karen Khachanov (1996), impegnato nel 15.000$ di Karshi (Uzbekistan), dove ha rispettato i favori della quarta testa di serie di cui era stato accreditato, cedendo in semifinale allo stesso avversario che lo aveva regolato nel challenger di Kazan il mese scorso, Yuki Bhambri. Prima di questo incontro, il russo aveva faticato col giocatore di casa, Temur Ismailov (6-4 6-7 6-3), poi aveva superato più agevolmente Richard Muzaev (6-3 7-6) e Vitaly Kozyukov (6-2 6-2).
La migliore:
Al secondo torneo del circuito WTA in cui accedeva al main draw l’iberica Sara Sorribes Tormo (1996) si è davvero messa in luce sull’atipica terra verde di Charleston (WTA Premier, 731.000$), dove ha prima facilmente passato il tabellone di qualificazione – sette giochi lasciati a Kudryavtseva e Jaksic – poi ha sovvertito il pronostico contro la russa Pavlyuchenkova (6-4 3-0 ret.) e la statunitense Rogers (7-5 6-1), arrendendosi infine solo di fronte alla quarta favorita del torneo, Sara Errani, non dopo aver mostrato le sue qualità, quando, sotto 2-6 3-5, si è comunque aggiudicata la seconda frazione con quattro giochi consecutivi, prima di arrendersi nella frazione finale con lo stesso punteggio della prima. Per lei un balzo in classifica che la avvicina alla 150esima posizione mondiale.
Le altre:
Wta Katowice – International, 250.000$ – cemento indoor
Altra dimostrazione di grandissima tenuta mentale per la ceca Katerina Siniakova (1996), nel primo turno del torneo polacco, dove è stata capace di recuperare uno svantaggio di 6-4 4-0 alla spagnola Maria Teresa Torro-For, a cui ha annullato un match-point, prima di chiudere per 4-6 7-5 6-2. Al turno successivo, però, non ha retto alla lunga l’urto contro la scatenata slovacca Anna-Karolina Schmiedlova, che l’ha superata per 6-1 al terzo dopoché le precedente frazioni si erano concluse entrambe per 6-3, la prima in favore della vincitrice, la seconda della poi sconfitta (seppure in questo set la futura vincitrice dell’intera manifestazione stesse comandando per 3-1).
Medellin – ITF 50.000$+H- terra rossa outdoor
Si ferma a 12 il filotto di vittorie consecutive di Katerina Stewart (1997): dopo gli otto successi che le avevano conferito il titolo a Palm Harbor (25.000$), la statunitense si era presentata in gran fiducia in Colombia, morale pienamente riscontrato dai domini inflitti alle proprie avversarie di qualificazione, Neffa De Los Rios (6-2 6-2); Becerra (6-1 6-0) e Arciniegas (6-0 6-1). Proseguita la sinfonia nel main draw, dove al primo turno ha concesso un solo gioco alla georgiana Sofia Shapatava (6-1 6-0), Katerina ha ceduto il passo al secondo contro la brasiliana, numero 6 del seeding, Teliana Pereira (6-2 6-3), poi campionessa della manifestazione.
Jackson –ITF 25.000 $ – terra rossa outdoor
Miglior risultato in carriera per la statunitense Rianna Valdes (1996), grazie alla wild card che le è stata riservata dall’organizzazione. Rianna ha vinto al primo turno un altalenante derby tra invitate contro la connazionale, e favorita, Alexa Graham, per 6-1 0-6 6-2, risultato che le ha permesso di guardare con fiducia al prosieguo del torneo, dove ha sfruttato un draw liberatosi da grandi avversarie, con ostacoli come Angelina Gabueva (6-4 6-1) e Jacqueline Cako (6-2 6-2) che non hanno costituito un grandissimo banco di prova. In semifinale, però, ha pagato dazio contro la più solida russa Anhelina Kalinina, di cui già abbiamo parlato in precedenza.
Karshi – ITF 25.000$ – cemento outdoor
Anastasia Pribylova (1996) dà seguito alle due finali ottenute in febbraio a Sharm El Sheikh ottenendo il risultato più prestigioso in carriera, ovvero la semifinale nel 25.000$ di Karshi, dove ha eliminato ben due teste di serie: dopo una lotta (6-4 4-6 7-5) la russa Polina Monova, numero 7, e grazie ad un ritiro, dopo aver acquisito la prima frazione (6-4), la numero 4, Veronika Kapshay: precedentemente si era imposta anche sulla qualificata Sabina Smirnova con un doppio 6-1, mentre a sbarrarle la strada in semifinale ci ha pensato la futura vincitrice Sabina Sharipova (2), con un doppio 7-5.
Leon – ITF 15.000 $ – cemento outdoor
Non è riuscita Mayo Hibi (1996) a sfruttare la prima testa di serie con cui era entrata in tabellone nel 15.000$ messicano, dopo aver dominato le prime tre partite – 6-0 6-1 alla russa Nefedova, 6-3 6-1 alla guatemalteca Weedon e 6-1 6-1 alla statunitense Ivanova – si è infatti fermata al termine di un incontro durato più di tre ore e mezza contro la numero 6 del seeding, Danielle Lao, che l’ha sconfitta per 3-6 6-3 7-6(6), non senza alcune recriminazioni, come il punteggio lascia correttamente intendere.
Dijon – ITF 15.000$ – cemento indoor
Quello francese è stato un torneo che ha riservato molte emozioni agli amanti del radar, a partire dalla semifinale tra l’ungherese Dalma Galfi (1998) e l’ucraina Marianna Zakarlyuk (1996), che, contro pronostico, ha arriso a quest’ultima col punteggio di 7-6 4-6 6-3. Marianna, pur partita dal turno di qualificazione, era riuscita a vincere un paio di incontri ostici, contro Chloe Paquet (7-6 6-4) e Constance Sibille (5-7 6-2 6-1), per cui sembrava scontato che avrebbe subito un rovescio contro quella Galfi che tanto bene sta facendo, e che nel corso della settimana aveva lasciato appena tre giochi alla prima testa di serie, la russa Ekaterina Alexandrova – dopo aver sconfitto in rimonta un’altra russa, la Doroshina, ed aver visto allungarsi la sua contesa nei quarti contro l’israeliana Khazaniuk fino al terzo set, pur dominato. La Zakarlyuk, nell’atto conclusivo, ha retto l’urto, ma non ha però impedito alla croata Jana Fett (1996) di aggiungere il terzo titolo alla sua bacheca. E lo ha fatto mostrando i muscoli in alcune occasioni, prima della finale vinta per 6-3 6-4: come ad esempio in semi contro l’esperta Michaella Krajicek, superata con un doppio 6-4, oppure nei quarti, quando aveva visto la bulgara Shinikova aggiudicarsi la seconda frazione, parziale che aveva ceduto anche all’esordio a Theo Gravouil.
Santiago – ITF 15.000 $ – terra rossa outdoor
Ennesima settimana di considerazione per l’argentina Nadia Podoroska (1997), che non è però riuscita ad aggiudicarsi il settimo titolo in carriera, che sarebbe stato il primo da 15.000$. La causa è quella Fernanda Brito, terza testa di serie del torneo – l’argentina era la numero 2 – che si conferma sua bestia nera, dal momento che le ha inflitto la terza sconfitta in altrettanti confronti: e che sconfitta! La Podoroska ha collezionato un solo gioco, nel primo set, prima di stringere la mano all’avversaria dopo appena 48 minuti di gioco. Per lei si era trattata fino a là di una settimana positiva, col titolo in doppio colto assieme alla connazionale Guadalupe Perez Rojas, che era stata la sua vittima in semifinale, per 7-5 6-1: nei tre incontri precedenti, i giochi persi erano stati appena 10, ma non è bastato.
El Kantaoui – ITF 10.000 $ – cemento outdoor
Semifinale radar in Tunisia tra Natalija Sipek (1996) e Sadafmoh Tolibova (1996), con esito piuttosto netto (6-0 6-1) che ha premiato la prima e che ha dunque impedito alla bielorussa, alla prima semifinale in carriera, di proseguire la propria corsa, sebbene le difficoltà trovate nei quarti di finale, dove ha battuto la spagnola Atucha Gomez per 4-6 7-5 7-5, lasciavano intendere che il suo torneo sarebbe potuto terminare da un momento all’altro. Non è però stata capace, la slovena, di impensierire la rumena MIhaela Buzarnescu in finale, dal momento che la partita si è conclusa con un risultato a specchio rispetto a quello della sua semifinale (6-1 6-0), nonostante fino a quel punto avesse fatto percorso netto, concedendo 16 giochi in 4 partite tra Melanie Stokke (8) Greta Mokrousova (5), Anna Maria Procacci (2) e appunto Tolibova.
Heraklion – ITF 10.000 $ – cemento outdoor
Secondo titolo in carriera per Viktoria Kuzmova (1998) che bissa il titolo che, sempre in Grecia, aveva ottenuto nello scorso autunno, al rientro dopo sei mesi a causa di un infortunio. La slovacca si è vendicata in finale di quella Valentini Grammatikopoulou (1997) che la settimana scorsa le aveva impedito di approdare all’atto conclusivo, ma questa volta Viktoria ha avuto la meglio per 6-3 6-4. Singolare che la futura vincitrice in semifinale aveva sconfitto la giocatrice che invece l’aveva eliminata in semifinale due settimane prima, sempre ad Heraklion, Anastasiya Komardina (1997), con l’eloquente punteggio di 6-1 6-1. Una manifestazione, in sintesi, che ha premiato le giovanissime, con la Kuzmova che non ha concesso alcun set nei cinque turni – nei primi tre aveva lasciato sette giochi alla slovacca Stresnakova, cinque all’italiana Pinto e sei all’ungherese Argyelan -, la Grammatikopoulou che invece aveva ceduto un set, nel secondo turno, all’israeliana Lankri, e la Komardina che nei quarti aveva ribaltato il pronostico contro la tedesca Anna Zaja, numero cinque del torneo.
Santa Margherita di Pula – ITF 10.000 $ – terra rossa outdoor
Prima semifinale in carriera per l’iberica Ariadna Marti Riembau (1996), che in Sardegna sopravvive ad una vera e propria battaglia al cardiopalma contro la transalpina Yerolymos – 7-1 il punteggio del tie break del terzo set – dopo aver eliminato al primo turno la sesta testa di serie Oana Simion (6-4 6-2) e prima di sconfiggere un’altra giocatrice francese, Marie Temin, per 6-4 2-6 6-2. In semifinale ha però retto un solo set contro Stefania Rubini (5-7 1-6).
Antalya – ITF 10.000 $ – cemento outdoor
Al suo quarto torneo professionistico la russa Anna Kalinskaya (1998) ha mostrato tutto il suo valore, conquistando la finale nella tappa del consueto torneo turco, dove però ha potuto poco contro la cinese, prima testa di serie, Jia Jing Lu, che le ha concesso la miseria di due giochi, tutti nel primo set, e la pochezza di sette punti nella seconda frazione. Banale, in questo caso, dire che la sua manifestazione l’aveva già vinta, dal momento che partiva dalle qualificazioni, dove ha regolato Masini e Peer, prima di emergere nel tabellone principale, in cui ha regolato giocatrici di buon valore (tutte hanno all’attivo almeno una vittoria negli ITF): a cominciare dalla tedesca, con passaporto filippino, Katharina Lehnert, tornata a casa in bicicletta, come si suol dire in gergo, proseguendo con le slovacche Vivien Juhaszova (7-5 al tie del terzo) e Chantal Skamlova (6-4 al decider) e infine la ceca Tereza Malikova in semifinale, a cui ha lasciato non più di 5 giochi. Detto della finale, la Kalinskaya mette così in cascina 7 punti.
Il Cairo – ITF 10.000 $ – terra rossa outdoor
Si sono interrotti in semifinale i cammini delle giovani Bojana Marinkovic (1996) ed Harmony Tan (1997) in Egitto. Pur essendo ricorsa sempre al parziale decisivo, la serba era riuscita a raggiungere il penultimo atto a scapito della belga India Maggen (3-6 6-1 6-2), l’iberica Arabela Fernandez-Rabener (7, 6-4 0-6 6-4) e la bosniaca Dea Herdzelas (4, 5-7 6-3 6-3), ma ha pagato la stanchezza contro la numero 2 del tabellone, Anna Morgina (2-6 3-6). Ancora più secco il rovescio della francese contro l’ungherese Naomi Totka (2-6 1-6), dopo la vittoria sul filo di lana nei quarti contro Anita Husaric (6-2 1-6 7-5) e quella più semplice nel turno precedente contro la wild card russa Maria Zotova (6-2 6-3) – da terza testa di serie era esentata dal primo turno.
Leggi anche:
- None Found