di Michele Galoppini
In un pomeriggio turco particolarmente piovoso in cui anche la connessione internet fatica a collaborare, la giovane Valeria Prosperi, azzurra classe 1995 proveniente da Grosseto, si concede quattro (se non otto!) chiacchiere con SpazioTennis.
Ad Antalya, nella mattinata, la Prosperi ha appena raggiunto i quarti di finale del $10.000 che sta giocando, ottenendo per la 12esima volta in stagione almeno questo traguardo. “Il 2014 è stato un anno molto faticoso per me, ho giocato tanto, e la scuola con gli esami di maturità (andando nella scuola pubblica) mi ha rubato tanto tempo prezioso sia per giocare ma anche per allenarmi, soprattutto nel periodo da maggio a metà luglio, e quindi poi dopo riprendere con l’attività e stato faticoso. Però sì, posso essere soddisfatta alla grande, ho vinto il mio primo 10.000 in singolo, ho vinto il doppio settimana scorsa, e per la prima volta sono partita dalle quali di un 25.000 e sono arrivata negli ottavi e inoltre, sì, ad ottobre ho raggiunto il mio best ranking.”
Il suo best ranking dice 501, ancora le manca un piccolo passo per la top500, dopo essere partita a fine 2013 dalla 650esima posizione circa, ma Valeria sembra essere una ragazza molto convinta dei suoi mezzi e decisa. “L’obiettivo principale penso sia quello di allenarmi bene e fare un’ottima preparazione – dice l’azzurra -, finalmente da quest’anno avendo finito la scuola posso iniziare ad allenarmi mattina e pomeriggio, quindi dedicherò molto tempo alla preparazione per poi partire con i tornei, cercando di giocare molti meno 10.000 e concentrarmi di più sui tornei più alti.” Più di una volta mi fa capire come finalmente per lei sia arrivato il momento di concentrarsi solo sullo sport che tanto ama, senza comunque rimpiangere le camicie (forse “gli outfit tecnici” è più adatto in questo caso) sudate. “La vita della tennista professionista e da sportiva è difficile, sono stati anni difficili e faticosi per me. Finiti gli allenamenti tornavo a casa e mi mettevo subito sui libri, ai tornei mi portavo sempre dietro i libri per studiare e le mie amiche mi mandavano da scuola i programmi da fare perché al rientro avevo subito compiti e interrogazioni. Per fortuna ho trovato una classe meravigliosa insieme a grandi insegnanti che mi hanno permesso di fare questa vita pur continuando ad andare alla scuola pubblica! Per me è molto importante anche lo studio! Inoltre, secondo me, andare nella scuola pubblica mi ha aiutato tanto a formare il carattere e a capire i veri sacrifici, sono fiera di essere riuscita a portare avanti questa cosa è chissà se in futuro riuscirò anche a iscrivermi all’università.”
La giornata della giovane azzurra sembra necessitare almeno di 30 ore per darle un po’ di respiro e farle vivere le esperienze tipiche dei suoi anni: “Di tempo libero ce n’è poco, e quando c’è lo passo principalmente con il mio ragazzo e anche con le mie amiche, ci divertiamo con poco, basta un film o una cena per rendere speciale il momento! Il mio hobby principale è leggere, leggo tantissimi libri.” E non nasconde certo che il tennis alla sua età non è solo fatica fisica, ma che anche a livello di relazioni non è sempre facile. “Allenandomi da sola con il mio allenatore, se non viaggio con lui viaggio spesso da sola e non sono una ragazza molto aperta e solare”, e quindi aggiunge “se ci sono ragazze con cui ho rapporto e ci sto bene fa piacere stare in compagnia, sennò non è un problema stare da sole anche perché tanto in campo poi si va sole.”
Come lei stessa ha ricordato nel valutare positivamente la sua stagione, il 2014 ha significato per la toscana alzare le braccia al cielo per la prima volta in una finale ITF, peraltro proprio nella Antalya da cui sta digitando nella chat di Facebook. “Già l’anno scorso ci ero andata vicino, avendo disputato 2 finali, ma avendole perse entrambe; invece quest’anno finalmente ho vinto. È stata un’esperienza fantastica, la vittoria è sempre una cosa meravigliosa che ti rende felice e fiera di te”. Non solo, in quella settimana l’azzurra non ha nemmeno mai concesso un set alle cinque avversarie che ha affrontato. “Senza perdere un set è anche meglio. In quel torneo ho giocato veramente bene e spero sia solo un punto di partenza per crescere e migliorare sempre di più!” Lei, come tante altre, ha sfruttato quest’anno la possibilità di giocare numerosi tornei consecutivi nello stesso circolo. I più noti sono certamente i tornei di Antalya in Turchia, Sharm El Sheikh in Egitto e Santa Margherita di Pula in Italia. E Valeria, come probabilmente le sue colleghe, si dice molto soddisfatta di questo: “Secondo me è una grandissima cosa organizzare tornei in questi posti, perché è un aiuto importante a livello economico, che con un solo biglietto aereo puoi fermarti in un posto e giocare quanti tornei vuoi avendo a disposizione tutto, campi, palle, palestra… E anche se una ragazza viaggia spesso sola, là non si deve preoccupare di niente perché ha tutto ciò che le serve.”
Di natura curioso, noto però che nella sua stagione ha prima scelto Sharm El Sheikh e poi Antalya, giocando un solo torneo su terra in tutta la stagione e tralasciando completamente i tornei di Santa Margherita (e d’Italia). L’Informato tifoso di tennis coglie subito le differenze tra le scelte di Valeria e quelle della maggior parte delle azzurre degli ITF. “Io ho sempre giocato in Italia sin da piccolina, tanto che i primi punti li ho presi proprio in Italia; quest’anno ho deciso di giocare più su superfici veloci perche ho iniziato a giocarci tornei 1 anno e mezzo fa e mi sono subito trovata benissimo, anche se continuo ad amare la mia terra rossa.” La scelta di non giocare sulla terra è però anche dovuta ad un’importante valutazione, proiettata nel futuro e verso il circuito maggiore. “La maggior parte dei tornei di alto livello è sul veloce e secondo me iniziare sin da subito a giocare sul veloce è fondamentale, e in Italia invece i tornei sono solo su terra rossa.” Il discorso peraltro si chiude nell’augurio comune che possano presto nascere nel Bel Paese non solo nuovi tornei, ma anche nuovi tornei sul cemento o sul veloce in generale.
Il trovarsi a proprio agio sul veloce non risulta peraltro sorprendente, soprattutto quando le chiedo qual è il suo stile di gioco. “Il mio punto di forza, sicuramente oltre la grinta, sono anche le gambe; in campo per il mio gioco le gambe sono fondamentali. Il mio punto di debolezza principale è il servizio anche se nell’ultimo anno è molto migliorato, ci sto lavorando tanto e spero che in futuro diventi un colpo solido al quale riuscirmi ad affidare anche nei momenti più negativi.” E quando le domando se le piace il paragone che in passato l’ha avvicinata alla grande Li Na, si coglie una dovuta cautela reverenziale. “Non saprei, sinceramente la prima cosa che mi viene da dire è speriamo di diventare come lei. Però sì, il mio gioco si basa sulla solidità e sulla pressione da fondo campo, quindi un po’ mi ci rivedo, anche se sto lavorando molto nel provare ad avvicinarmi alla rete dopo aver costruito il punto!” L’ironia e la simpatia non mancano certo a Valeria, che si lascia scappare anche un “basta che mi scelga un marito migliore del suo però”, ed è qui che ho dovuto a malincuore esorcizzare quel mio spirito curioso di cui sopra…
Assicurandomi di non rubarle troppo tempo e di non approfittare dell’ampia disponibilità, la toscana mi fa nuovamente notare che la pioggia che batte sulla terra rossa non ha nessuna intenzione di farla uscire dall’asciutto in cui si trova, e quindi mi concedo ancora due domande. “Penso che ci siano tante ragazze che giocano bene a tennis, ma per adesso è difficile fare previsioni”, mi dice quando le chiedo un parere sul movimento delle giovani promesse azzurre del tennis. “Siamo giovani, c’è tempo e la strada è lunga, anche se secondo me una delle ragazze più promettenti è la mia amica Jasmine Paolini! E comunque l’importante è provarci sempre!”
Infine, nel pieno e coerente rispetto della più standard linea temporale, non posso che tornare clamorosamente indietro e chiederle cosa l’ha spinta al tennis. “Il mio babbo giocava a tennis da giovane e quindi ogni tanto da piccola in casa mi tirava la pallina per farmi giocare. Poi un giorno la mia nonna mi ha portato ad un parco accanto ai campi da tennis e, dopo essere andata a vedere i bambini che giocavano, mi sono subito appassionata e ho iniziato a giocare!” E se il babbo è il fautore della nascita dell’interesse di Valeria per il tennis, sono due grandissime campionesse ad ispirarla. “I miei idoli sono Francesca Schiavone, che adoro e ammiro per la grinta che ha in campo, e poi Justine Henin.”
Salutandola, le prometto di salutarle Jasmine Paolini qualora abbia la possibilità di scambiare otto chiacchiere anche con lei e le auguro di poter portare a termine nel migliore dei modi il torneo che sta giocando (se mai la simpatica pioggia deciderà di lasciare tutti in pace). Qui, un augurio più grande non può che sorgere spontaneo. Dopo aver nominato campionesse del calibro di Schiavone, Henin, Li, non si può che sperare che anche la giovane Valeria da Grosseto possa intraprenderne le stesse sorti. La grinta e la convinzione ci sono certamente tutte, e nel tennis, sono già una grossa fetta di successo.
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