(Alexei Popyrin e Riccardo Piatti)
di Alessandro Nizegorodcew e Enrico Carrossino
“Sembra Malisse”. Silvano Papi non è un tecnico che si esalta per nulla ed è tutto salvo che un venditore di fumo. Udita questa sua frase, agli Internazionali BNL d’Italia 2010, mi sono avvicinato a Silvano per analizzare insieme a lui il giovanissimo Alexei Popyrin, australiano classe 1999. Un servizio stilisticamente molto bello, un dritto potente e preciso, un buon rovescio e ottimo tocco nei pressi della rete. Insomma: un giocatore già piuttosto formato, sebbene all’epoca undicenne.
Il cognome, come si può evincere, non è australiano bensì slavo. I genitori di Alexei si sono trasferiti “down under” ben 15 anni fa e il giovane Popyrin è nato e cresciuto lontano dalla “madre Russia”. Una famiglia numerosa, tra l’altro, che può contare su altri 3 fratelli, uno dei quali, Anthony, deciso a seguire le orme di Alexei. “Ci siamo trasferiti successivamente a Dubai” – racconta il papà Alex – “e dove Alexei si è allenato con Zeeshan Ali, un ex numero del mondo under 18 indiano. I ricordi di quel periodo sono bellissimi per tutti noi, con il momento più emozionante quando Alexei, 9 anni all’epoca, giocò sul centrale di Dubai contro Jim Courier di fronte ad uno stadio pieno per il torneo Atp.”
Oggi Alexei non ha esattamente un coach qualunque. Il suo nome è Riccardo Piatti. “Noi viviamo a Bordighera” – spiega ancora papà Alex – “e quindi è molto comodo per noi sia quando Riccardo segue Ljubicic e Gasquet a Montecarlo che ovviamente a Bordighera. Alexei è in ottime mani e sta lavorando benissimo; con Riccardo il rapporto è bellissimo e credo di poter dire, senza possibile smentita, che mio figlia stia lavorando con uno dei coach più bravi al mondo.”
Il giovane Popyrin ha viaggiato e girato tanto durante i suoi primi anni da “piccolo professionista”. “Siamo stati in molti paesi e visitato tante scuole tennis” – prosegue Alex – “Abbiamo passato diversi mesi alla IMG Academy di Nick Bollettieri, così come in Spagna, precisamente ad Alicante. L’anno scorso si è allenato parecchi mesi in Australia al National Tennis Centre. La federazione australiana infatti ci ha dato una grandissima mano durante tutto l’arco del suo soggiorno. Gran parte della stagione la passiamo in Europa, affinché Alexei possa giocare sulla terra. In inverno ci spostiamo negli Stati Uniti e in Australia, per giocare sul veloce e competere con altri avversari di grande livello.”
E la scuola? E’ sempre una questione piuttosto “scottante” in situazioni di professionismo precoce. Alexei è iscritto ad una scuola telematica americana che gli lascia il tempo di allenarsi e girare per tornei senza problemi. “Sono molto contento, perché Alexei riesce ad andare bene anche a scuola. E in più viaggiare tanto, e contemporaneamente studiare, gli hanno permesso di conoscere inglese, russo, spagnolo e italiano, che sta imparando…”
Parliamo di tennis giocato. Papà Alex ci spiega nel dettaglio le caratteristiche tecniche del figlio: “Alexei pul tirare il vincente con tutti i colpi e gli piace molto chiudere il punto a rete, un classico della scuola australiana. Il periodo passato in Spagna gli ha però insegnato a difendere anche con ordine e sacrificio. Il rovescio è molto molto buono e il diritto potentissimo; un fondamentale che utilizza per comandare lo scambio. Sa variare molto bene il ritmo, anche se con Riccardo Piatti sta lavorando tanto per implementare questa caratteristica. Stessa cosa possiamo dire per il servizio, che acquista in potenza con la crescita fisica.”
A questo punto chiediamo ad Alexei quale sia il suo sogno nel tennis e stessa cosa facciamo con papà Alex… Il padre risponde che “sogno sia felice.. se sarà come campione di tennis o altro non importa, la cosa che conta è che abbia solidi valori etici che lo aiuteranno ad ottenere qualsiasi cosa vorrà”.. Più pragmatico Alexei: “Voglio diventare il numero 1 del mondo e rimanere in vetta alle classifiche Atp per tanto tempo!”
Tennis, Genitori & Figli. Non poteva mancare la parentesi dedicata al rapporto tra padre e figlio tennista. “E’ naturale che ogni figlio” – spiega papà Alex – “voglia crearsi la propria indipendenza e molti genitori dovrebbero capirlo ad un certo punto. Penso anche che sia necessario che i ragazzi sentano che le loro aspirazioni sportive siano totalmente supportate dai loro genitori. Devo dire anche che siamo stati fortunati perché Alexei è stato sempre seguito da grandi professionisti e quindi io e mia moglie potuti rimanere sempre dietro le quinte.”
Chiudiamo con gli obiettivi per la stagione in corsa. E’ il giovane Alexei a risponderci: “Vorrei giocare tornei under 14 in Europa e spero anche Roma all’inizio di maggio. Compiuti i 13 anni vorrei provare a confrontarmi con qualche tornei Itf under 18.”
L’obiettivo è quello di formare il giocatore, lavorando duramente ma sempre divertendosi. “Ringrazio Spazio Tennis per questo spazio che ci ha concesso” – conclude papà Alex – “e approfitto della vostra disponibilità per lasciare i nostri contatti (ssigsports@gmail.com) qualora ci fossero addetti ai lavori che vogliano parlare con noi o, non si sa mai, qualche sponsor interessato…”
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