di Sergio Pastena
Qualche pillola del primo turno di Davis: così, tanto per raccontare le curiosità che non c’entrano col tennis giocato.
Lo sguardo logorroico di Troicki
Non ho trovato uno screenshot migliore, quindi dovrete fidarvi: il volto di Troicki, quando è stato breakkato sul 5-5 del terzo set nel singolare contro Ryderstedt, era una cosa unica. Ci sono sguardi che parlano, ma quello del serbo ha tenuto una conferenza. Per la precisione ha detto: “Tu, povero merluzzo sfigato e incapace che ti sei arrampicato sul 5-5 senza neanche sapere come hai fatto, annullandomi quattro palle break con l’aiuto di santi e madonne varie. Tu, dico, venditore di ghiaccioli prestato al tennis, perché devi farmi perdere tempo? Perché ti sei messo a tirare mazzate folli da ogni posizione del campo, consapevole che altrimenti non avresti nessun modo per fare il break? Perché lo fai, che tanto alla fine perdi lo stesso? E soprattutto, perché sti cazzo di colpi ti finiscono tutti sulle righe? Perché devo rimanere un’altra mezz’ora in campo con un ceppo del genere, Odino ladro? Perché? Perché? Perché?”. Tutto questo Troicki non l’ha detto, ma il suo sguardo ha parlato per lui.
Una prece per i telecronisti
La battuta è vecchia e di solito si fa con le tenniste thailandesi, ma stavolta davvero ho provato un moto di pietà per gli eventuali telecronisti che avessero dovuto commentare Polonia-Madagascar di Davis (ammesso che qualcuno l’abbia trasmessa). Da un lato i polacchi, gente che non compra una vocale manco sotto tortura: Matkowski, Janowicz, Fyrstenberg, capitano Szymanik (e mancava il celebre Przysiezny). Dall’altro i malgasci coi loro nomi-autobahn: Rakotondramanga, Rasolomalala, Rasolondrazana, Ramiaramanana, capitano Rabarijaona. Si giocava alla Wybowyskowo Arena. Pare che all’ingresso delle squadre in campo venti balbuzienti siano guariti miracolosamente. Così, sulla fiducia.
L’eroe di Dnepropetrovsk
Impossibile non provare stima per colui che ha avuto il coraggio di piazzare una telecamera durante il doppio di Ucraina-Monaco, in modo da non privare il mondo delle esaltanti immagini di Stakhovsky-Molchanov vs Couillard-Oger. Certo, vista la distanza dal campo non si capiva molto della partita, ma una cosa di sicuro l’ho capita: se l’avessero giocata nella palestra del mio liceo avrebbero fatto una figura migliore.
Comprate Kürşad Köse!
A un certo punto, per puro sadismo, ho provato a sintonizzarmi sul doppio di Turchia-Bosnia, un po’ per vedere come gioca Brkic, un po’ per capire se Zorlu esiste davvero o è un ologramma. La rete Trt-Avaz, però, mi ha giocato un brutto scherzo e mi sono trovato di fronte sto sosia tamarro di Marco Carta che promuoveva il suo nuovo cd. Per la precisione si chiama Kürşad Köse e il titolo della canzone era Dillere Düşmüşsün, che tradotto dovrebbe significare all’incirca “La trişte ştöria di ün neömelödicö türcö”. Ho deciso di adottarlo, quindi acquistate il suo cd.
Jean Julien al manicomio
Alla fine Jean Julien Rojer ce l’ha fatta ad esordire per l’Olanda. Il forte doppista, che fino ad ora aveva rappresentato le Antille Olandesi, si è trovato in mezzo ad un intrigo diplomatico mica da poco. Le regole della Davis, giustamente severe, prevedono che per cambiare nazione un tennista debba prima prendersi tre anni sabbatici e, inoltre, che debba avere un passaporto valido della nazione in questione e due anni di residenza sul suo territorio. Piccolo problema: le Antille, colonia olandese fino al 2010, nell’ottobre di quell’anno si sono disciolte con un referendum. Alcune isolette sono diventate comuni olandesi, altre come Curaçao “nazioni costitutive”: in parole povere, pur facendo parte dell’Olanda hanno una certa autonomia, che comprende anche proprie rappresentative sportive. Da qui i dilemmi di Rojer, che con le Antille non giocava dal 2007: abitando a Curaçao, la residenza era da considerare olandese o antillana/curaçaense? E anche nel primo caso, come considerare la residenza prima dell’ottobre 2010, visto che dal referendum non sono passati due anni? Alla fine un pool di selezionati astrofisici ha risolto l’enigma e J.J. ha potuto esordire in Davis al fianco di Haase, vincendo.
Attenti al temibile Amarante
Il sito che uso per lo streaming, all’inizio del Day 2, mi ha lasciato interdetto: Haas e Petzschner stavano giocando contro Schwank e Amarante. Amarante… e questo cu minghia fu? Arcano svelato: è un tennista argentino ventenne che di nome fa Juan Ignacio. Evidentemente il ragazzo che lavorava al sito, ancora assonnato dopo una notte brava, voleva mettere Chela e ha sbagliato Juan Ignacio. Peccato che poi non abbia giocato neanche Chela, ma Nalbandian…
Traduzioni simultanee
Ne abbiamo già parlato: le parole di Melzer quando ha saputo che avrebbe giocato contro Kunitsyn. Per correttezza giornalistica è necessario tradurre cosa voleva in realtà dire l’austriaco: “Tutti in questa stanza sono rimasti sorpresi, inclusi i russi (nessuno arrivava a pensare a una cazzata del genere). Dobbiamo prendere questa cosa per quella che è (un regalo). Kunitsyn è un ottimo giocatore (su VirtuaTennis ci vincevo sempre) ha molta esperienza (son dodici anni che perde) e ha un bilancio positivo contro di me (contro Youzhny è pure peggio, ma non diciamolo). Magari si rivelerà la mossa giusta (se non si è capito, sono in fase diplomatica). Tutta la sala stampa squadra Melzer col classico sguardo “Ma che stai a ddì?” e Melzer aggiunge: “Ovviamente sono molto più contento di giocare con Kunitsyn che con Youzhny” (va bene la diplomazia, ma per coglione io non ci passo!).
Raccapricciamoci
Dico… in tanti criticano Seppi perché non è proprio l’emblema del tennis divertente. Però ci sembra esagerato che a fare lo streaming fosse “Creepy Tv” (letteralmente “Tv Raccapricciante”).
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