di Fabio Valente
Mare cristallino, scogliere a perdifiato, cielo limpido e preziosi monumenti: questo è lo scenario medio che l’isola di Cipro regala all’occasionale visitatore che vi si reca. Sotto l’apparente bellezza dell’isola lambita dalle acque del Mediterraneo, si cela tuttavia una situazione politica piuttosto complicata e contorta, che rende questo stato a sua volta diviso in due macro-stati separati, facenti capo l’uno all’autorità di Cipro, l’altro al vicino stato turco. Con una popolazione che non raggiunge neppure il milione di abitanti, Cipro è tuttavia un’isoletta fiorente, capace di dire la propria nel mondo dei grandi anche nello sport, dal più blasonato calcio sino al tennis.
Abbiamo intervistato Petros Chryosochos, giovane diciannovenne nativo di Larnaca, tennista dall’età di otto anni e ad oggi il miglior prospetto, se non l’unico, per quanto riguarda il futuro del tennis nell’isola di Cipro. Se questa nazione può al momento vantare una certa rinomanza nel mondo del tennis lo deve senza ombra di dubbio a Marcos Baghdatis, paladino della disciplina capace di portare il blasone cipriota sino all’ottava posizione del ranking mondiale, giungendo anche a sfidare nella finale degli Australian Open 2006 il campione svizzero Roger Federer. Oggi Marcos naviga a malapena nei dintorni della centesima posizione mondiale, segno di un passaggio generazionale che, nell’ottica di Cipro, passa per forza nelle mani del talentuoso Petros Chrysochos.
“Ho cominciato a praticare numerosi sport sin da bambino – racconta Petros – e mi divertivo con il calcio, il nuoto e soprattutto il judo. Dopo alcune dure sconfitte iniziai ad odiare il judo e abbandonai questa disciplina per la frustrazione, anche se ero piuttosto piccolo. Mentre camminavo un giorno per la mia città capitai di fianco a un campo da tennis e chiesi a mia madre se potessi cominciare a provare. Tutto cominciò ad otto anni, quel giorno. Ho lavorato molto da lì in poi e ho ricevuto molte opportunità di viaggiare in numerose nazioni all’estero per giocare a tennis, ma spesso ho dovuto rinunciare per svariate ragioni”
Dall’incontro casuale con il tennis è nata una vera e propria storia d’amore per Petros, che non ha più chiaramente abbandonato tale sport. Tuttavia, praticarlo in patria è sempre stato piuttosto complicato, soprattutto nei primi tempi: “Può essere davvero difficile farsi una carriera partendo da quest’isola, è vero. Non abbiamo molti giocatori di qualità, né una grande tradizione, ma penso che si possa essere piuttosto ottimisti per il futuro. Si prova a lavorare molto su noi giovani, nella speranza di formare anche un team di Davis più competitivo di quello attuale. Ho un allenatore che mi segue giornalmente e con cui stiamo raggiungendo obiettivi su obiettivi per cui non posso lamentarmi troppo. Devo riconoscere però che il tennis è uno sport decisamente costoso e sfortunatamente non alla portata di tutti. Soprattutto nei primi anni scegliere quali tornei giocare per controllare le spese è stato piuttosto difficoltoso”
Vincitore di tre titoli futures, di cui uno proprio nella sua Cipro, Petros è stato in grado in soli due anni di costruirsi una classifica di tutto rispetto, passando dalla ottima diciannovesima posizione nel circuito juniors alla piazza numero 496 che occupa oggi nel ranking professionale ATP. “Sogno di entrare nella top200 entro qualche anno e un giorno di essere tra i primi 100 al mondo, lavoro ogni giorno perché il desiderio divenga realtà. Il mio idolo è Roger Federer ma stimo David Ferrer: è un lottatore nato e adoro vederlo giocare”
Per il prossimo anno le idee sono già chiare nella mente del diciannovenne di Larnaca, che sulle proprie spalle porta il peso delle speranze di un’intera nazione: “L’anno prossimo ho intenzione di giocare molto di più nel circuito Challenger e scalare la classifica il più possibile. Giocare qualche qualificazione per eventi ATP250 sarebbe fantastico ma non so se ci arriverò già l’anno prossimo. Il livello tra futures e Challengers è piuttosto differente e rappresenta un passo impegnativo per un ragazzo. Quando avevo 16 anni e sono passato a giocare prima i tornei under18 e poi subito dopo i futures è stato un passaggio molto più semplice per me”
A vegliare sulle spalle del promettente Petros Cryoschos c’è inoltre una figura d’eccezione: Marcos Baghdatis. L’esperto veterano del circuito ATP ha speso parole d’elogio per il giovane connazionale, assistendolo spesso nei momenti più importanti della sua giovane carriera. Petros racconta così il suo rapporto con Baghdatis: “Marcos ha un alto numero di impegni come ogni tennista a livello professionistico ma ogni volta che ne ha la possibilità mi scrive un messaggio o si ferma con me per parlare. Quando ho fatto il mio esordio in Coppa Davis mi ha riempito di consigli e tirato letteralmente su di morale. Viene da un piccola isola come me ma ha lasciato la famiglia e gli amici a quattordici anni per inseguire un sogno e allenarsi in Francia. Ha sacrificato quasi tutto per un obiettivo e lo ha raggiunto, lui è un esempio per me”
“Viaggiare e farsi nuovi amici – continua Petros parlando della sua vita da tennista – è di certo la parte più bella del nostro mestiere. Ci sono anche grandi svantaggi in questo sport individuale, come ad esempio le sconfitte che ti fanno perdere competitività e autostima, ma si ritrova sempre lo spirito giusto per tornare in campo. Nel futuro mi vedo come un tennista, ma ammetto che anche poter studiare in un’università mi piacerebbe davvero molto, un giorno…”.
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