di Renato Lugarini
L’ultimo atto del Monteroni Women’s International 2011 incorona Nastassja Burnett col titolo di Reginetta di Siena. Doveva essere una festa, quella celebrativa per i 10 anni di una manifestazione che sta riscuotendo sempre maggiore successo; e così è stato. Il derby italiano tra Nastassja Burnett e Giulia Remondina era quanto di meglio l’organizzazione potesse aspettarsi, per chiudere in bellezza un’edizione premiata da un tabellone di qualità e da un pubblico sempre numeroso. Difficile trovare uno spiraglio libero per poter assistere alla finale di stasera.
L’inno italiano accompagna la presentazione delle due azzurre, visibilmente emozionate. Nastassja è quella che, col linguaggio del corpo, nasconde meno l’eccitazione del momento. Si guarda intorno continuamente, per captarel’atmosfera che la circonda. Non è solo un dettaglio di colore, perchè la sua capacita di raccogliere le emozioni e di riuscire a trasformarle in carica agonistica, durante l’incontro, si rivelerà una delle armi vincenti. Mi sorprende quando, fiduciosa, cerca lo sguardo degli spettatori, nonostante buona parte del pubblico sia leggermente più schierato verso la Remondina, giocatrice che sente più “sua”. Dopo aver ottenuto un punto ti guarda negli occhi, Nasty, e mentre lo fa il suo incitamento sembra sottintendere uno spiazzante “forza che ce la facciamo!”, che rivela una fermezza di carattere certamente fuori dal comune.
Nastassja Burnett b. Giulia Remondina 63 76
L’alto livello di tennis espresso da entrambe le finaliste, nel corso di tutto il torneo, lasciava presagire una gran bella finale. In realtà il bel tennis si è visto, ma a tratti. D’altronde, derby e finale in casa rappresentano un mix molto complicato da gestire. Difficile, nei momenti chiave, non sentire il braccio che pesa. In compenso è stato un match ricco di emozioni e di cambi di fronte, soprattutto nelle fasi conclusive del secondo e decisivo set.
L’inizio è tutto di marca Remondina. Giulia parte fortissimo: serve bene, sbaglia poco e aggredisce l’avversaria, impedendole di prendere in mano il pallino del gioco coi suoi micidiali colpi da fondocampo. Sul 31, però, si ripete il copione della semifinale con la Schaefer. La Remondina, al servizio, sbaglia la palla del 41 a campo aperto e, questa volta, il tanto temuto black-out mentale, che era riuscita a evitare per tutto il corso del torneo, cala improvviso. Ceduto il break, segue un parziale di 5 giochi a zero per la Burnett (63 10), padrona assoluta del campo e degli scambi. Nel secondo set stessa storia, con Giulia che riesce a portarsi 3 a 1 prima di perdere il filo del gioco. Sul 53 e servizio Burnett il match sembra concluso ma, per la prima volta, è Nastassja che inizia a regalare qualcosa. La Remondina ne approfitta impattando sul 5 pari e riuscendo a trascinare la partita al tie-break. Nel gioco decisivo Giulia parte di nuovo bene e vola sul 3 a 0, sostenuta dal pubblico che spera di godersi un terzo set dall’esito molto incerto. Ma è di nuovo black-out, che permette alla Burnett di portare a casa 6 punti e le mette a disposizione tre match point consecutivi. Partita finita? Neanche per sogno. Uno dopo l’altro la Remondina li annulla tutti lasciando, finalmente, andare il braccio. Lo stesso braccio che, però, la tradisce ogni volta che ha la possibilità di portarsi avanti. Nella lotta di nervi Nastassja si dimostra più solida e, nonostante si veda annullare un quarto match point, alla quinta occasione riesce a chiudere l’incontro. Durante la premiazione la Burnett ha l’opportunità di dire solo poche parole e le indirizza tutte verso l’avversaria, a cui rivolge i propri complimenti. Grinta, determinazione, forza e signorilità.
Chapeau, Nasty!
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