di Federico Rossini
Di anni ne deve ancora compiere 19, ma Garbine Muguruza Blanco (che adesso preferisce farsi chiamare senza il secondo cognome) ha fatto registrare, in questa stagione, una tale esplosione da portarla legittimamente a esser considerata la maggiore speranza per il futuro del tennis femminile di Spagna.
L’ultimo ITF da lei disputato, il 100.000 di Bucarest, non le ha regalato l’ottavo titolo in carriera solo perché Maria Teresa Torro Flor ci si è messa di mezzo, vincendo la finale per 6-4 al terzo. Ma i segnali sono stati ottimi, dato che nel torneo la Muguruza ha infilato in sequenza Karin Knapp, Irina Camelia Begu e Alizé Cornet, tra secondo turno e semifinale. Si è inoltre assicurata un posto nelle top 100, per la sua personale “primera vez”, a voler essere spagnoleggianti.
Fatta salva questa finale, il cammino di Garbine lungo quest’anno è stato davvero pieno di soddisfazioni. In marzo, il botto: dopo la vittoria nel 25.000 di Clearwater, in Florida, nella finale contro Grace Min (sì, la bestia nera di Camila Giorgi), a Miami succede l’incredibile: con una wild card, al primo turno Ayumi Morita è superata per ritiro, ma nel secondo a cadere è Vera Zvonareva, che perde 6-4 6-3. La vittima successiva è Flavia Pennetta, che capitola nel tie-break del terzo. Poi perderà contro Agnieszka Radwanska, ma intanto la strada è tracciata, anche se il maggior risultato colto di lì in poi, a parte Bucarest, rimane il quarto perso a Fes con Kiki Bertens.
Prima di quest’anno, comunque, la Muguruza aveva messo in cascina parecchi tornei vinti. Precisamente, sette, di cui quattro in un unico anno, il 2011. Ma già nel 2009, dopo un paio di belle prestazioni (finale e semifinale) in due tornei ad Antalya-Manaygat (per capirci, uno degli infiniti tornei che si disputano in Turchia, ogni settimana in infiniti circoli), e dopo altri bei risultati tra terra e duro nel corso dell’anno, aveva fatto registrare il primo successo. Certo, è stato nell’ultimo torneo disputato, a dicembre. Però da lì è partita una sequenza proseguita nell’inizio di 2010: vittoria-finale-vittoria. Tutto tra Vinaros e Mallorca.
L’anno della vera esplosione, a livello ITF, è però il 2011: tantissime finali e soprattutto quattro successi. Nell’ordine, tra finali e vittorie: Antalya a marzo 2011 (finale persa con Reka-Luca Jani), Torrent (vittoria, e la città non c’entra niente con BitTorrent) ad aprile, Montemor-o-Novo (vittoria) e Alcobaca (finale) a giugno, Caceres (vittoria, e qui passiamo dai 10mila ai 25mila), Mestre (finale, 50mila, persa da Mona Barthel dopo aver battuto Babos e Voracova sulla strada), Benicarlo (vittoria, 25mila).
Tutto questo, prima del 2012. E di una salita che potrebbe non fermarsi qui, perché questa ragazza, che gioca da quando ha 5 anni, ha talento. Vero.