di Luca Brancher
“Ecco ogni volta ripenso a ciò e mi chiedo: ‘Ma come sarebbe ora la mia vita se quel giorno mi fossi qualificata per il tabellone principale degli Internazionali di Roma a soli 18 anni?’”
Ci sono domande alle quali si vorrebbe dare qualcosa di più solido di una risposta esaustiva, ma se pensiamo che sia questo il modo per conferire alla vita un significato più profondo commettiamo un grave errore. Prendiamo, ad esemplificazione di quanto appena espresso, il caso di Alice Moroni, ragazza bergamasca che lo scorso febbraio ha compiuto 23 anni. Sin da piccola è cresciuta con un pallino, vale a dire diventare una giocatrice di tennis. Il suo sogno, il suo obiettivo l’ha accompagnata dai primi passi su un campo di gioco, con lo scorrere degli anni, fino a diventare uno dei prospect più importanti dell’intero panorama nazionale. Qualcosa, però, a questo punto è cambiato: Alice, da un paio d’anni a questa parte, ha capito di avere altre priorità.
“La scelta di smettere si è dovuta inizialmente per esigenze di studio, dal momento che volevo diplomarmi con voti alti. Nella mia vita lo studio è sempre stato in secondo piano, ma la maturità per me aveva molta importanza e quindi, per una volta, ho deciso di mettere la scuola al primo posto. Dopo l’esame mi son presa un periodo per pensare seriamente a ciò che volevo fare nella mia vita e lì mi son detta che non avrei dovuto sprecare le mie doti da studentessa, così mi sono iscritta all’università: in seguito ho anche notato che la mia passione per il tennis (da giocatrice) si stava un po’ affievolendo.”
Alice, infatti, da un anno a questa parte sta seguendo un programma di laurea alla facoltà di Scienze Motorie dell’Università Cattolica di Milano, un corso di studi che sta felicemente frequentando e che le permette, non esistendo l’obbligo di frequenza, di non abbandonare in toto i suoi impegni col tennis. Pur facendo la spola tra il capoluogo lombardo ed il suo paesino nei pressi di Bergamo, dove vive coi genitori, ha comunque raccolto, nel corso di questi ultimi 12 mesi, non poche soddisfazioni, professionali e non, all’interno del rettangolo di gioco.
“Dall’inizio dell’anno mi alleno ad Osio Sopra (altro centro a pochi chilometri da Bergamo), con il maestro Andrea Biffi. Sono arrivata per caso in questa struttura, dove ho trovato un clima accogliente e famigliare: la passione e la voglia del mio coach mi hanno trasmesso quelle sensazioni che in campo mi permettono non solo di giocare, ma anche, e soprattutto, di divertirmi. Da ottobre, poi, grazie al maestro Hans Mazzoleni, che insegna in un piccolo circolo vicino a casa, comincerà anche la mia avventura come maestra: ne sono entusiasta perché è attualmente ciò che desidero più fare e quello che maggiormente mi conferisce gioia e soddisfazione.”
Questo benessere ritrovato in campo non è stato soltanto foriero della decisione di intraprendere una nuova carriera da insegnante, ma ha apportato anche benefici ad un altro piccolo circolo, però della provincia di Monza e Brianza.
“Il 29 giugno scorso io e le mie compagne (Giulia Sussarello, Clelia Melena e Marcella Campana n.d.r.) del Club Tennis Ceriano siamo state promosse in A1. Per un piccolo club come il nostro è una vittoria che entrerà sicuramente nella storia e, anche per questo, è stata una giornata che ricorderò per tutta la vita: ho vissuto ogni partita dando il massimo di me stessa ma non avrei mai immaginato che alla fine saremmo passate alla massima categoria. E’ stata una gioia indescrivibile, emozioni imparagonabili, e il fatto di averle vissute con tutte le persone più importanti nella mia vita mi ha dato ancora più felicità. Credo proprio che resterò anche l’anno prossimo per le persone che collaborano e che hanno permesso di realizzare questo grande sogno (in particolare il Presidente Rocco Severino) ed anche per la sintonia che si è creata con le altre ragazze della squadra.”
Dulcis in fundo, esattamente a due anni dalla sua ultima apparizione sulla scena internazionale, Alice è tornata a calcare un campo del circuito ITF, quello casalingo, di Bagnatica, sfruttando una wild card riservatagli dagli organizzatori. La prestazione è stata incoraggiante, con una vittoria in singolare ed addirittura una semifinale in doppio, con l’amica Giulia Remondina (foto a sinistra).
“Giocare a Bagnatica quest’anno è stata un’altra avventura per me molto emozionante. Diciamo che quest’anno è stato un po’ un anno di svolta, tanti cambiamenti importanti ma tutti positivi per la mia crescita. Vincere poi il primo turno contro una giovane promessa (Liudmilla Samsonova n.d.r.) mi ha ridato fiducia e passione per questo stupendo sport, ma la mia scelta di riprendere o meno a livello professionistico è ancora un po’ in sospeso…”
Già, perché il futuro, quando ti apri tante prospettive come in questo caso, diventa per forza un’incognita, ma è un’incognita affascinante, nulla da temere, ma solo da scoprire con curiosità.
“Purtroppo o per fortuna il tennis ad alto livello non permette di fare nient’altro in termini di tempo e non ti concede nemmeno di farlo senza avere il 100% della convinzione e della determinazione. Per tutti questi motivi ed anche perchè nella vita ho cercato sempre di agire con razionalità e non con impulsività, mi vorrei prendere ancora del tempo per decidere. L’unica cosa di cui sono sicura è che il mio desiderio più grande sarebbe quello di costruirmi una famiglia prima dei 30 anni e per questo le mie scelte verranno di conseguenza”
Ed è inevitabile, oltre che ovvio, ripensare, ogni tanto, a quel momento di cinque anni fa, dove tutto sarebbe potuto diventare differente. Alice, ottenuta una wild card per il tabellone di qualificazione del torneo di Roma, supera brillantemente al primo turno Varvara Lepchenko ed al secondo turno è opposta alla russa Maria Koryttseva. Le buone impressioni mostrate all’esordio si palesano anche in questa partita, decisiva per l’ammissione al tabellone principale: dopo sette giochi, l’azzurra conduce per 5 giochi a 2, quando la pioggia, inesorabile, fa capolino al Foro Italico (foto a sinistra). Sospensione, che diventa decisiva, perché al rientro Alice non regge la tensione del momento: a 18 anni non c’è nulla di più naturale.
Alla fine la russa la spunta, e, come segnalato in apertura, ogni tanto ripensare a quel momento e porsi il quesito è assolutamente normale. Un quesito insoluto, senza risposta, ma, nonostante non sarà mai possibile rintracciare la soluzione a questo enigma, si nota come l’evoluzione del lustro successivo le ha comunque aperto tante soluzioni e creato tante aspettative, che avere rimpianti per quello che non è stato è inutile. Meglio godersi quelle basi, per un presente ed un futuro felice, che sono state nel frattempo create. E quel che sarà, sarà.
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