di Daniele Sforza e Stefano Berlincioni
Il sabato di quali nei tornei ITF è spesso ricco di personaggi improbabili che per i motivi più disparati (il principale è l’amore per questo sport) si trovano a giocare un torneo professionistico. Di persone oltre la soglia dei 40 anni ne abbiamo viste diverse: da quelli seri come Oren Motevassel, 48enne israeliano con un passato da top 200 ed auto proclamatosi miglior giocatore al mondo over 40, che poco più di un anno fa riuscì nell’impresa di guadagnare un punto ATP, a personaggi improbabili come Nicolas Leobold che, 5 match in carriera con un record di 0 games vinti e 60 persi, a marzo di quest’anno si è presentato in campo all’ITF francese di Anger con zaino ed una sola racchetta, rimediando un solo punto nel match grazie ad un doppio fallo dell’avversario (come vedete in foto). Non poteva che balzare all’occhio la presenza di un 69enne sabato scorso nelle quali sempre in Francia, ITF Mulhouse, e soprattutto non poteva non stupire la sua facile vittoria nel primo turno (64 60 al 19enne portoghese Ferreira, anch’egli al primo match professionistico). Poco importa se ha rimediato una bicicletta al secondo turno di quali (dove però ha vinto ben 15 punti, sprecando 3 palle break) dal connazionale Chaix, ci siamo chiesti cosa spinga un 69enne a competere a livello professionistico e, per questa ragione, lo abbiamo contattato.
Come hai iniziato a giocare a tennis?
Ho cominciato a giocare a tennis all’età di 16 anni poiché mio padre praticava e amava questo sport.
Non hai mai giocato pro, non ci hai mai pensato? Di cosa ti sei occupato durante la tua vita?
Non ho giocato nel circuito Pro perché avevo come priorità lo studio, per seguire il sogno di diventare professore di biologia. Poi sono anche diventato maestro di tennis e, tra le altre cose, ho viaggiato per 3 anni con Georges Deniau, allenatore della squadra francese.
Cosa ti ha spinto a firmare per le quali? come era il tuo avversario di primo turno battuto?
Mi sono iscritto a questo torneo per vedere come il tennis moderno fosse cambiato negli anni e poi era anche una sfida personale. È stato meno pericoloso del bungee jumping! L’avversario al primo turno era un giovane portoghese che correva bene, con un buon rovescio a due mani, un dritto basso e una seconda di servizio in kick. Ho sempre cercato di spostarmi a rete (il gioco che preferisco) e sono riuscito a vincere. L’aneddoto che posso raccontarti è quello in cui durante uno scambio ha perso una delle due scarpe e poi, irritato, con l altro piede l’ha calciata lontano.
Come è organizzato il senior tour ITF? Tra Senior e Pro tour ci sono regole diverse?
Il senior tour ITF è molto ben organizzato, grazie a un personale manageriale molto buono e inoltre qui si ha la possibilità di fare amicizie con persone di tutte le nazionalità. Non ci sono grosse differenze con il circuito Pro, escludendo il fatto che nel tiebreak il cambio campo si fa dopo il primo punto e dopo i 4 successivamente.
Quante volte ti alleni a settimana? Ti segue qualcuno?
Mi alleno circa 6 ore a settimana, senza coach se si esclude mia moglie (ride), originaria di Galatone (città del Salento), che è un buon occhio critico.
Ho letto che hai vinto più di 15 titoli dell’Alsazia, li hai vinti tutti in categorie over?
Ho vinto 18 titoli dei campionati di Alsazia dopo l’età di 45 anni e ho giocato altrettante volte i campionati nazionali di Francia al Roland Garros.
Come è cambiato lo stile di gioco tra i top player negli anni e qual era il tuo giocatore preferito all’epoca?
Lo stile di gioco di un top player si è evoluto nel corso degli anni, passando sempre più verso un gioco dove il servizio e i colpi da fondo campo la fanno da padrone e con il gioco a rete che tende sempre di più a diminuire. Il mio giocatore preferito all’epoca era Nastase, poi ammiravo anche tra gli italiani Pietrangeli, per il talento e la fantasia.
Hai mai visto tornei dal vivo, come ad esempio Basilea o il Roland Garros?
Non vado più a Basilea, i prezzi sono abbastanza alti, ma ogni anno sono al Roland Garros perché tutti i maestri di tennis sono invitati ed è interessante vedere la qualità degli allenamenti…
Hai giocato sicuramente con le racchette di legno, hai resistito all’idea di cambiare la racchetta di legno o hai cambiato subito? Sai a quanto riesci a servire ora?
Le racchette di legno erano delle tavole rispetto alle racchette attuali, con cui l’anno scorso servivo a 182 km/h al Roland Garros. Per me passare dalle racchette di legno a quelle di oggi è stato semplice perché sono sempre favorevole al progresso.
Hai seguito il successo delle italiane agli Us Open?
Si, è stato fantastico. Ho seguito con molto piacere il percorso delle italiane agli Us Open, hanno qualcosa di diverso e hanno vinto usando l’intelligenza avendo come avversari dei “bulldozer” (risata).
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