Ludmilla per l’ITF e Liudmila per sua stessa ammissione, sarà comunque la Samsonova una probabile rappresentante in futuro dei colori italiani del tennis. Classe 1998, la ragazza di origini russe si era già messa in mostra lo scorso anno, quando nel torneo da $10.000 di Roma aveva conquistato il titolo ed era stata descritta (e poi descritta dal nostro direttore nell’articolo dedicato al suo successo). L’abbiamo intervistata mentre questa settimana era impegnata a Santa Margherita di Pula, dopo una stagione non proprio positiva, in cui ha mancato l’accesso al main draw degli Slam juniores, e ci ha raccontato prima la sua infanzia e poi cosa non è andato in quest’ultimo anno.
Partiamo dal match di singolare di primo turno perso ieri contro la francese Suvrijn. Eri avanti di un set e nel secondo 3-3 con palla break, hai perso quel game e poi il set, mentre nel terzo eri 4-1, poi 5-3 30-30 e servizio, e 5-4 30-15 con al servizio la francese. Hai ceduto gli ultimi game e perso per 7-5, cosa ti è mancato?
Non so come spiegarti, sono diversi match che perdo così. Forse mi è mancato un po’ di coraggio anche perché alla fine, nei momenti decisivi, sono stati i miei errori a far rientrare la mia avversaria. Mi dispiace sia andata così…
Come mai sei arrivata in Italia? Quando hai iniziato a giocare a tennis?
Mi sono trasferita per il lavoro di mio padre, lui giocava a ping pong, una squadra gli ha proposto di venire qui in Italia e lui ha accettato. Ho iniziato a giocare a 6 anni, giocavo anche a ping pong e facevo pattinaggio. Diciamo che mio padre non è rimasto deluso dalla scelta del tennis, perché in Italia non c’era molta possibilità per il tennis tavolo.
Quando hai capito di voler diventare una tennista?
Fin da subito ho capito che il tennis doveva far parte della mia vita. Quando guardavo i match in tv mi dicevo di voler arrivare anche io a giocare quelle partite.
Hai 16 anni, quanto è difficile conciliare il tennis con la vita di studentessa?
Vado a scuola 2-3 volte a settimana e quando posso anche tutti i giorni. Ovviamente ho libertà quando devo giocare tornei ad esempio, e normalmente mi alleno comunque per un 5-6 ore al giorno. Per il futuro non mi è mai passata per la testa l’idea di andare al college, il mio obiettivo è quello di continuare a giocare a questi livelli.
Impossibile non ricordare la splendida cavalcata dello scorso anno che ti ha portato alla vittoria nel torneo da $10.000 di Roma; ti aspettavi un risultato del genere?
Sono arrivata lì, era il mio primo $10.000 in tabellone principale grazie alla wild card degli organizzatori ed ero già contenta così. Ho giocato partita per partita e la cosa che mi ha aiutato tanto è stato il fatto di essere tranquilla, senza pensieri. Credo di aver capito di poter vincere il torneo dalla semifinale, che penso sia stato uno dei migliori match giocati nella mia vita.
Quest’anno da junior ha giocato tanto per gran parte della stagione, ma forse non hai raccolto tantissimo. Sei un po’ delusa?
Si, sono rammaricata. Non è stato un anno molto piacevole, non mi aspettavo di fare così male, avevo tante pressioni addosso, che mi mettevo io stessa, e poi altri vari problemi, anche al di fuori del tennis, mi hanno portato a giocare male. Credo di aver iniziato a giocare solo ora, peccato sia già settembre…
Tra gli altri tornei, hai giocato, seppur nelle qualificazioni, a Wimbledon e al Roland Garros. Che emozioni si provano a giocare questi tornei?
Sono state esperienze bellissime. Al Roland Garros sono stata poco, in pratica dopo la sconfitta sono andata via quindi non ho neanche avuto la possibilità di entrare a vedere. A Wimbledon invece sono stata ancora meglio perché ho avuto un paio di giorni per girare lì. È stato fantastico.
Come ti sei trovata sull’erba?
Sull’erba mi sono trovata bene, ma non benissimo. Sul cemento mi trovo meglio…
Ti alleni sicuramente in uno dei migliori club italiani, a Bordighera, seguita da Riccardo Piatti. Come ti trovi?
Avere una persona così che crede così tanto in te è veramente fantastico. In questo momento stiamo lavorando sul ritrovare un po’ me stessa, perché in questo momento mi sono “persa”. Penso che questa sia la cosa più importante.
Cosa pensi del successo delle italiane?
Solo guardando i match di Flavia e Roberta ho imparato tantissimo. Ci hanno regalato un sogno e sono davvero contenta per loro.
Spiegaci un po’ la questione del passaporto…
Ho passaporto russo e quindi non sono ancora italiana, tuttavia a livello tennistico si. Avrò il passaporto italiano solo compiuti i 18 anni perché prima non posso chiederlo. Per il momento non ho alcuna idea di giocare in futuro per la Russia, poiché sono sicuramente più legata all’Italia, dove sono cresciuta.
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Dopo questo torneo torno a casa per una settimana, poi andrò in Spagna per prendere qualche punto per provare ad entrare nel tabellone degli Australian Open.
Obiettivi per la prossima stagione? Proverai a giocare junior per giocare gli Slam o passerai ai Pro?
L’obiettivo sarebbe quello di entrare in tabellone negli Slam però non lo metto al primo posto altrimenti mi metto tensione, quindi come va, va. Diciamo che io ho il desiderio di giocare in tabellone gli Slam, quindi se servirà qualche punto per giocarli, proverò a farli.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Leggere, andare al cinema, stare con i miei, con mio fratello e, ovviamente, con gli amici.
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