di Alessandro Nizegorodcew
Neanche a farlo di proposito. Nel giorno della vittoria iberica sull’Italia ad Euro 2012, il campano Lorenzo Giustino conquista il primo titolo da professionista ad Izmir, in un Itf turco su terra da 10.000$. Giustino, classe 1991 e numero 560 Atp (ma salirà in classifica nelle prossime settimane) ha una storia che va raccontata. Nato in Italia ma cresciuto tennisticamente in Spagna, dopo una breve parentesi con Tomas Tenconi nel nostro paese, ha deciso di tornare nuovamente a Barcellona. I risultati del 2012 gli stanno dando ragione.
Lorenzo, partiamo dalla vittoria di ieri. Raccontaci le emozioni del tuo primo successo..
“Ho battuto il giovane Jason Kubler 64 36 75. E’ stata davvero una finale durissima, perché il mio avversario gioca davvero molto bene; è molto rapido e pratica un tennis piuttosto offensivo. Oggi l’arma decisiva è stata la battuta: ho servito benissimo e sono riuscito a conquistare, dopo due finali perse, il mio primo titolo Itf. Sono ovviamente molto contento della vittoria, ma ancor di più per la consapevolezza che sto acquisendo. Sto iniziando infatti a capire quali sono i miglioramenti che dovrò apportare al mio gioco per vincere tornei di gran lunga più prestigiosi.”
Lo scorso anno spesso te la giocavi con tennisti intorno al 200-300 Atp, finendo però spesso sconfitto. In questo 2012 sembra essere cambiato qualcosa. In cosa pensi di essere cresciuto maggiormente?
“Sono consapevole di quello che deve essere il mio tennis. So cosa fare in campo in ogni situazione, mentre in passato a vincere era la mia insicurezza. Non so come spiegarlo, ma ora tutto è più chiaro.”
Facciamo un passo indietro. La tua storia tennistica si divide tra Italia e, soprattutto, Spagna. Ce la racconti nel dettaglio?
“Io sono nato a Napoli, anche se ho vissuto davvero per poco in Campania. All’età di 7 anni mi sono trasferito con la mia famiglia a Barcellona. Ho iniziato a giocare a tennis al Bona Sport dove c’era l’accademia di Manolo Orantes. In Catalogna, da under, ho vinto praticamente tutto, grazie al lavoro fisico svolto con Salvador Sosa e tennistico con Albert Torras. Albert era ed è attualmente il coach di Federico Del Bonis, con il quale mi allenavo anche io. Intorno ai 15 anni sono dovuto rientrare in Italia e l’anno successivo ho provato per qualche mese a lavorare al Blue Team di Arezzo. Sono tornato nuovamente da Torras in Spagna, ma Del Bonis era a quel punto già numero 200 Atp e non aveva modo di seguire anche me. Nelle ultime due stagioni ho lavorato con l’ex pro Tomas Tenconi prima di rientrare in Spagna, ad inizio anno, chiamato da Salva Sosa e Luis Bruguera a Barcellona. Il coach che mi segue maggiormente in accademia è Ricard Ros.”
Come mai questi continui spostamenti tra Italia e Spagna?
“In una parola: soldi. Non avevamo più disponibilità economiche e sono rientrato in Italia. Luis e Salva Sosa però hanno deciso di puntare e sono rientrato in Spagna.”
In pratica hai vissuto metà della tua vita in Spagna e metà in Italia, ma tu, Lorenzo Giustino, ti senti spagnolo o italiano?
“Totalmente italiano. Luis Bruguera ha tentato in tutti i modi di convincermi a prendere la nazionalità iberica e di giocare a tennis per la Spagna, ma io ho sempre rifiutato e sono orgoglioso di questa mia scelta. Vi sarebbe stata la possibilità di ricevere dei soldi dalla federazione spagnola, ma io ho comunque detto “no” e non me ne sono mai pentito.”
E i tuoi genitori, dove vivono oggi? E qual è il loro rapporto con te e con il tuo tennis?
“I miei genitori vivono a Napoli. Mi aiutano tantissimo e sono loro profondamente grato. Vivono comunque da vicino il mio sogno e sono felici di sapere che continuo a giocare tornei.”
E con la Federazione Italiana Tennis che rapporti hai?
“Nessuno. Immagino che per loro io sia spagnolo. Non sono mai stato contattato dalla FIT.”
Tornando al tennis giocato, hai pensato di inserire anche i challenger nella tua programmazione dopo mesi di ottimi risultati futures?
“Assolutamente si. Dalla prossima settimana, per 2 mesi, disputerò solamente qualificazioni in tornei challenger, a partire da San Benedetto.”
Domanda finale: Obiettivi per la fine del 2012?
“Sono molto scaramantico e gli obiettivi li tengo per me, tranne uno che è poi il più importante: imparare a giocare bene a tennis…”
Grazie Lorenzo e in bocca al lupo
“Grazie a te e un saluto a tutti i lettori di Spazio Tennis.”
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