(Gioia Barbieri – Foto Nizegorodcew)
di Giulio Gasparin
Si dice che noi italiani siamo quelli che arrivano dopo, noi siamo come il vino, abbiamo bisogno di tempo per maturare. Ecco allora che la Schiavone vince il primo slam per l’Italia a quasi trent’anni, la Pennetta il primo premier mandatory a 32 e così via.
La storia di Gioia Barbieri è un po’ diversa, certo anche lei sta arrivando “dopo”, ma si può dire che la sua carriera è appena iniziata.
A 22 anni la romagnola arriverà la prossima settimana al best ranking, grazie alla stupenda vittoria nel $25.000 di Grado romperà la barriera delle prime 200.
Un carriera appena iniziata si diceva, ma si può tranquillamente abusare dell’espressione tanto amata dai giornalisti “una seconda carriera”, perché per Gioia questa è senza dubbio una seconda vita da professionista.
Dopo un passato da junior che già faceva presagire grandi prospetti, il talento cristallino della tennista di Forlimpopoli ha subito un arresto brusco e quasi brutale a causa di infortuni che non le davano pace.
Ecco che nel 2007 è costretta a saltare sei mesi a causa di un brutto infortunio alla caviglia e poi al rientro iniziano i problemi alla schiena che già nel 2008 la tengono fuori per otto mesi.
Nell’agosto di quell’anno aveva dichiarato qui su Spazio Tennis: “Non ce la faccio più, ormai ho perso il conto dei giorni senza tennis.”
E ancora a Gennaio dell’anno successivo: “Stava andando tutto benissimo, credevo finalmente di aver superato questo infortunio. Negli ultimi giorni invece ho sentito nuovamente dolore.”
Le protrusioni discali di cui soffre non sembrano dare pace e Gioia, tennista moderna, dal gioco tutto pepe e all’attacco, è costretta a limitarsi, abbandonare le amate superfici veloci e anche sulla terra si sforza, si snatura, e si limita a remare da fondo campo.
Poi lo scorso anno a seguito dell’ennesimo infortunio, questa volta al piede, l’azzurra ha cominciato a guardarsi in giro ed è allora che è iniziata la collaborazione con Giorgio Galimberti e la San Marino Tennis Academy.
L’ex-azzurro ha di recente commentato così il cambiamento che ha portato il loro incontro: “Una come lei, non velocissima, deve stare vicino alla riga di fondo per comandare sempre il gioco. Giocando in difesa sarebbe rimasta a vita intorno al numero 300 WTA, senza poter nemmeno pensare di poter provare a fare il salto. Abbiamo parlato molto e, da ragazza molto intelligente e vogliosa di arrivare in alto, ha subito capito calandosi in un nuovo mood tattico.”
Il cambiamento è arrivato prorompente, al primo torneo con il nuovo coach si porta a casa il $10.000 di Portschach (Austria), a cui subito segue il successo in un altro $10.000 a Bagnatica.
È la prima volta che Gioia si aggiudica due tornei in una stagione e lo fa “back-to-back”.
In autunno la caratura dei tornei aumenta, le avversarie sono di maggior spessore, ma il risultato non cambia, la romagnola continua a stupire in vari $25.000 fino alla vittoria a Lagos (Nigeria) demolendo le promettenti slovene Jakupovic e Majeric, prima di battere la ex top 100 Bratchikova in finale.
È il primo successo in un $25.000 per lei e, non a caso, il risultato arriva sul cemento.
Il 2014 parte un po’ in sordina, anche perché la ventiduenne sta lavorando sodo anche nel migliorare la propria tecnica, specie al servizio.
La terra non è la sua migliore superficie, ma i tornei del circuito maggiore si sono spostati sul rosso e lei ci prova, parte dalle “quali” e finalmente nel prestigioso torneo Premier di Stoccarda arriva il debutto in un tabellone principale della WTA.
Perché ciò possa accadere, sulla veloce terra indoor tedesca, Gioia demolisce la vincitrice del Premier di Sydney Tsvetlana Pironkova 6-1 6-3, salvo poi arrendersi ad un’ispiratissima Svetlana Kuznetsova, ma anche qui senza mai smettere di lottare.
Il ranking ancora non le permette il debutto slam, ma lei non si abbatte e si prende una rivincita sbaragliando la competizione nel torneo Città di Grado.
Non è solo grande talento il suo, c’è una grandissima passione, quella che le ha fatto tenere duro in anni duri, ma anche una grandissima determinazione. Ed ecco che il match di ieri con la Kozlova, una maratona di quasi tre ore, diventa un ulteriore tassello nella crescita di un’altra “late bloomer” italiana.
L’ace liberatorio con ha conquistato il primo titolo della stagione è il perfetto sunto di quanto di buono fatto fino a qui, ma anche un’ulteriore promessa che il futuro vedrà sarà sempre più Gioia.
Il coach non si nasconde e prima ancora di questo successo aveva parlato chiaro in un’intervista di Alessandro Nizegorodcew: “L’obiettivo stagionale è quello di entrare tra le Top-100, o comunque arrivare a ridosso di questo traguardo, entro la fine dell’anno. Sarebbe bello e soprattutto importante poter partire a gennaio con il main draw degli Australian Open.”
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