“Come fa a non arrivare?” Scaramanzia vuole che tra i campi da tennis l’interrogativo sia tabù, specialmente quando si parla di adolescenti. Questa frase, in varie declinazioni, è però uscita dalla bocca di appassionati, addetti ai lavori ed addirittura ragazzi impegnati nell’edizione 2022 del Trofeo Bonfiglio. Si parla del 16enne iberico Martin Landaluce, che battendo Edas Butvilas ha staccato il pass per la semifinale del tabellone maschile. Salito alla 17° posizione del ranking ITF under 18, dopo aver iniziato la stagione da numero 243, il nome del ragazzo era già giunto al mio orecchio. Profetico l’incontro del mercoledì mattina con Valerio Prisco, al Tennis Club Milano Alberto Bonacossa con Niccolò Ciavarella e Daniele Minighini, che mi assicura: “Martin gioca davvero bene devi vederlo per forza, tra l’altro si allena con Burrieza”. Non c’è stato bisogno di farmelo ripetere e ho assistito a vari frangenti del match che lo spagnolo ha vinto su Campo 9 contro il tedesco Liam Gavrielides.
Facilitato dalle lunghe leve, il tennis esplosivo di Landaluce parte già da servizio e risposta. Il ragazzo tende spesso ad anticipare la palla, in alcuni frangenti si traduce per forza di cose in errori gratuiti, ma quando conta è più attento alla costruzione dello scambio e fa ballare l’avversario per il campo con relativa facilità. La valutazione è sommaria, ma personalmente sono rimasto impressionato dall’efficacia dei colpi di uscita da servizio e risposta, che a livello junior pesano doppio quando si deve indirizzare lo scambio.
Il tennis dello spagnolo ha naturalmente colpito anche la concorrenza e gli addetti ai lavori, a partire proprio dal suo attuale coach Oscar Burrieza: “Ad agosto 2020 Martin si allenava a Madrid con la federaciòn de tenis de Madrid ed io stavo concludendo il rapporto con Gian Marco Moroni. Un giorno ricevo una telefonata dal padre di Martin che mi chiede di lavorare con il figlio però sempre tramite la federazione di Madrid. Ho cercato il ragazzo su internet e mi è piaciuto ciò che ho visto e ho accettato, pensando che dopo aver lavorato con tanti professionisti potesse farmi anche bene allenare un giovane”. La scintilla scocca immediatamente e fa bene a Landaluce quanto a Burrieza: “Il progetto mi è piaciuto da subito. Martin è un ragazzo più maturo ed è dedito al lavoro, ma la cosa che per me fa la differenza è il suo approccio, che è poi quello dei giovani tennisti. A livello juniores c’è un’energia positiva e ci motivazioni che lì distinguono dai professionisti. Su tutto loro non pensano ai soldi, cosa che da professionisti è un problema, diversi atleti soffrono la pressione economica. L’altro grande vantaggio di allenare un ragazzo è che puoi davvero partire da un’ottima base e plasmare il suo tennis con pazienza. Con i professionisti invece spesso entri in situazioni di emergenza e devi subito lavorare su cose che non vanno ed il pensiero si focalizza su quello”.
Quest’anno campione nel Grado 1 di Plovdiv e nei Grado 2 di Valencia e Cap d’Ail, Landaluce si è spinto in finale anche al Grade A di Offenbach. La crescita esponenziale ha subito portato a galla l’attenzione degli avversari, che per il giovane tennista funge da agente motivante: “Adesso mi conoscono e contro di me scendono in campo più concentrati, sono desiderosi di battermi: per me è una sfida in più e mi piace”. Segue subito la versione di Oscar, che ironizzando aggiunge: “Io e Martin diciamo che adesso siamo come il Real Madrid, ma solo perché entrambi tifiamo i blancos. Coach e giocatori vengono a vedere i nostri match e ci studiano, questo è un’ulteriore motivazione per migliorare sempre”.
“Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo tre anni, ma già in carrozzina guardavo mio fratello giocare – racconta Landaluce -. Nella mia famiglia tutti hanno praticato e praticano tennis, quindi davvero vivo questo sport da quando sono nato”. Il sodalizio tra papà Landaluce e Oscar Burrieza procede senza intoppi e questo è un ulteriore stimolo per il ragazzo che racconta il suo tennis senza mezzi termini: “Sono aggressivo e provo ad imporre il mio gioco, voglio sempre decidere cosa fare nello scambio. Provare a dominare il punto, questa è la base del mio tennis. In difesa soffro ancora un po’, soprattutto se i miei avversari giocano molto profondo, per questo provo a muoverli subito per non rischiare di finire in difesa”. In anticipo sulla tabella di marcia, il Roland Garros sarà il primo slam junior di Landaluce, poi già sul finire di stagione arriverà un primo passo verso il professionismo. “Dopo lo US Open faremo un richiamo di preparazione fisica e giocheremo a fine anno i primi tornei professionistici – rivela Burrieza -. In base all’evoluzione che seguirà decideremo quando smettere con l’attività juniores, ma non abbiamo fretta. Tennis e mentalità sono già pronti, Martin adesso deve migliorare fisicamente”.
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