Avevo incontrato Jessica Pieri circa un mese fa, subito dopo il suo successo, a sorpresa, all’Open di Modena che le ha consentito di raggiungere le prequalificazioni agli Internazionali BNL di Italia. Allora Jessica veniva da due anni travagliati, pieni di infortuni e problemi fisici, non aveva nessuna classifica nel ranking Junior con un solo torneo giocato nell’ultimo anno ed aveva 4 punti nel ranking WTA in 8 tornei giocati nell’ultimo anno che valevano circa la millesima posizione del ranking.
Insomma una delle tante ragazze che giocano a tennis, buona impostazione curata dal papà Ivano Pieri, una sicura garanzia, giustamente considerato uno dei più bravi maestri italiani, con un fisico un po’ gracilino e, evidentemente molto debole, viso sempre sorridente che dimostra meno dei suoi diciotto anni, una brava ragazza che gioca un tennis pulito, elegante, ma forse in pochi avrebbero scommesso su un suo futuro importante nel tennis che conta.
In quella intervista avevo anche conosciuto una ragazza educata, tranquilla, con i piedi ben saldi a terra, ma molto determinata e convinta che il lavoro, la costanza, la determinazione, prima o poi avrebbero dato i frutti desiderati.
E così è stato. In un mese è cambiato tutto. In questa settimana il sito ITF le ha dedicato un articolo in home page, è andata due volte in TV su SuperTennis, la seconda in diretta, tutti i siti italiani le hanno dedicato pagine di articoli e commenti.
Andiamo con ordine per ripercorrere questo straordinario maggio di Jessica Pieri. Nelle prequalificazioni di Roma batte la quotata Martufina e poi si comporta molto bene con Gioia Barbieri.
La settimana successiva è in programma l’importante torneo Junior di Santa Croce, un grado 1, che vede al via molte tra le top players under 18 provenienti da tutto il mondo. Jessica non avrebbe la classifica per essere ammessa al torneo, nemmeno alle qualificazioni, ma ottiene la Wild Card dagli organizzatori. Al primo turno trova una tennista di Taipei e vince senza problemi, al secondo turno il primo capolavoro che permette agli appassionati di conoscerla. Si trova di fronte la russa Sofia Zhuk, ex numero 1 al mondo tra le Under 14, già pronosticata da molti come la nuova Sharapova, a cui assomiglia vagamente sia nel fisico che nel gioco. La Zhuk è la testa di serie numero 1 e la principale favorita del torneo, e nessuno si sarebbe aspettato che fosse dominata da Jessica, che, con i suoi continui cambi di ritmo ha mandato letteralmente fuori di giri la grande speranza russa, finendo per vincere in due set 7-6 7-5, mostrando anche grande freddezza e tenuta mentale nei momenti decisivi del match. Al terzo turno è arrivata la classica “prova del nove”, così detta quando capita di dover ripetere un risultato importante contro un avversario meno quotato del precedente. Jessica si è trovata di fronte una tennista certamente forte, la statunitense Sanford, ma meno quotata della Zhuk. La prova del nove è stata superata a pieni voti con una netta vittoria in due set. Tre set sono invece serviti a Jessica per avere la meglio dell’indonesiana che ha trovato nei quarti, ma è stata nella semifinale il grande capolavoro di Jessica. Contro l’ucraina Zavatska, che aveva eliminato la sorella Tatiana al terzo turno, Jessica ha mostrato una incredibile propensione a giocare bene i punti importanti e a mantenere la lucidità nei momenti decisivi. Nel drammatico tie break del set decisivo, Jessica salva cinque match point (altri due li aveva salvati sul 4-5 del terzo set) e alla fine si impone per 14-12 al tie break.
Se chiedo a Jessica quale è stato il momento tecnico migliore per lei degli ultimi due tornei, non ha dubbi e parla proprio di quella partita: “La semifinale del Santa Croce, avevo “perso” tante volte quella partita e l’ho sempre riacciuffata per un pelo, con grinta, determinazione, coraggio e forse un po’ di incoscienza. Non mi scorderò mai più i momenti decisivi di quel match”
La finale la vede opposta ad un’altra futura Sharapova, la russa Anna Blinkova, testa di serie numero 4 del torneo, almeno 20 centimetri più alta di Jessica. La nostra lotta, gioca bene, cerca di appoggiarsi ai potenti colpi della russa, di variare il ritmo, di guadagnare campo, ma alla fine dovrà soccombere in tre set per 4-6 6-1 6-3.
Ormai però tutti hanno iniziato ad apprezzare il gioco di Jessica, arrivano i primi complimenti nei siti dedicati al tennis e qualcuno inizia a parlare di futura campionessa. Però il maggio d’ora di Jessica non finisce qua. Non avrebbe nemmeno la classifica per giocare il prestigioso torneo Bonfiglio, Open d’Italia Junior, grado A, il massimo possibile, ma la finale raggiunta le consente, da regolamento di ricevere una SE (Special Exempt) che le permette di figurare direttamente nel tabellone principale.
Per Jessica essere al Tennis Club Bonacossa è comunque una soddisfazione e un risveglio di ricordi importanti: “qua ho vinto il mio primo torneo importante, ero una bambina e nel 2009 a 12 anni ho vinto la Coppa Lambertenghi, un ricordo bellissimo, perché per la prima volta giocavo in un campo con grande tribune, con tanta gente a vedere, poi qua è tutto organizzato benissimo, è davvero un piacere essere entrata al Bonfiglio.”
A volte il fato fa brutti scherzi e tra tutte le altre 63 tenniste che poteva incrociare al primo turno, il sorteggio ha stabilito che sarà ancora Sofia Zhuk a dover incontrare Jessica Pieri al primo turno del Bonfiglio. I timori crescono, perché si pensa che la talentuosa russa possa aver studiato qualche contromisura nei confronti della nostra e invece il risultato è ancora più netto a favore di Jessica che vince 6-3 6-2.
Nel secondo turno supera la croata Babic proveniente dalle qualificazioni e al turno c’è la sfida che nessun italiano avrebbe voluto vedere, le uniche due tenniste di casa che hanno saputo passare i primi due turni si trovano di fronte in uno scontro fratricida: Jessica Pieri contro Bianca Turati, la numero uno d’Italia a livello Junior. Di questo incontro, come di tutti gli altri del Bonfiglio potete trovarne il racconto nei precisi diari giornalieri che Big Lebowski ha fatto per Spazio Tennis. Nel nostro resoconto ricordo una partita molto tirata e combattuta tra la indomita Bianca, che non molla mai e corre per tutto il campo e Jessica che cerca di comandare il gioco anticipando i colpi dell’avversaria costringendola a spostarsi in tutte le zone del campo. Alla fine vince Jessica per 6-2 4-6 7-6, dimostrando, come nel torneo precedente grande lucidità nel tie break decisivo.
Ai quarti Jessica trova un’altra tennista Ceca, Miriam Kolodziejova, sembrano un po’ fatte tutto con lo stampino, altissime, gran fisico, tirano fortissimo, ma anche questa volta la ragazzona dell’est deve soccombere alla precisione e alla variazione di ritmo di Jessica.
Jessica soffre da un paio di giorni di un fastidioso mal di schiena, patologia parecchio deleteria per i tennisti e, unita alla comprensibile stanchezza accumulata negli ormai 11 match consecutivi, fanno sì che il match di semifinale sia forse il meno bello tra tutti quelli che ha giocato Jessica negli ultimi 12 giorni e si deve arrendere alla canadese Robillard-Millette con il punteggio di 7-6 6-4, pur avendo avuto numerose occasioni per portare a casa il primo set in cui conduceva per 4-1 e ha mancato una palla per il 5-1 poi per il 5-2 e anche nel secondo set avrebbe potuto portarsi avanti nel momento topic del match, ma evidentemente aveva esaurito tutte le energie fisiche e forse anche quelle mentali.
Jessica non cerca mai scuse ma alla fine dichiara “Devo ringraziare di cuore i fisioterapisti del Bonfiglio, senza di loro non avrei nemmeno potuto giocarla la semifinale e forse nemmeno la partita precedente” il che la dice lunga sui suoi problemi fisici di quel giorno.
Fin qua la storia raccontata dal numeri, dalle partite, ma è molto più interessante soffermarsi su quello che resta oltre il dato numerico, una ragazza sempre composta e ordinata in campo. Sempre corretta con avversaria e pubblico, sempre misurata negli atteggiamenti, sia quando vince, sia quando perde. Nessun urlo o lamento, il pugnetto ai propri vincenti lo fa ma senza essere plateale, mai sui colpi sbagliati delle avversarie. Alla fine dei match, vinti o persi, sofferti o vinti facilmente sempre il sorriso sulle labbra.
Questo suo modo di stare in campo ha fatto sì che in tutte le sue apparizioni venisse eletta beniamina e favorita del pubblico, nella sua Toscana a Santa Croce, ma anche a Milano e prima ancora anche ad esempio all’Open di Modena che ha portato alle prequalifiche di Roma.
Questo atteggiamento basterebbe a volerle bene e ad augurarle il meglio per la carriera, ma anche dal punto di vista strettamente tecnico quello che ha fatto vedere è qualcosa di nuovo sia rispetto alla tradizione russa e ceca che porta ragazzone altissime e dotate di un gran fisico a tirare più forte che possono, sia a quella spagnola che porta a remare da fondo campo (qualche volta metri dietro la riga di fondo) sperando nell’errore dell’avversaria.
Jessica intanto sa vedere benissimo dove andrà la palla che colpisce l’avversaria, ha un anticipo straordinario, gioca sempre dentro il campo, e si appoggia benissimo sulle bordate altrui. Sulla risposta al servizio sempre dentro il campo, sulla seconda addirittura un metro abbondante dentro. Giocare così in anticipo le permette sempre di essere posizionata al punto giusto nel punto successivo.
A tutto questo aggiungiamo la grande lucidità e freddezza dimostrate più volte nei punti più importanti dei match, chiaro sintomo di notevole tenuta mentale.
Ovviamente nel suo gioco ci sono anche difetti altrimenti sarebbe già top ten junior, intanto altezza e fisico rendono centimetri e chili alla maggior parte delle avversarie. Il servizio non è un colpo decisivo anche se spesso ben indirizzato. I fondamentali sono tutti ben impostati e precisi ma mancano spesso in potenza.
Certamente i suoi allenatori, papà Ivano Pieri, Matteo Canal (che ha seguito Jessica in quasi tutte le partite di queste trasferte) e Cristiano Cerri sapranno trovare i giusti equilibri tra il cercare di aumentare il peso dei colpi e non perdere la precisione e eleganza nei movimenti.
Del resto se a Jessica chiediamo del suo potenziamento muscolare si mette a ridere: “Ti assicuro che sto facendo un gran lavoro in palestra da settembre, con il mio preparatore atletico, e ho avuto miglioramenti notevoli. Essendo stata ferma per due anni, ero completamente senza forze, facevo fatica al alzare anche un bastone di legno. Ora piano piano sto recuperando forze e energie fisiche, certo la mia struttura è questa e non potrò mai cambiarla completamente, non credo avrebbe senso farlo, però è chiaro che lavoriamo e lavoreremo anche sull’aspetto fisico”
A tutti noi che l’abbiamo vista giocare in questi due tornei resta la sensazione di aver visto un tennis diverso da quello standardizzato di tante ragazzine.
Se chiedo a Jessica cosa le resta di questo periodo, la sua risposta è “Una soddisfazione immensa. Il tennis è uno sport individuale, quando si perde la colpa è tutta tua, questa volta, forse per la prima volta nella vita, sento che le vittorie sono tutte mie. Se devo essere sincera non pensavo davvero di riuscire a confrontarmi con queste ragazze così brava, mi sentivo quasi in colpa per aver avuto la wild card a Santa Croce, non pensavo di meritarla e invece l’ho onorata fino in fondo”
Poi continua: “Resterà la grande soddisfazione di essere andata in TV. Dopo che hanno trasmesso la semifinale del Bonfiglio ho trovato sul telefono 1000 messaggi. Ero arrabbiata per la sconfitta, ma il fatto di ricevere così tanti complimenti mi ha fatto davvero commuovere. Anche tutti i siti di tennis che parlano di me, non so se mi ricapiterà, ma intanto è stata una gioia immensa”. Per i programmi futuri, la parola d’ordine è sempre grande umiltà, pochi proclami e piedi ben saldi a terra, continua Jessica: “Mi sono iscritta a Wimbledon Junior, ma sarà molto dura entrare, sono ancora un po’ indietro in classifica, peccato. Poi farò ancora un paio di importanti tornei Junior per entrare agli Us Open, fare un grande Slam è il sogno di ogni tennista, certo farlo da professionista è diverso, ma se ci arriverò anche da Junior sarà un sogno che si avvera. Poi, sicuramente giocherò anche nel circuito Pro, adesso valuteremo con papà il programma ma faremo sia 10.000 che 25000 dollari. Intanto l’importante è continuare a potermi allenare per bene, e con continuità, senza infortuni e guai fisici, poi se verranno altre soddisfazioni sui campi ben vengano. ”
Ci lascia, come sempre, col sorriso sulle labbra.
Leggi anche:
- None Found