Di Camilla Abbate
Corrado Summaria nasce l’8 febbraio 1998 a Cosenza, nel cuore della Calabria. Solamente sei anni dopo impugna la racchetta in mano per la prima volta con suo padre, senza immaginare quanto questo sport influenzerà il suo modo di vivere ed i suoi spostamenti futuri.
Infatti, all’età di tredici anni e mezzo Corrado decide di trasferirsi a Reggio Calabria per migliorare la qualità dei suoi allenamenti, affidandosi all’esperienza del tecnico nazionale Paolo Girella, persona che Corrado non si dimentica mai di ringraziare per l’aiuto a lui fornito in quegli anni dal punto di vista tecnico ma soprattutto umano.
In seguito, nel 2015 arriva la convocazione per Tirrenia e Corrado non esita ad accettare la grande opportunità offerta dalla Federazione e fa di nuovo le valigie per inseguire il suo sogno. Lì il talento calabrese è seguito dal tecnico ed ex giocatore argentino Tomas Tenconi, con cui ha instaurato un’ottima intesa.
Abbiamo voluto scoprire la personalità di Corrado dentro e fuori dal campo e conoscere a fondo le sue attitudini verso il futuro.
Corrado, che tipo di giocatore ti definisci? Su cosa stai lavorando dal punto di vista tecnico-tattico?
Sono un giocatore aggressivo che va sempre alla ricerca del punto e che fa del dritto la sua arma migliore. Quest’inverno ho lavorato tantissimo sul gioco al volo, sul rovescio tecnicamente e sulla solidità in questa diagonale per poter così sfruttare lo sventaglio di dritto e fare subito gioco. Insomma, sto cercando insieme al mio coach, di consolidare la mia identità di gioco, ovvero la solidità e l’aggressività.
Per quanto riguarda il servizio sto cercando di trovare una seconda sicura che mi consenta di non esser aggredito dall’avversario e, soprattutto, che mi permetta così di poter spingere al massimo la prima palla.
Raccontaci un po’ dell’approccio iniziale a Tirrenia e cosa ti manca dell’aria di casa?
Sinceramente quando sono arrivato a Tirrenia nel primo periodo pensavo di non farcela a reggere i grossi carichi di lavoro e soprattutto le pressioni psicologiche, che inevitabilmente ti provoca un ambiente di questo tipo, quali il voler essere all’altezza delle aspettative dei tecnici e delle risorse economiche che la Federazione mette a disposizione per allenarti e portarti in giro.
Superate le difficoltà di questo primo periodo, grazie anche al prezioso aiuto dato dal mio caro amico e compagno di stanza Giovanni Fonio, che mi ha sempre incoraggiato e spronato, mi sono sentito sempre meglio e più a mio agio all’interno della struttura. La cosa che più mi manca della mia terra è sicuramente il mare: il circolo in cui giocavo a Reggio Calabria, il Polimeni è a pochissimi metri dal mare e spesso dopo gli allenamenti facevo un tuffo. Anche a Tirrenia c’è il mare ma non è la stessa cosa….
Ti faccio la stessa domanda che ho fatto al tuo quasi coetaneo e amico Andrea Pellegrino, come è convivere con la pressione?
Mentirei se ti dicessi che non ho pressione ogni singola volta che entro in campo, la pressione c’è e bisogna imparare a conviverci… Concentrarsi solo su se stessi ed il proprio gioco, punto su punto, è l’unico modo per evitare che la pressione non comprometta la propria prestazione.
L’attività junior svolta ad alti livelli richiede sicuramente un impegno tale da trascurare gli studi, ma offre degli insegnamenti diversi… che ne pensi in merito?
Certo, la scuola passa inevitabilmente in secondo piano, ma ciò che ti offre viaggiare, conoscere e confrontarsi con gente proveniente da ogni parte del mondo ti consente di aprire tantissimo la mente; un’esperienza di vita di questo genere la scuola non te la può di certo offrire… Credo che veramente pochi miei coetanei possano dire di aver girato il Sudamerica ed essere stati in Australia… penso infatti che il tennis offra davvero tante opportunità per chi desidera allargare i propri orizzonti.
Si dice che il campo riveli la vera personalità di una persona, sei d’accordo?
Si sono decisamente d’accordo, nel campo da tennis ogni paura e sicurezza si manifesta in termini di qualità di gioco. Se sei una persona sicura fuori dal campo probabilmente anche in campo riuscirai a trasmettere questa tua sicurezza nei tuoi colpi.
A questo punto la domanda sorge spontanea, chi è Corrado fuori dal campo?
Allora Corrado fuori dal campo (ride)… Sono un ragazzo abbastanza sicuro di sé e consapevole dei propri mezzi, ho tante passioni oltre al tennis come lo sci, infatti finché ho potuto ogni inverno andavo a sciare. Sono un tifoso sfegatato della Juventus, la seguo sempre in televisione e l’anno scorso a novembre sono anche riuscito ad andare a Torino a vederla giocare dal vivo allo Juventus Stadium . Infine, amo il mare ma questo l’ho già detto!
Ritornando al tennis, raccontaci le prime esperienze nei $10000 e la tua partecipazione al Challenger di Manerbio.
L’anno scorso ho giocato vari $10000 ma non sono mai riuscito a prendere un punto… quest’anno invece fortunatamente le cose sono andate meglio e ho preso punti in tre tornei: a Pontedera mi sono qualificato e ho vinto contro Lorenzo Papasidero, giocatore esperto e ancora molto ostico da battere; a Bolzano, grazie ad una wild card della Federazione, ero già in main draw ed ho battuto al primo turno Simone Roncalli 7-5 al terzo in un’ottima partita; infine, a Padova, sempre grazie ad una wild card, ero in main draw e ho passato il primo turno contro Matteo Marfia.
Giocare a Manerbio è stato molto avvincente e stimolante, l’atmosfera in un Challenger è diversa… hai il cambio di palle 7-9, giudici di linea e raccattapalle, e un folto pubblico pronto a sostenerti…. sei trattato da professionista. Ho disputato due ottime partite di livello, la vittoria contro Sadio Doumbia, francese top 400, mi ha dato tanta fiducia per i prossimi tornei
Che programmazione svolgerai ora?
Giocherò il $10000 a Reggio Emilia poi altri $10000 a Santa Margherita di Pula per cercare di prendere più punti possibili… Infine, dovrei giocare le qualificazioni al Challenger che si svolgerà a Roma allo Sporting Due Ponti a fine settembre.
Ringraziamo Corrado per la piacevole chiacchierata e la gentilezza nel rilasciare l’intervista e gli auguriamo in bocca al lupo per il proseguimento della sua giovane e si spera ancora lunga carriera. In particolare dalle sue parole traspaiono una semplicità e una solarità unica e dalla sua voce si percepisce una grande spontaneità ed un calore, tipici dei modi di fare squisiti dei ragazzi meridionali.
Leggi anche:
- None Found