di Redazione
Una delle sorprese del torneo ITF GPS MEDIOLANUM di Schio, montepremi da $10.000, è certamente Sara Marcionni, che partita dalle qualificazione è stata brava a raggiungere il secondo turno della competizione. Ecco le sue parole dopo la bella vittoria di primo turno contro Verena Hofer.
Ciao Sara, vorremmo innanzitutto che ti presentassi, nel modo che più preferisci.
Ciao a tutti, io sono Sara Marcionni, gioco a tennis da quando avevo 10 anni, perché prima giocavo a pallone. Ho iniziato a giocare a tennis per divertimento, perché venendo io da un paese di montagna in provincia di Sondrio inizialmente praticavo lo sci. Pian piano mi sono sempre più appassionata al tennis, fino a che a 16 anni mi sono iscritta ad una accademia di Brescia, anche se lì le cose non sono andate troppo bene. Dopo 3 anni di delusioni mi sono iscritta al Tennis Rozzano e lì devo dire che ho cambiato totalmente il mio modo di essere e di giocare, dalla dieta rivoluzionata che mi ha portato ad essere vegana all’inserimento di vari colpi nel mio repertorio che mi hanno portato ad estendere il mio gioco a tutto campo, da giocatrice di sola rimessa che ero prima. Ho inserito la smorzata e il gioco a rete, ma soprattutto ho cambiato il rovescio da due mani ad una mano.
Certamente dei cambiamenti importanti. E si vede, guardandoti giocare, che il tuo tennis è a 360° e cerchi di mandare in confusione l’avversaria. È un tuo marchio di fabbrica o cambi tattica a seconda dell’avversaria?
Entro in campo sapendo che farò un po’ di tutto, sicuramente! [risata] Però io gli incontri li preparo sempre. Quindi se conosco la mia avversaria so come giocare e che tattica utilizzare, anche se ovviamente dipende molto da come giocherà lei in quel determinato giorno. Nel giro di poco tempo, possono cambiare molto le carte in tavola. Ad esempio avevo giocato con Alessia Piran due settimane fa e avevo perso 6-4 6-4. Perso, certo, ma almeno ho capito che tattica avrei dovuto utilizzare quando l’avrei incontrata di nuovo.
E qui a Schio infatti ti sei rifatta con una grande battaglia.
Davvero! Sapevo che lei non molla mai, per cui anche io sono stata concentratissima ad ogni punto e alla fine è andata bene. E devo dire che conoscendola già avevo preparato la partita proprio molto bene.
Come mai sei passata dal rovescio a due mani a quello ad una?
Fino a 15 anni avevo il rovescio a due mani, ed era il mio colpo. Ben più forte del dritto, lo sentivo benissimo, tanto che spesso mi accadeva di compiere dei veri e propri rovesci anomali. Poi sono andata all’accademia e lì mi hanno cambiato completamente il gioco, dalla tattica alle impugnature, così che il colpo che portavo da casa ho finito per non sentirlo più. Del resto costruire una cosa quando viene già in modo naturale non porta mai a grandi risultati. Questo mio rovescio a due mani era in sostanza un pallonetto continuo a due km all’ora, e non funzionava proprio. Così quando ho cambiato coach al Tennis Rozzano, mi è stato consigliato di portarlo ad una mano. Feci i salti di gioia, non avrei mai creduto che a quell’età e con la classifica già consolidata di 2.8 avrei potuto cambiare così radicalmente un colpo. E invece questa nuova “invenzione” diede i suoi frutti, passai in poco tempo 2.4, imparai il back e la smorzata, cominciai a frequentare più spesso la rete, fu davvero una rinascita che mi aprì un mondo.
Ogni tanto però lo giochi ancora a due mani, come abbiamo potuto vedere sul campo.
Sì sì è vero! [risata] Ci sono delle palle che istintivamente mi viene da colpire con due mani, e peraltro non le sbaglio quasi mai! Quindi… va molto bene.
E dunque qual è il tuo colpo preferito?
Sinceramente, il colpo che mi dà più soddisfazione quando mi riesce… è la smorzata. Smorzate e pallonetti ci sono sempre nei miei match.
Far correre le avversarie è ovviamente parte della tua tattica di base.
Sì, devo essere sincera, per me subire certi colpi è psicologicamente devastante. Quindi io mi immedesimo nella mente delle avversarie, e provo a mia volta a devastarle [risata].
E, parlando di Schio, hai vinto tre partite e contro la Piran una vera e propria battaglia. Dove credi di poterti spingere nelle prossime settimane?
Il mio obiettivo a Schio è stato raggiunto. Sono stati 3 giorni tostissimi, anche perché ho giocato pure il doppio. Sono davvero stanca, anche se onestamente quando entri in campo la stanchezza passa. Quindi il mio obiettivo è di rilassarmi il più possibile, entrare in campo e dare il 100%, anche se non è facile.
C’è una persona a cui ti ispiri?
Nella mia vita io vorrei arrivare a 45 anni ed essere come il mio coach Amanda Gesualdi. Nel tennis, invece, ho sempre amato la Henin e Sampras. E infatti non si capiva come mai io che giocavo il rovescio a due mani mi ispirassi a due giocatori che invece lo avevano ad una! Di conseguenza, anche per questo motivo, sono dovuta passare ad una, e il cerchio si è chiuso.
Eppure in campo ricordi un po’ un mix di Roberta Vinci e Francesca Schiavone?
La Vinci mi piace molto! Davvero tanto, per cui se così fosse io sarei davvero contenta!