(Nastja Kolar – Foto Stefano Ceretti)
di Marta Polidori (inviata a Biella)
Al quarto giorno comincio ad accusare una certa fatica, dovuta più al dover reggere tutte le emozioni che gravano sulle spalle della giovane inviata che per gli orari e i tempi da sostenere. Appena varcata la soglia il mio cartellino di riconoscimento attira, come sempre, l’attenzione di chiunque; tanto che almeno tre anziani signori in una mattinata mi avranno chiesto per chi scrivessi, riproponendosi teneramente di dare un’occhiata al sito.
Ma bando ai sentimentalismi e veniamo alla giornata tennistica.
Mai furono visti mattina e pomeriggio più noiosi: comincio a deprimermi con una performance completamente distaccata della Oprandi e mi do il colpo di grazia con la Camerin. Sarà che in Italia abbiamo più problemi a gestire la tensione? Non ne ho idea, in ogni caso siamo un’altalena emotiva unica, soprattutto noi donne.
Anche la Knapp, che ieri ha giocato una performance esemplare, soffre di questi cali, cosa che ho notato non subire le giocatrici straniere. Sono tutte molto concentrate e grintose, mentre Oprandi e Camerin oggi erano decisamente scariche.
Nastja Kolar
Ammiro il match Kolar vs Chakhnashvili. La Kolar è una delle giocatrici più interessanti di questo torneo, un fisico da amazzone ed altrettanto spirito combattivo, fondamentali semplici ed efficaci, ma con una prima di servizio discontinua, grande gioco di gambe ed un’istintiva visione di gioco. Sa togliere il tempo a chi sta dall’altra parte grazie all’uso accorto di un timing anticipato, anche se oggi ha giocato leggermente più indietro.
Tra me e la sua avversaria posso dire a pelle che non scorre buon sangue. In genere vi sono molte delle straniere che hanno un modo di contestare l’arbitro acido e velatamente violento. Alcune mi danno proprio l’impressione di essere corrotte da questo sport a tal punto da ricorrere, anche a quei livelli, ai dannati mezzucci per distogliere l’attenzione dell’altra nei momenti di difficoltà… cosa che io, personalmente, ho sempre odiato a morte.
(Martina Parmigiani e Francesca Palmigiano – Foto Stefano Ceretti)
Parmigiani-Palmigiano
Coppia di doppio molto ben assortita sono Martina Parmigiani e Francesca Palmigiano: la Palmigiano è un’ottima giocatore di rete e poco efficace a fondocampo in doppio (almeno ieri), invece la Parmigiani con il suo braccio a fondo le secca tutte, mentre non ha la stessa sicurezza a rete. Compensazione perfetta; si allenano entrambe all’Harbour Club di Milano con Barbara Rossi, Gianluca Pozzi e Maurizio Riva, quindi con l’opportunità di far crescere questa intesa e di allenarla… forse un giorno scalare le classifiche.
Laura Pous-Tio
Per le partite più avvincenti si devono aspettare le cinque e mezza, orario in cui entrano in campo Bertens e Pous-Tio. Laura Pous-Tio mi parve giocatrice assai valente! Fino a quel momento mi è sembrata l’unica tennista professionista del torneo: un fisico armonico e preparato, mentalità giusta, tecnica di primordine; ha controllato la partita con accuratezza, l’avversaria non ha mai avuto modo di darle filo da torcere, mi piacerebbe trovarla in semifinale o finale per vederla all’opera con una giocatrice del suo livello .
Laura Thorpe
A seguire ci sono Thorpe e Cornet. Laura Thorpe altra giocatrice notevole, dopo un primo set vinto in modo convincente (in cui non ha fatto vedere una palla alla Cornet), con una Alizé che non era della partita proprio per niente, senza diritto e senza servizio, perderà al terzo, ma facendo rimanere preoccupata la Cornet durante tutto il match e facendole più volte perdere la pazienza.
Ps: la Malek ha un rovescio in back a due mani che non si può guardare, al punto da costringermi a cambiare campo.
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