da Napoli, Matteo “Grigo” Grigatti
Ci eravamo lasciati dopo la splendida due-giorni di Napoli con la speranza di una prova di forza, seppur difficile, ma per noi auspicata, del nostro numero 1 Fabio Fognini. Devo essere sincero: prima di partire per Napoli aspettavo proprio il match con Murray, la resa dei conti, poiché secondo me Fabio aveva molte chance di vincere quell’incontro. Averlo visto non al top sia venerdì che sabato, però, mi aveva fatto perdere un po’ di fiducia, ma non la speranza.
Arriviamo così al club domenica mattina alle ore 10:30, con largo anticipo sul ruolino di marcia dell’incontro di Fabio, previsto per le 11.30. Oltre a me c’è il solito Sasà con moglie e figlia. Solita bagarre biglietti, ma con qualche stratagemma azzeccato e la presenza di Fulvio Fognini riusciamo ad entrare tutti senza troppi problemi. Saluto subito il mitico Genni Eboli, presenza fissa a Napoli, con cui mi siederò a vedere l’incontro. Devo parlare cinque minuti con Matteo Veneri, Crionet, ma il tizio dello Staff mi impedisce l’accesso nella zona VIP in quanto sprovvisto di pass. Provo la mia solita furbata, inneggiando al fatto che debba ricevere dei biglietti da Fulvio, ma l’arcigno napoletano non ci casca, così me ne torno indietro sconsolato. Nel frattempo, però, arriva Fulvio nella Welcome Area, per procurare i restanti biglietti richiesti, e poco dietro di lui una Flavia Pennetta abbronzatissima. Nel frattempo la chiamo dicendole di farci un “Selfie”, lei sorride ripetendo: “Un Selfie?!” ed io aggiungo bonariamente: “Si, tu sei brava a farli…”. Ci posizioniamo ma è tutto buio, Flavia esclama: “Ma così non ci vediamo!” allora cambiamo angolatura e riusciamo a scattarla. Sopraggiunge poi Edoardo Campora con il suo “cannoncino” e ci dice di metterci in posa. Flavia, inizialmente diffidente, si mette in posa e ci vengono scattate varie foto che spero di ricevere a breve.
In tutto ciò sono ormai le 11:00 e vedo arrivare Matteo Veneri, con cui dovevo parlare. Grosse novità in arrivo per noi, come testimonia la simbolica stretta di mano nella foto. Saluto Matteo, dandoci appuntamento alla fine della partita di Fabio, e mi dirigo con la troupe all’interno dell’arena. Solito schieramento, con Fulvio da una parte e mamma Silvana dall’altra. Una fila sotto, io e Genni Eboli. Arrivano anche Flavia Pennetta e Fulvia Fognini, che dopo aver girato tutto lo stadio ed essersi sedute anche nella tribuna inglese, trovano finalmente posto poche file sotto di noi.
Ha inizio l’incontro: Fabio subisce subito il break ma sembra essere vivo e pimpante. Siamo tutti fiduciosi, nonostante le palle del contro break fallite. Fabio aggancia sul 3-3, Fulvio annuisce con la testa ad ogni vincente dell’azzurro, senza scomporsi. Fogna ingrana le marce alte e mette a segno altri tre giochi consecutivi aggiudicandosi il set 6-3. Pubblico già in visibilio, Fulvio estasiato dichiara: “Come sta giocando”. In effetti è una vera delizia: palle corte, lob, recuperi, passanti e fase offensiva di primo livello. Fabio acquisisce un break di vantaggio anche nel secondo parziale, che fa suo con il punteggio di 6-3. Festanti, pregustiamo già la semifinale di Davis, ma Fulvio con tutta la sua esperienza dichiara: “Ragazzi, la partita inizia ora”. Chiunque infatti si sarebbe atteso una reazione di Murray. “Vedi, ora lo scozzese ha alzato il ritmo”, osserva papà Fognini. Murray infatti prova a salire di intensità poiché comprende che limitarsi alla sola fase difensiva sarebbe stato autolesionistico. Pregustiamo il break decisivo ad ogni game, ma Murray si salva sempre. Sul 5-4 Fabio però, Murray al servizio compie due errori portando l’azzurro a tre palle match. Mi giro a guardare Fulvio che fa una faccia che non scorderò mai. Guarda il cielo, si fa paonazzo. Tutti già lo abbracciano ma lui non vuole sentir ragioni. E’ di ghiaccio, come bloccato. Se ne va il primo match point. “Questo è quello buono”, esclamano da dietro. Non è così, perché anche il secondo viene annullato da Murray che chiude con una facile voleè. Mentre Fulvio è sempre più teso, un dritto affossato in rete da Murray regala il successo a suo figlio Fabio.
Fulvio può gridare verso il cielo la sua gioia, esultando con i pugni verso il cielo. E’ sull’orlo delle lacrime. Per me che lo conosco da anni sono emozioni incredibili. Mi ci avvicino e lo abbraccio. Poi si dilegua, per andare ad abbracciare suo figlio in campo. Io mi godo la gioia di tutto il pubblico in visibilio.
Italia e Gran Bretagna sono ora sulla situazione di 2-2 ma le sorti della sfida sembrano essere ribaltate: ora toccherà a Seppi completare l’opera contro il modesto Ward. Esco dallo stadio per riprendermi, ho i brividi ancora. Mi scrivono tante persone, manco avessi giocato e vinto io. Uscendo, ascolto Binaghi complimentarsi con Serra, presidente del TC Napoli, per gli spalti tutti pieni e per il gran lavoro svolto. Tutti sembrano già felici e festanti, come si fosse già vinto. In effetti una partita così può aver cambiato le sorti della sfida e, personalmente, era l’incontro a cui tenevo di più, vista la mia amicizia con Fabio e la sua famiglia. Ancora stressato, rientro comunque in campo per sostenere Seppi. Insieme a me l’instancabile mamma Silvana, con cui gustiamo due biscottini ed un caffè nella zona adibita alle “merende” sopra alle tribune. Mi dice Silvana che nel caso Fabio entrasse mai nella Top Ten, vorrebbe organizzare una festa a casa, in cui sarei ovviamente invitato. Le rispondo che non aspetto altro. Seppi spreca due break di vantaggio nel primo set, facendosi sempre riprendere. Inizia a piovere ed in compagnia di Genni Eboli decidiamo di farci un bel panino. Lo scroscio dura solamente una ventina di minuti, ma con la scusa di portare un panino anche a Fulvio, seduto sui divanetti della zona VIP, riusciamo ad evadere i controlli e recapitargli il panino. Mi piazzo sul divanetto, metto il cell in carica e non mi muovo più, nonostante Seppi sia rientrato in campo. Il match, mi dicono, sembra scivolare via in maniera agevole.
Andreas è ad un passo dalla vittoria e Fulvio mi propone di andare a seguire gli ultimi game nello spogliatoio dell’Italia. Mi presenta come il cugino di Fabio alla fisioterapista presente, che afferma, molto garbatamente: “Prego, accomodati”. Ci racconterà di come Fabio l’abbia fatta dannare questa settimana e del fatto che abbia quasi rotto l’armadietto al suo rientro negli spogliatoi dopo il doppio perso sabato.
All’interno dello spogliatoio la tv, oltre a tutte le magliette, calzini e scarpe ovunque. Un banchetto con della crostata, cioccolata e panini, che mi vengono gentilmente offerti ma declino. Mi prendo dal frigo un Gatorade nel mentre Seppi si procura il match point. Fulvio chiede una prima di servizio, che puntualmente arriva. E’ vittoria. Urlo di gioia nello spogliatoio e boato in lontananza dal campo centrale. Ci gustiamo le fasi finali dei festeggiamenti e usciamo dallo spogliatoio rimanendo nella “viuzza” di transito dove tra poco arriveranno i giocatori. Arriva subito Fabio, che saluto e abbraccio. Poi è la volta di Seppi, osannato, e via via tutti gli altri fino a Corrado Barazzutti. Dal balcone del piano superiore, nel frattempo, una giocarellona Flavia Pennetta si diverte a lanciare acqua, colpendo dapprima il suo “amico” Fabio Fognini, successivamente il capitano Barazzutti, attirato sotto al balcone proprio da Fabio, con l’inganno.
Sorrisi, gioie e tanta felicità da parte di tutti. Mi intrattengo lì per un po’. Arriva Andy Murray, a cui Fulvio aveva chiesto una racchetta. Andy si ricorda, si ferma, scruta nella sua sacca per due minuti. Fulvio tra se e se esclama: “Sta cercando quella rotta, guarda..”. Finalmente Murray trova la racchetta giusta da consegnare a Fulvio che, come previsto, è quella rotta. Indignato, il signor Fognini ringrazia lo stesso aggiungendo uno scherzoso: “E’ proprio scozzese”. Superato il momento Murray, in rapida successione ho il piacere di conoscere Claudia Fusani, direttore comunicazione degli Internazionali d’Italia, e Lorenzo Fares, commentatore di Supertennis, colto in una fase “off” nel mentre i suoi colleghi preparavano alcune interviste.
In un pomeriggio che sembrava volgere alla conclusione, vedo passarmi davanti lui. Proprio lui, il “mio” uomo. Pascal Maria, giudice di sedia francese della storica scenetta di Fabio Fognini a Wimbledon. Pascal da una spallata a Fabio (i due hanno un ottimo rapporto) e si invola sulle scale. Intercetto lo sguardo di Fogna, dicendogli di fermarmelo per una foto. Fabio riferisce la mia idea ad un Pascal pensieroso. Mi affaccio, consegno il telefono a Fabio dicendogli di scattarci la foto. Mi avvicino a Pascal, gli dico che metterò la mano in modo “polemico” proprio come fece Fabio con lui a Wimbledon. Gli urlo un “Come c***o fai Pascal” che suscita l’ilarità generale anche di Fogna, che mantiene la freddezza necessaria per portare a compimento la fotografia.
Saluto e ringrazio Pascal, oltre a Fabio, per questo prezioso cimelio. I giocatori fanno un salto al piano superiore (balcone Pennetta) per un brindisi, mentre io me ne esco fuori dalla zona Vip. La giornata sta per concludersi, ma attendiamo l’uscita di tutti i protagonisti. Esce prima Bolelli con la valigia, in partenza in treno per Roma. Poi Lorenzi, Quinzi e Donati, a cui dico di ricordarsi la racchetta che mi aveva promesso. Poi arriva Galimberti, che assediato da Eddy decide finalmente di farlo felice regalandogli una maglietta della nazionale.
Dulcis in fundo, ecco uscire Fabio Fognini. Lo saluto di nuovo, mi chiede se ci saremmo visti dopo a cena, ma lo voglio lasciare in pace. Gli dico che ci vedremo la prossima settimana a Montecarlo. Faccio lo stesso con Fulvio e mamma Silvana, che rivedrò tra appena 5 giorni. Lascio il club insieme a Sasà, alla volta di casa. Felici e festanti, dibattiamo su Fabio, la sua crescita ed i suoi punti di arrivo. Un pensiero va anche a Potito Starace, sconfitto nella mattinata in qualificazioni a Casablanca da Marco Cecchinato. Sono ormai le 18:30, troppo tardi per tornare a Roma. Così decido di fermarmi un’altra notte e ripartire l’indomani. La serata scorre piacevole in compagnia di Parma-Napoli e poi via a letto, archiviando un’altra esperienza fantastica e sognando ancora ad occhi aperti la splendida impresa compiuta da Fabio Fognini.
Vi saluto ragazzi, per ora è tutto. Vi do appuntamento, chissà, proprio già a Montecarlo.