di Andrea Martina
Per il quinto anno consecutivo, immediatamente prima dell’inizio degli Internazionali BNL d’Italia, gli impianti del Foro Italico di Roma si preparano ad ospitare il torneo di “pre-qualificazione” che assegnerà le wild card per main draw e qualificazioni. Per accedere a questo torneo, diversi circoli sparsi lungo lo stivale italiano hanno organizzato dei tornei Open che mettono in palio proprio la partecipazione alle pre-qualificazioni. Nella scorsa settimana allo Sporting Club Briano di Caserta il biglietto è stato staccato da Claudio Grassi (n. 300 ATP fino a qualche anno fa) che in una combattuta finale ha avuto la meglio su Giorgio Portaluri per 7/5 6/4. Difficile collocare questo risultato come un punto d’arrivo o un punto di partenza, dato che sui campi di Roma sono arrivate le sue prime giovani soddisfazioni, senza tralasciare il fatto che la voglia di risalire la classifica da qui a fine stagione c’è tutta. L’imprevedibilità del suo tennis (servizio con la sinistra, dritto e rovescio con la destra, in un modo di giocare aggressivo e d’anticipo) potrebbe fare il resto.
Hai iniziato l’avventura del Foro Italico con un mese d’anticipo, com’è andata a Caserta?
La proprietaria del circolo mi ha sempre invitato negli ultimi quattro anni, ma non sono riuscito mai ad andare perché ero prevalentemente occupato con l’attività internazionale. Quest’anno invece, poiché mi sono concentrato di più sul doppio, ero libero e ho deciso di iscrivermi, parliamo comunque di un torneo Open da 4.000 € che in più mette in palio questa wild card per le pre-qualificazioni. Meglio di così non poteva andare e sono davvero contento di poter tornare al Foro Italico in cui ho bellissimi ricordi, come la Coppa delle Regioni giocata da piccolo dove fui premiato “Miglior giocatore” da Adriano Panatta. Giocare su quei campi è sempre una forte emozione, spero di far bene, entrerò in campo sicuramente con lo spirito di giocarmela.
Il torneo verrà disputato tra il 4 e il 7 Maggio, nelle prossime settimane come ti preparerai a questo appuntamento?
Giocherò 2-3 Open in Toscana nell’ottica di allenarmi di più nel singolo (dato che negli ultimi mesi lo avevo messo un po’ da parte) e ritrovare il ritmo partita.
Cosa ne pensi di questo sistema di assegnazioni delle wild card scelto per un appuntamento importante come un Master 1000?
Non è una brutta iniziativa. Nel piccolo e nel grande è possibile sognare di partecipare a questa manifestazione, ovviamente a vincere i tornei Open sono quasi sempre ottimi giocatori che solitamente hanno una classifica tra il 2.1 e il 2.3. E’ comunque un bel modo per mettersi in gioco e vedere dove poter arrivare partita dopo partita. Io ad esempio non pensavo minimamente di arrivare in fondo al torneo perché c’era gente esperta di Open, giocatori come Rodriguez, Fioravante e Della Tommasina. Non ero neanche testa di serie, ma un po’ alla volta, partendo quasi sempre male, ne sono uscito bene.
Giocando questo torneo hai sentito un’atmosfera diversa rispetto agli altri Open che si giocano nel corso della stagione e non hanno l’incentivo dell’invito al Foro Italico?
Sicuramente. Vedevo che tutti quanti avevano una voglia di vincere diversa rispetto ad un Open normale, dove magari c’è solo l’obiettivo di vincere il torneo per prendere più soldi. In generale l’accanimento per l’acceso a queste “pre-quali” era davvero forte, si notava anche da fuori. Fino ad oggi non sono mai stato un giocatore da Open, magari inizierò adesso a frequentarli di più e potrò dirti a fine anno com’è questo nuovo mondo.
Spostandoci dal torneo di Roma, cosa ne pensi dello splendido inizio di stagione del tuo coetaneo (ed ex coinquilino a Foligno) Luca Vanni?
Sono molto contento per lui. Non voglio dire che ho versato delle lacrime di gioia, ma nell’avventura a San Paolo in Brasile mi sono sentito molto vicino a lui. È stata una splendida settimana, ho seguito tutte le partite ed è stato bello vedere questo exploit perché se lo merita. È un ragazzo che lo scorso anno ha portato la sua squadra, il CT Sinalunga, alla promozione in A1 e nel mezzo giocava i futures: non è cosa da poco arrivare in fondo al torneo fino a sabato, vincerlo e la domenica fare bene anche in campionato per poi ripartire il giorno successivo per un altro futures. Siamo degli ottimi amici, ci siamo incontrati svariate volte tra open e futures (giocando anche dei doppi insieme) e devo dire che ragazzi umili e dediti al lavoro e al sacrificio come Luca ce ne vorrebbero. Spero che riesca a coronare quest’impresa di raggiungere l’estrema classifica Atp dei top 100, se lo merita.
La sua scalata può essere uno stimolo in più per te, considerando che le cose migliori le sta facendo vedere nella seconda parte della sua carriera (e potrei citarti anche la storia di Paolo Lorenzi)?
Per il momento mi sto concentrando di più sul doppio, infatti quest’anno è iniziato bene e ho vinto due tornei futures. Purtroppo il problema è che in questo sport, soprattutto nel doppio in cui devi dividere il prize money, si guadagna molto poco. Se devi giocare a certi livelli, come ho fatto io giocando challenger per due anni, è veramente tosta e comunque tra entrate e uscite riesci più o meno a rimanere in pareggio. Devi viaggiare tanto e spesso, i tornei non sono mai vicini, anche concentrandosi sulla carriera di doppio (in doppio Grassi ha raggiunto la posizione 126 e ha vinto 2 tornei challenger e 48 futures in carriera, nda), se non entri almeno nei top 60 fai fatica.
Quali sono i tuoi obiettivi dopo il torneo del Foro Italico?
Vedrò gli stimoli che avrò subito dopo, la programmazione la sto vivendo in maniera serena e non voglio mettermi dei paletti. Vedrò settimana dopo settimana, magari farò qualche futures per migliorare un po’ la classifica e vedere come va. Adesso sono 800 e vedermi in questa posizione fa un po’ male perché so di valere di più.
Infatti per 4-5 anni sei sempre stato costantemente tra i 300 e i 450. Però la mia curiosità è questa: vedendoti giocare mi sono reso conto che il tuo tennis è molto più efficace sulle superfici rapide rispetto alla terra rossa. Il problema è che in Italia quasi tutti i tornei si giocano sulla terra, quest’aspetto può essere visto come un freno alla tua crescita.
In parte sì, non sono riuscito ad andare oltre ai 300 anche per alcune scelte sbagliate. Forse sono rimasto chiuso un po’ troppo tempo nei futures e bisognava affacciarsi un po’ prima nel mondo challenger. Poi per fare un’attività su una superficie come il cemento, che io amo, i costi sono molto elevati. In Italia ci sono tornei e bisogna muoversi all’estero, spesso anche fuori dall’Europa. Proprio per questo delle volte non è facile spostarsi e bisogna adeguarsi a quello che c’è vicino.
In bocca al lupo per Roma, Claudio.
Crepi, speriamo bene.
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