di Franco Marucci (inviato a Firenze)
Le finali del 37th City of Florence saranno domani, un po’ a sorpresa, nel femminile Konjuh-Ferro, e nel maschile Donati-Alcaraz Ivorra (la prima alle 14.30, la seconda a seguire). Per la pioggia torrenziale scesa dal mattino presto fino alle quattordici le due semifinali femminili sono state giocate nei campi coperti del provvidenzialmente attiguo Club Sportivo di Firenze. Lì Konjuh ha agevolmente disposto della connazionale Lekaj (due croate, n.b.) concedendole solo quattro giochi. Konjuh, ribadisco, illustra la riduzione del tennis al suo essenziale: picchia dentro la prima e si avvantaggia nello scambio, ed entra a chiudere soprattutto con il rovescio bimane spinto e anticipato; quando riceve, risponde aggressiva specie sulla seconda da sinistra. Il tutto con una velocità e rapidità di esecuzione supersonica. È un gioco rischioso che può diventare un boomerang se davanti c’è un’avversaria mobile o che la tiene indietro, o le percentuali sono basse. Se il tennis non è un’opinione domani Konjuh lascerà solo briciole alla Ferro. Rilevo solo che sono due 1997. Ma spesso chi è superfavorito può anche perdere. Nell’altra semifinale Chiesa è stata domata dalla Ferro come prevedevo ieri, ma ha resistito molto ma molto di più di quanto mi aspettavo: 6/4 2/6 6/4 lo score, con l’assurdo che i giochi conquistati in totale dall’una e dall’altra sono in pareggio. Chiesa, per di più, aveva giocato e vinto la semifinale di doppio ieri sera, ed era o poteva essere oggi ormai scarica mentalmente; quindi questa sconfitta di misura deve essere considerata un risultato positivo e il torneo che ha giocato un ottimo torneo. Sulla Ferro e sulla sua scheda tecnica scriverò più a lungo domani dopo la finale; per ora un po’ di promesso gossip. Monsieur Ferrò (tale la pronuncia come ovvio) è figlio di padre italiano, e mi ha detto, nel suo italiano alla Platini, che la figlia ha passaporto italiano, francese e belga, essendo la madre di quest’ultima nazionalità. Gioca “privatamente”, senza rapporti con la Federazione francese; proprio perciò lui è stato “avvicinato” da Sergio Palmieri, che era ieri qui a Firenze. Ferro padre, a una mia precisa domanda, non ha affatto escluso che Fiona possa un domani giocare per l’Italia: e intanto la figlia sa almeno dire grazie in italiano al cameriere del bar. Mostruosa è stata la sua striscia di vittorie: dalle qualificazioni alla finale, e battendo qualcosa come quattro italiane.
Cessata la pioggia la solerzia degli addetti e l’eccellente drenaggio hanno permesso la disputa delle due semifinali maschili con una sola ora di ritardo. In quella della parte bassa è finito il percorso sin troppo fortunato di Robin Stanek, per mano dello spagnolo Alcaraz Ivorra (tra parentesi gli spagnoli hanno avuto tre giocatori nel main draw maschile e nessuna giocatrice in quello femminile: possibile che non abbiano delle junior di vertice? ). Alcaraz ha messo in mostra i punti deboli del cèco, il cui gioco dipende molto dalla prima di servizio (oggi opaca), e che, come ho ribadito spesso in questi articoli, sbaglia gratuitamente una volta sì e due no se portato al sesto o settimo scambio. Dal canto suo Alcaraz è solo un giocatore corretto nei movimenti, disciplinato e ragionatore, e che, tutt’altro che esplosivo, sta costantemente quattro metri dietro la riga e quindi si limita per lo più a rimandare mediamente arrotato, dirigendo bene la parabola verso il mezzo metro finale del campo. Tra l’altro Stanek si è alla lunga spazientito, e cercando di forzare ha finito per far peggio. Da vari segnali mi sono accorto che Stanek aveva quasi tutto il tifo a favore. Io l’ho definito torvo l’altro ieri, ma mi si dice che fuori dal campo è un ragazzo delizioso e dal carattere dolce e buono. Nell’altra semifinale Donati, che ha chiesto nuovamente il fisioterapista per un dolore alla spalla, ha fatto prendere a tutti uno spaghetto andando 3/0 sotto nel primo set. Ma si è piano piano ripreso contro un Masur poco più che diligente, e in possesso di un tennis piuttosto anonimo. Il risultato non lascia adito a dubbi (6/4 6/3) sul fatto che Donati sia una realtà e sappia adattarsi a parecchi tipi di giocatore. Domani deve stare attento a non rimanere invischiato nella rete che gli tenderà Alcaraz, a mio avviso un avversario battibilissimo.