Di Giulio Gasparin
Federica Bilardo è un nome tutt’altro che nuovo a chi guarda ai circuiti giovanili nella speranza di scorgere una futura sostituta delle pluri-campionesse di Fed Cup dell’ultimo ventennio. La mancina siciliana ha un tennis moderno sapientemente mescolato alla tradizionale varietà delle tenniste azzurre: serve bene, ma gioca anche un’ottima palla corta, sa spingere di dritto, ma scende a rete molto ordinatamente. Nonostante la giovane età, la Bilardo sta cominciando a farsi notare sia nel circuito under 18, che in quello ITF, come questa settimana al $10k di Tarvisio.
Innanzi tutto, come ti senti e come stai giocando?
Mi sento molto bene, sto giocando bene e sento proprio che i colpi mi stanno uscendo bene, non a caso stanno uscendo i risultati in questo periodo.
Non hai giocato tanto ancora a livello pro, ma molto a livello junior. Come decidi la programmazione e quali sono gli obiettivi?
Abbiamo deciso assieme ai miei maestri e alla federazione quest’anno come primo anno under 18 di concentrarci di più sui tornei Junior per poter partecipare agli slam, infatti quest’anno ho già partecipato al Roland Garros e a Wimbledon e tra due settimane partirò per la tournée americana di preparazione e poi gli US Open. Quest’anno ho giocato questo $10k a Tarvisio e prima a Sassuolo ho raggiunto i quarti. Poi penso che verso ottobre/novembre giocherò degli altri tornei di questo livello.
Avendo cominciato a muovere i primi passi a livello pro, qual è secondo te la differenza maggiore tra questo circuito e quello Junior?
Secondo me sicuramente l’esperienza, perché le ragazze più grandi qui, soprattutto le teste di serie, sono più esperte di noi e nei momenti più importanti non ti regalano niente, come invece può succedere nelle junior. Però penso che sia io che le mie coetanee siamo comunque competitive ed i risultati lo stanno confermando.
A tal proposito, hai giocato con Rebeka Masarova al Roland Garros Junior, dove poi ha vinto, e che recentemente si è messa in luce raggiungendo la semifinale al WTA International di Gstaad. Che stimolo è per te?
Mi ha dato certamente molta fiducia, perché ci ho perso 6-4 al terzo e sono l’unica ad esserci arrivata al terzo e questo vuol dire che se lei c’è riuscita, anche io posso farcela.
Cosa ci dici di te per le superfici? Stai facendo bene sul rosso, ma hai un tennis che ben si adatta anche alle altre.
Sì, è vero. Tutti mi dicono che il mio gioco sia fatto per il cemento, soprattutto per via del servizio, specie lo slice mancino che sul veloce funziona molto bene. Però a me piace giocare molto anche sulla terra, per cui non saprei dire qual è la mia preferita. Quest’anno ho avuto un po’ di difficoltà sull’erba, però speriamo che l’anno prossimo vada meglio!
Si parla spesso del fatto che le ragazze italiane maturino con calma, tu invece sembri molto pronta. Quali sono i tuoi obiettivi, se te ne metti?
Quest’anno l’obiettivo era quello di partecipare agli slam Junior e l’ho raggiunto. L’anno prossimo sicuramente parteciparvici di nuovo, ma puntare soprattutto a crescere nella classifica WTA, perché sarà l’ultimo anno Junior e devo prepararmi a fare quel salto di qualità necessario per cambiare definitivamente circuito.
E come vivi il fatto di girare con altre ragazze tue coetanee ai tornei e negli allenamenti? Da fuori sembra che si sia formato un bel gruppo forte.
Sì, mi trovo benissimo perché la federazione, sopratutto quest’anno, ci ha aiutato molto, perché i maestri non possono accompagnarci a tutti i tornei per motivi sia organizzativi che economici. Poi io personalmente mi trovo bene con Camerin, Serra Zanetti e Palumbo, ma anche con le ragazze siamo molto unite. È molto bello perché siamo un gruppo e durante le partite ci incoraggiamo a vicenda… poi fuori dal campo magari siamo un po’ irrequiete, ma va bene così, perché ci divertiamo un po’!
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