di Giovanni Cola
Una sfida priva delle big ma che avrà ugualmente il suo fascino.Si prospettano scintille in campo tra Italia e Stati Uniti nel primo turno del World Group di Fed Cup 2014. Si gioca sul veloce indoor di Cleveland in Ohio.
Il sorteggio ha definito l’ordine dei match. Si partirà domani alle 19 ora italiana con Christina McHale contro Karin Knapp, a seguire Madison Keys affronterà la nostra Camila Giorgi. Domenica poi avversarie invertite per i due singolari, prima dell’eventuale doppio che vedrà opposte Lauren Davis/Alison Riske contro le azzurre Nastassja Burnett/Alice Matteucci.
Il capitano Barazzutti, date le assenze pesanti di Errani, Vinci e Pennetta, punta forte su Karin Knapp, reduce da un 2013 di grazia. Tornata ai suoi livelli dopo aver dovuto fare i conti con una miriade di problemi fisici. Per lei si tratta di una grande opportunità. Buono il suo stato di forma, testimoniato anche dall’ottima performance con la Sharapova a Melbourne, in cui la tennista altoatesina è stata a due punti dal successo.
Esordiente assoluta è Camila Giorgi. Anche per lei si tratta di una sorta di battesimo del fuoco. E’ infatti chiamata a confermare quanto dimostrato finora soprattutto sulle superfici rapide. La sua esplosività di gambe e di colpi potrà risultare decisiva per far pendere l’incontro dalla parte dell’Italia. Ha già raggiunto il quarto turno sia a Wimbledon che agli ultimi Us Open. Manca solo la consacrazione anche in maglia azzurra.
La convocazione per Burnett e Matteucci è invece un riconoscimento importante, soprattutto in ottica futura. Nelle dichiarazioni pre-gara entrambe non hanno nascosto la propria emozione. Al momento sono rispettivamente n.161 e n.704 del ranking Wta. Se però a Nastassja mancano solamente un paio di exploit che le consentano di entrare stabilmente tra le prime 100, il talento c’è tutto, per Alice la strada è ancora piuttosto lunga. L’età è comunque dalla sua parte, ha solamente 18 anni e il percorso di crescita per affermarsi a livello professionistico pare essere ben avviato.
In casa statunitense la “veterana”, se così possiamo definirla a soli 21 anni, è Christina McHale, giocatrice solida e sempre temibile soprattutto in terra americana. Lei è l’unica delle 4 giocatrici chiamate da Mary Joe Fernandez ad aver già disputato un match di Fed Cup. Conta complessivamente 7 presenze. Si è formata sui campi d’allenamento della federazione americana in Florida, a Boca Raton. Al suo attivo vanta un terzo turno raggiunto in tutte quattro le prove dello Slam. Negli ultimi mesi però la sua parabola si è un po’ eclissata. In tanti al suo esordio sul circuito la vedevano almeno come una potenziale top 20. Finora però le attese sono state deluse.
A sorpresa non è stata scelta come singolarista, proprio al posto della McHale, la 23enne di Pittsburgh Alison Riske, ora n.46 Wta. Viene dal suo best ranking, ottenuto proprio lunedì scorso, conquistandosi un posto al sole gradino dopo gradino, non bruciando mai le tappe. Viene da un trascorso giovanile di grande lustro, è stata n.1 under 18 negli Stati Uniti. E’ seguita dal suo storico coach Yves Boulais e di lei ricordiamo soprattutto la prestazione magistrale a Flushing Meadows dello scorso anno quando ha eliminato Petra Kvitova.
A contribuire al consolidamento tennistico di Lauren Davis è stato invece principalmente un allenatore italiano, Federico Ricci. La 20enne a stelle e strisce inoltre gioca in casa perchè è nata proprio a Cleveland. Pungente con il rovescio, non disdegna, quando possibile, di abbreviare gli scambi a rete. Ha mosso i primi passi come la McHale alla Chris Evert Academy. Anche lei è reduce dal suo best ranking in settimana, n.59 Wta. Agli Australian Open si è issata fino al terzo turno dove si è arresa solamente a Genie Bouchard.
La più giovane, ma forse anche la più promettente tra le americane, è indubbiamente Madison Keys. Combattiva e ostica avversaria con un bel rovescio bimane, nel suo stile di gioco è stata spesso accostata a Jennifer Capriati. E’ allenata da Adam Peterson e Ola Malmqvist. E’ stata una delle più precoci atlete a vincere un match Wta, nel suo caso a 14 anni 48 giorni, quando prevalse sulla russa Kudryatseva a Ponte Vedra Beach. Attualmente è la più giovane tra le top 100. La sua scalata verso il vertice sembra appena iniziata.
Ad accomunare le quattro “yankees”, oltre ad una buona dose di inesperienza ad altissimi livelli, è comunque anche il fatto che siano tutte originarie di stati che non possono vantare alle proprie spalle una grande tradizione tennistica come, ad esempio, Florida o California.
Per le azzurre non sarà sicuramente una passeggiata ma l’impresa è alla portata e tutt’altro che impossibile. Sarà fondamentale riuscire a far leva anche sui diversi punti deboli delle americane.
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