di Sergio Pastena
No, proprio non c’è paragone. Tra il Fognini dopo l’ultimo update e quello precedente c’è un abisso di differenza e lo dimostra il match di oggi contro Berlocq: il ligure ha imparato non a diventare noioso e apatico, ma di sicuro ad incanalare bene la sua esuberanza e a saper chiudere quando c’è da chiudere. Un dato di fatto talmente evidente che ci si può mettere una pietra sopra tranquillamente e pensare a celebrare uno storico passaggio del turno in Argentina.
Storico sì, perché i sudamericani saranno stati anche a mezzo servizio ma in casa sarebbero pericolosi anche se rispedissero in campo Vilas e Clerc. Berlocq è sceso in campo contro il nostro numero uno determinato a ripetere la partita del Day 1 e consapevole che una vittoria avrebbe cambiato radicalmente l’andamento del match.
Un match che è cominciato con entrambi i giocatori tutt’altro che efficaci alla battuta: su dodici games giocati nel primo parziale i break sono stati sei, con Berlocq più efficace al servizio (tanti i forzati provocati) e Fabio che non coglie l’occasione quando va a servire per il match. Il tie-break, però, non lascia strascichi e il primo parziale è italiano, chiuso a 5.
Secondo set, altro giro altra corsa: il rendimento al servizio dei giocatori sale e Fabio non coglie l’opportunità di sei palle break. Inevitabile che l’unico servizio strappato da Berlocq finisca con l’essere sufficiente per pareggiare il conto e ridare fiato al pubblico del Patinodrome di Mar del Plata. Finisce lì, però.
Negli ultimi due set, infatti, non solo Berlocq non toglierà la battuta a Fognini ma non arriverà nemmeno una volta a palla break. Il ligure, invece, ne piazza tre: due nel terzo e uno nel quarto, per piazzare un 6-1 6-4 finale che spedisce l’Italia dritta a una probabile sfida casalinga contro la Gran Bretagna nei quarti di finale, anche se al momento in cui pubblichiamo questo articolo Querrey sta vendendo cara la pelle ed è un set pari contro Murray.
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