Errani batte Venus e zittisce New York

Sara Errani Venus

di Federico Mariani

Sara Errani timbra l’impresa del giorno battendo Venus Williams sull’Arthur Ashe in un incontro tanto altalenante quanto bello ed approda così alla seconda settimana del torneo.

Un episodio di cui l’azzurra si è resa protagonista nel tie break del terzo set ha, però, opacizzato un pochino la sua vittoria che resta comunque straordinaria. Sara, infatti, dopo aver chiuso con un vincente lo scambio forse più bello del torneo nel momento di maggior tensione dell’incontro (5-5 al tie break), ha portato l’indice davanti alla bocca zittendo i 20 000 spettatori del campo centrale che, ovviamente, erano schierati in blocco dalla parte della locale eroina Williams. Un gesto poco piacevole ed elegante specie perché a dividere il campo con lei c’era una campionessa di straordinaria correttezza come Venus. Un gesto che, francamente, poteva essere evitabile dall’azzurra che spesso, non con cattiveria sia chiaro, si fa trascinare da un eccesso di adrenalina. Si può comprendere l’importanza della situazione, l’occasione di battere un mostro sacro del tennis mondiale su uno dei campi più importanti del pianeta, l’incredibile scambio appena vinto che ha portato poi al matchpoint, ma tali gesti sarebbe opportuno lasciarli ad altri sport.

Detto questo, è più che doveroso enfatizzare il successo ottenuto sul campo che ha una portata di notevoli dimensioni. E’ l’ultimo dei tanti “Davide contro Golia” che Sara è riuscita a rievocare. In un tennis sempre più improntato alle “botte da orbi”, fa sempre un immenso piacere vedere chi, come Sara, vince con la testa piuttosto che coi muscoli. Anche oggi, infatti, come tante altre volte il gap di centimentri e di potenza con una giocatrice come Venus era un ostacolo pressoché insormontabile su un campo da tennis. Eppure Errani con la sua sapienza tattica, la sua intelligenza fuori dal comune ed il suo coraggio è riuscita per l’ennesima volta a ribaltare ogni pronostico e vincere sorprendendo tutti. Lo ha fatto meritando perché, se è vero che il primo set non è praticamente stato giocato dalla statunitense (30% di prime in campo e 20 errori gratuiti in soli sei giochi), dopo è stata partita vera contro una Venus vera. Il secondo set sarebbe stato stordente per molte colleghe di Sara ma non per lei che, invece, è stata capace di rimettersi in carreggiata ed ha battagliato andando prima avanti nello score, poi sotto fino al 5-3 30-15 e servizio Venus. Qui l’azzurra si è mostrata formidabile a tenere due turni di servizio delicatissimi sul 4-5 e sul 5-6, punteggi che tendenzialmente in Wta portano ad una quasi naturale conclusione. Il tie break poi ha riassunto tutte le qualità di Sara: coraggio, intelligenza, tenacia, ma anche braccio e tecnica perché gli ultimi due vincenti questo testimoniano.

Non si esauriscono qui i motivi per gioire in casa Errani: mentre, infatti, Sarita battagliava con Venus, Simona Halep cadeva sotto i colpi di una pugnace Lucic-Baroni aprendo, di fatto, la porzione di tabellone dell’azzurra. Un conto è affrontare Halep, tutt’altra cosa è avere Lucic-Baroni (con tutto il rispetto) come unico ostacolo verso i quarti di finale.

Passa in archivio un’altra impresa italiana al femminile qui a New York, città sempre più magica per le nostre ragazze. La firma è ancora quella di Sara Errani, la nostra giocatrice più forte che, una volta di più, ha zittito tutti. Per farlo, però, basterebbe il suo tennis, senza scomodare il dito indice.

LE STATISTICHE DEL MATCH

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