di Federico Rossini
Dalla Kichenok alla prima finale WTA: si potrebbe riassumere così il percorso di Donna Vekic a Tashkent, dove ha colto il maggior risultato in 16 anni di vita. Forse in Croazia qualcuno starà già pensando di vedere la compagna ideale di Petra Martic nel riportare il tennis nazionale ai fasti di Iva Majoli prima e di Karolina Sprem poi. Sta di fatto che la Vekic è entrata, col risultato dell’Uzbekistan, tra le prime 150 del mondo (n° 121), e a questo punto non sembra particolarmente intenzionata a fermarsi.
Osijek è la quarta città croata per numero di abitanti, con 114.616. E’ qui che Donna Vekic è nata, il 28 giugno 1996. Un anno dopo, il tennis croato femminile avrebbe vissuto il suo momento di maggior splendore, con Iva Majoli vincitrice del Roland Garros su Martina Hingis.Tre anni doppo, Mirjana Lucic avrebbe rischiato di compiere un’impresa non da poco, arrivando fino in semifinale a Wimbledon e mettendo in crisi Steffi Graf, prima delle tristi vicende personali che l’hanno vista fuggire dalla Croazia (con l’aiuto non indifferente di Goran Ivanisevic).
Il 2004 pare una sorta di anello di congiunzione tra la fine di una carriera e l’inizio (in tenera età) dei successi per un’altra. Da una parte, a Wimbledon, c’è Goran Ivanisevic che chiude la sua carriera battendo Filippo Volandri e perdendo con Lleyton Hewitt. Dall’altra, a Spalato, c’è una bambina che, a 8 anni, già comincia ad andare in finale e a vincere in tornei il cui limite di età è posto due (quando non tre) anni più in su. Si chiama Donna Vekic, e porterà a casa, tra il 2004 e il 2007, ben sei di questi tornei, soprattutto in Croazia. Non disdegna, comunque, importanti partecipazioni ai maggiori tornei under 12 e under 14, che affronta regolarmente con uno o due anni in meno del limite di età. Per questo, vanno presi con l’ottimo beneficio d’inventario i risultati dell’Orange Bowl U12 2006 e 2007, dell’Eddie Herr International 2007.
Negli anni, prima è la miglior giocatrice croata della sua generazione, poi, a livello di under 14, diventa quella meglio classificata secondo il ranking di Tennis Europe, tra le tenniste del ’96. Proprio nel 2009 in cui arriva quel riconoscimento, arrivano anche i primi grandi risultati a livello di G5: è di ottobre la conquista di Manama, in Bahrein, senza perdere un set.
Nel 2010, Donna si mette sempre più in luce nei tornei del circuito juniores dell’ITF, con risultati in singolare (semifinale al G3 di Rajshahi, Bangladesh) e in doppio (G5 del Cairo a ottobre, in coppia con Oleksandra Korashvili). Nel frattempo, prova qualche G1 senza nemmeno sfigurare, pur perdendo spesso nei primi turni. All’Orange Bowl supera le qualificazioni, ma al primo turno si schianta contro Grace Min, che già all’epoca iniziava ad essere la bestia nera di Camila Giorgi.
Il botto, però, arriva nel 2011: a gennaio una finale G3, una G2 e una vittoria G3 a Kolkata; a marzo, doppia vittoria in due G2 a Potchefstroom, Sudafrica. Parallelamente, al quarto torneo sul circuito maggiore, il 10.000 di Hvar, Croazia, trova la finale partendo dalle qualificazioni. Pur non riuscendo a fare grandi risultati negli Slam (tre volte fermata dopo tre turni), a luglio piazza due bei risultati: nel G1 di Berlino arriva in finale, nel 10mila di Chiswick vince il torneo, con finale in tre set contro Bojana Bobusic. A ottobre, con i 25mila, arrivano anche scalpi importanti, soprattutto a Lagos, dove la Vekic batte Nina Bratchikova in modo piuttosto netto nella semifinale, prima di cedere a Elina Svitolina in finale. L’anno termina con l’Orange Bowl, in cui Eugenie Bouchard stoppa la croata nei quarti.
Gli Slam juniores disputati nel 2012 non rendono giustizia alla Vekic, che trova la sua vera dimensione nel circuito professionistico. Disputa parecchi tornei da 25mila dollari e in molti arriva in finale, vincendo Bangalore e Fergana, arrivando in finale in altri quattro (e in uno di essi lottando contro quell’Olga Puchkova che poi arriverà al terzo turno degli US Open, venendo rullata da Sara Errani). E proprio negli US Open appena citati, a provare la qualificazione è la stessa Donna, che viene fermata all’ultimo ostacolo da Edina Gallovits. Di qui a poco, però, arriverà il torneo che la lancia in modo forse definitivo.
A Tashkent, parte dalle qualificazioni. Nadiya Kichenok, Alexandra Artamonova e Monica Puig finiscono il loro torneo sotto il dritto della croata (per la verità, la Puig rientrerà come lucky loser). Il primo turno parrebbe proibitivo: Magdalena Rybarikova. Invece, Donna la batte 7-6 6-3, infilando poi Arruabarrena Vecino, Jovanovski e Birnerova in successione: non proprio le ultime arrivate (la Jovanovski, prima degli US Open, era arrivata in semifinale a Dallas, e la Birnerova aveva tirato fuori un grande torneo). In finale, è Irina Camelia Begu a spezzare i sogni della giovane croata, anche se la perifrasi “spezzare i sogni” in questo caso è quantomeno ingenerosa, visto quanto fatto dalla Vekic. Perché arrivare in finale al primo torneo WTA disputato in tabellone principale in carriera (aveva già tentato, senza successo, le qualificazioni a Kuala Lumpur) non è da tutti. E anche se tocca parlare di un neo negativo, nella fattispecie una prima di servizio non precisa nella settimana di gloria, come contropartita c’è un dritto niente male. Teniamo comunque presente che, a 16 anni, queste sono tutte cose che subiranno un inevitabile miglioramento. Nel caso della Vekic, potrebbe anche essere il preludio a una grande carriera. E in Croazia non sarebbero certo scontenti.