(Andres Molteni e Timo Nieminen – Foto Andrea Cherchi)
da Vercelli, Marta Polidori
Eccomi. Allora, la giornata è cominciata con segni decisamente negativi dati dalla mia compagna di banco, che nel bel mezzo di una discussione su quali sport ci piacesse seguire, se ne esce dicendomi che per lei il Tennis non è uno sport. È da stupidi, non ha senso che due personaggi corrano campo e campo per rimandarsi una pallina, ed io penso abbia ragione. Questo è uno sport per malati di mente, non ci piove. L’ho sempre pensato e continuerò a pensarlo, ma è proprio per questo che mi (e spero vivamente ci) piace.
Con questo pensiero scorre la mia giornata, con la fierezza di avere passione per qualcosa di insensato e sentendomi un po’ alternative.
La prima partita la perdo completamente, la seconda pure, perché arrivo alla fine. Alberto Brizzi e Thomas Schoorel se la stanno giocando, o meglio il primo lo fa mentre il secondo coglie margherite.
Schoorel fa quello che in gergo chiamiamo ‘sciogliere’, ovvero per le persone poco cool che non sanno cosa significhi: getta la spugna.
A me scatta l’istinto materno. Chi lo ha visto in faccia può capire perché. Dall’altra parte un Brizzi meritevole di una finale, solido, concentrato, ottimi fondamentali, ma se Thomas fosse stato dei nostri dubito ci sarebbe stata partita. Il problema è che Alberto è ostico, talmente impenetrabile di base che se non ci sei con la testa il sasso diventa valanga.
Quando la partita finisce, 6-2 6-2 Brizzi, cerco di fermare Schoorel per due domande, che mi concede di buon grado dall’alto dei suoi duecentotre centimetri. Mi invita anche a sedermi altrimenti col registratore non ci arrivo; io sono solo uno e sessantaquattro e di fianco a lui sembro Frodo.
Moritz Baumann–Yannick Mertens era finita 6-2 6-3 per il primo; io me la sono persa (come dicevo), ma come al solito incontro l’ormai arci-noto, celeberrimo esperto Mario Polidori, detto Il Grande: “Le semifinali praticamente oggi è come se non fossero state giocate. La prima ha visto un Baumann assolutamente in palla, in grado di fare la partita perfetta, contro un Mertens che oggi proprio non prendeva il campo e non solo per la pressione di Baumann, ma ci ha messo proprio di suo. Peccato, poteva essere un buon match”. Visto che ci siamo, perché non raccontarci anche il pezzo della seconda che mi sono persa? “La seconda, Brizzi-Schoorel, ha visto un Brizzi in grande spolvero, contro uno Schoorel che al primo torneo dopo il rientro da infortunio, e probabilmente stremato dai tre set del giorno prima, non è mai riuscito ne ad impensierire Brizzi ne ad entrare in partita, e ha simpaticamente sciolto già sul finire del primo set. Peccato, anche qua”.
Quindi ora mi resta solo la finale di doppio: Andres Molteni (ARG) / Timo Nieminen (FIN) [2] vs Filippo Baldi (ITA) / Pietro Licciardi (ITA).
Non molto avvincente devo dire. Filippo e Pietro sono buoni come partenza, ma a competere contro due doppisti con più esperienza ancora ne fanno le spese. Non molto da dire, tranne una discussione accesa da parte di Pietro con il giudice di sedia. Per il resto nulla di che e comunque il punteggio finale è di 6-0 6-2 per gli stranieri.
Domani finale di singolo.
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