Diario di bordo da Padova – Martedì

Turati Bianca Padova

di Michele Galoppini (con la partecipazione di Giulio Gasparin e Giulia Rossi)

Inizia molto presto una giornata molto lunga. Da poco ha cantato il gallo del pollaio della mia vicina di casa ma devo già svegliarmi per portarmi il prima possibile in stazione dei treni a Brescia, dove il FrecciaBianca 9701 mi trasferirà a Padova, dove seguirò oggi assieme ai colleghi Giulio Gasparin e Giulia Rossi (piacevolmente incontrata per la prima volta oggi) il primo turno dell’ITF di Padova. Arrivato in stazione incontro anche un’amica comune a Giulio e prima di raggiungere il circolo troviamo anche spazio per l’ennesima sfida (siamo attorno alla quarantesima ormai, ma non citerò per mio orgoglio l’head-to-head) sul campo da tennis.

Al solito ho perso, 3-6, quando ero peraltro in vantaggio 2-0 dopo due game particolarmente lunghi. Ma passiamo al vero lavoro oggetto di questo diario. Io e Giulio arriviamo velocemente al circolo, dove mangiamo qualcosa in attesa dell’arrivo di Giulia e che i match comincino. Sarà poi Fiona Ferro  contro Kristina Schmiedlova ad inaugurare la nostra giornata, mentre sul campo dietro di noi una rumorosissima Ormaechea litiga con racchetta e palline mentre si allena con lo sparring partner del circolo, e nel campo adiancente quello del match, come se non bastasse, anche due amatori non di primo pelo si prodigano in esultanze, urli ed escalamazioni colorite durante un loro match amichevole.

È una sfida all’apparenza molto equilibrata quella tra due grandi promesse del tennis, che tra break e controbreak tengono il match in parità fino al 3-3. Purtroppo, è lo spettacolo ad essere carente, perché numerosi sono gli errori da entrambe le parti ed i vincenti, fino ad ora, si contano sulle dita di una mano, avanzando spazio. La più giovane delle sorelle Schmiedlova è quella che sembra avere in mano il pallino del gioco: quasi sempre all’attacco e al comando degli scambi, trova spesso in un muro di gomma che era la sua avversaria un elemento molto ostico per chiudere i punti. La buona potenza dei colpi della slovacca è però carente di angoli, quindi la Ferro non fa troppa fatica a tenere in vita la pallina ed esasperare di difese la slovacca, finalista dell’ITF di Grado, fino a portarla all’errore. Presa fiducia, la Ferro comincia ad aumentare la potenza dei suoi colpi e ad essere più propositiva: finisce di fatto il match; dal 3-2 e break di vantaggio per la Schmiedlova, questa ha perso 3-6 0-6.

Non abbiamo però atteso la fine del match, come detto carente di elementi davvero interessanti, per spostarci nel mezzo dei due campi principali, non prima di gustarci un paio di ciliegie offerteci dalla Giulia. Su quei campi stavano giocando Olivia Rogowska contro Marina Shamayko e Marcela Zacarias contro Myrtille Georges. Trovo sugli spalti con piacere anche Allie Kiick, intervistata a Brescia e ben contenta di fare quattro veloci chiacchiere, in attesa di scendere in campo più tardi contro la nostra Stefania Rubini. I due suddetti match sono descrivibili in maniera parallela, nemmeno si giocassero uno accanto all’altro: Georges e Rogowska prendono un buon vantaggio, subiscono il perentorio rientro delle loro avversarie molto agguerrite e anche quando tentano di reagire, imponendo la miglior classifica od il miglior gioco non riescono ad avere vita facile come in precedenza. Rogowska PadovaQui finiscono le analogie: la Rogowska trova modo di smantellare le trame di gioco della Shamayko nel momento più delicato, mentre la russa che vive in Italia da tempo si lasciava andare a lamentele con se stessa in perfetto italiano con cadenza romana; la Georges invece si perde nelle sue stesse trame e la Zacarias diventa oltre che agguerrita anche solidissima e, dopo aver girato il secondo set da 1-3 a 7-6, schiaccia la francese nel terzo set.  Di Olivia Rogowska troverete su SpazioTennis un’intervista a cura di Giulio Gasparin, ma del match di oggi dichiara: “Penso che il primo turno di un turno sia sempre molto difficile, non importa se giochi un 10k, un 50k o uno Slam, perché devi adattarti alle nuove condizioni. Prima d’oggi non avevo mai visto la mia avversaria giocare e non sapevo cosa aspettarmi, e anche dopo qualche game non era facile perché continuava a variare tra palle pesanti e lobboni e quindi prendere il ritmo. Quest’anno mi trovo molto bene sulla terra, per cui ho deciso di giocarci ancora questa settimana, so che mi trovo molto bene sull’erba per cui non ho bisogno di molti tornei prima di Wimbledon.

Ottima notizia per il tennis azzurro è che sarà Bianca Turati ad affrontare la messicana Zacarias nel secondo turno del torneo. La giovanissima azzurra ha sconfitto nel match dal risultato più sorprendente di giornata Amandine Hesse, che aveva raggiunto il secondo turno del Roland Garros nemmeno due settimane fa. Il risultato è peraltro ancora più sorprendente: 6-3 6-0 per un match dominato dall’inizio alla fine. Gli scambi sono generalmente lunghi, quantomeno nella prima parte della partita, la Hesse basa tutto il suo gioco sul ritmo, ma le numerosissime variazioni di Bianca non fanno altro che rompere il ritmo della francese, sempre più agitata e palesemente sofferente della fortissima carica agonistica della Turati, che si fa sentire ad ogni punto vinto grazie alle sue pregevoli variazioni, alle sue ottime difese ed ai milletrici ed intelligentissimi attacchi. Game dopo game la fiducia della Hesse scompare, la sua tranquillità (mostrata peraltro solo nel primo game, forse) lascia spazio a lamentele e sfoghi ed il match scivola nelle mani dell’azzurra. Non ne siamo certi al 100% a causa di alcune lacune nella lingua francese, ma sembra che alla Hesse sia anche sfuggita una frase abbastanza eloquente del suo momento no: “Vengo ad un 25k per essere umiliata da una pivellina!

Prima di parlare dei due match più vissuti ed intensi di giornata, passo al capitolo Kiick vs Rubini. È la prima volta che vedo Stefania giocare: ottimo dritto, buon servizio, rovescio da migliorare ma che sa come poter far male all’avversaria, volontà di comandare gli scambi. Purtroppo per lei, Allie Kiick è di un’altra categoria rispetto a quella delle avversarie a cui è abituata l’azzurra. I colpi sono più profondi in generale, è molto solida e quasi ogni pallina che torna nel campo della Rubini è per lei un colpo che solitamente non affronta a livelli più bassi. Ci sono tanti buoni scambi e momenti in cui Stefania riesce anche ad imporsi, ma a lungo andare l’americana chiude i conti abbastanza agilmente.

Tornando ora nel mezzo dei due campi principali, sono Cristiana Ferrando contro Martina Di Giuseppe da una parte e Maria Elena Camerin contro Lenka Jurikova dall’altra a dare spettacolo.Ferrando Padova

Ferrando e Di Giuseppe lottano per non ben specificato tempo, ma le due ore sono state più che abbondantemente superate. Martina è dotata di un gran servizio e di un potente dritto, oltre ad un rovescio molto insidioso che sa far male grazie alle molte variazioni disponibili nel suo bagaglio. Cristiana, lo ripeto, è invece una giocatrice molto completa, sa fare praticamente tutto e le manca per ora un po’ di killer instinct nei momenti chiave, dove si incarta favorendo le avversarie più esperte. Sotto l’occhio vigile ed esperto di Tathiana Garbin, la Ferrando riesce al termine della maratona ad uscirne vincitrice: perso il primo parziale per 4-6 grazie anche ad un’ottima Di Giuseppe, la Ferrando comincia a macinare gioco, a sbagliare di meno ed a spingere sempre più indietro una Martina sempre più stanca e sempre più in difficoltà. Vinto il secondo parziale per 7-5, il terzo è una dura lotta solo nei primi game, prima dell’accelerazione finale della Ferrando che chiude 4-6 7-5 6-2.

Infine, tocca alla mia preferita: Maria Elena Camerin. Lo so, lo state già pensando tutti; se la Camerin ha giocato l’ultimo match voi sarete andati a casa non prima di mezzanotte. Il pericolo è stato scampato, sebbene per un pelo. È stato certamente un match divertente quello tra la veneta e wild card del torneo e la Jurikova, la qualità è stata buona e non sono mancati i momenti di pathos. Dopo essersi costruita un buon vantaggio per 3-1 con palle per il 4-1, nel primo set la Camerin ha subito il ritorno della slovacca, che ha anche obbligato l’azzurra a servire per restare nel set sul 4-5. I rovesci viaggiano ottimamente per entrambe e sono i dritti a fare la differenza. Alla fine un’accelerazione decisiva porta la Camerin sul 7-5. L’equilibrio si rompe subito anche nel secondo set, con la Camerin nuovamente avanti 3-1 e doppia palla del 4-1. Il tabellone col punteggio, che ha fatto patire i giudici di sedia tutto il giorno nonostante le numerose richieste di rimetterlo a posto, si rompe definitivamente ed il giudice comunica l’avvenimento, scatenando nella veneta una battuta che è suonata più come una gigantesca gufata: “quindi ho vinto?”. Beh, sì, è quello che è successo,  ma l’azzurra ha subito la prepotente rimonta della slovacca, anche ritrovatasi avanti per 4-3. Una nuova reazione ha però poi permesso di chiudere in due set per 7-5 6-4, prima di lasciarsi brevemente intervistare dal sottoscritto.

Disciolti e praticamente paragonabili a due caloriferi ambulanti, ce ne torniamo in macchina e salutiamo il circolo e la lunga giornata appena passata, certamente non finita, vista l’ora in cui ho finito di scrivere questo diario, a cui fara seguito quello della giornata di domani a completamento dei primi turni.

Trovate ai successivi link le interviste a Bianca Turati e Maria Elena Camerin.

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