di Michele Galoppini (@MikGaloppini)
Oggi termino la giornata davvero molto stanco. Non c’erano tanti match da seguire al ChiassOpen, che avendo raggiunto le semifinali prevedeva in campo due match più la finale di doppio, ma lo spettacolo intenso per diversi motivi, finalmente un po’ di caldo, una sveglia improponibile e tanto lavoro da fare velocemente ed efficacemente hanno spompato le mie più fervide energie.
Cercherò di non dilungarmi troppo, per evitare grossi strafalcioni dovuto all’incombente sonno, in questo diario di bordo che affronterò per argomenti, non necessariamente in ordine cronologico, perché stasera mi va così.
Il viaggio
Come in ogni mio diario di bordo c’è sempre qualcosa di strano da affrontare nel viaggio. Poiché è sabato e quindi ci sono meno regionali, devo svegliarmi addirittura prima dell’altra volta, tipo alle 5 del mattino. Purtroppo il mio gatto non è d’accordo ed ha tanta voglia di coccole proprio alle 4:36, tanto da impedirmi di dormire: quella è stata la mia sveglia.
Pochi disagi in treno, ma ho dovuto assistere od affrontare tre tipi di conversazioni inusuali. Prima fra tutte quella tra tre signore che raccontano le avventure delle piscine. A parere di una di loro, l’uomo non respira solo col naso: “Io non posso coprirmi le orecchie con la cuffia se nuoto, io ho la sensazione che si respiri anche con le orecchie, se le tappo non va bene”. Già questa frase mi mette in difficoltà, ma una conversazione tra patiti di tisane, antiossidanti, antitumorali, bio, oli essenziali e varie (oltre al quarto d’ora passato a convincere tre signori indiani a obliterare il biglietto) dà il colpo di grazia – troppe fesserie iperconcentrate.
L’allegra combriccola
Se tutte, ma proprio tutte le giocatrici dicono la stessa cosa, e cioè che l’ITF di Chiasso è ben organizzato nei minimi dettagli, è una bella esperienza, è ricco di persone simpatiche e gentili e sarà meta di calendario anche per gli anni successivi, un motivo c’è. E questo motivo è in buona parte concentrato in questa ‘allegra combriccola’ composta da direttore, presidentessa, staff, arbitri e supervisor.
Tutti molto simpatici, tutti molto disponibili e tutti molto gentili per un torneo impeccabile sotto praticamente tutti i punti di vista. Anche oggi ho avuto l’occasione di passare un po’ di tempo con tutti solo per un aperitivo post fatiche giornaliere, che non ha fatto altro che riconfermare ogni meritatissimo complimento a questo ottimo gruppo!
Un incubo chiamato Shinikova
Difficilmente mi lamento in maniera palese di una giocatrice, ma a volte certe ragazze superano davvero ogni limite. Oggi (da quel che ho capito non solo oggi) ci è riuscita Isabella Shinikova, 24enne bulgara in forte salita nel ranking in questo 2016. Oggi affrontava in semifinale Julia Grabher ed è successo di tutto. Già quando la recuperiamo con l’auto della trasportation di cui sto usufruendo stamattina, la bulgara non parte col piede giusto, ma poi sul campo si lascia davvero eccessivamente andare.
Appare davvero cattivissima, ma non solo nel senso sportivo del termine. Ogni punto è buono per fissare con sguardo cupo l’avversaria, per urlarle in faccia qualcosa (in bulgaro evidentemente, quindi chi lo capisce è bravo), per sbraitare un c’mon. Ogni scusa è buona per una lamentela con l’avversaria, con la riga, con il nastro, con il rimbalzo, con l’arbitro, con qualsiasi cosa. Più volte chiama la palla fuori prima che lo faccia l’arbitro, fissandolo poi con sguardo di sfida. Avanti 4-0 perde un game e scaraventa la racchetta sui teloni e similarmente sul 6-2 5-1 perde il servizio e spara una palla a tutta velocità sulla recinzione (peccato che la pallina superi la recinzione e sfiori due spettatori, senza che lei si degnasse di scusarsi).
Non che poi la cosa mi sconvolga più di tanto, ma visto che sono a Chiasso per fare il mio lavoro, a fine match mi avvicino e le rivolgo testuali parole: “Isabella, scusa se ti disturbo, sono un giornalista italiano, posso rubarti due minuti per una breve intervista post match?” – la risposta? L’educatissima Shinikova mi ride letteralmente in faccia e con tono molto sarcastico dice “ehm… no!”, gira i tacchi e mi ignora.
Beh, prima di tutto spero con tutto il cuore che sia Amanda Carreras a vincersi il titolo, secondariamente non vedo l’ora che questa ragazza bulgara si faccia un bel bagno di umiltà non appena toccherà il circuito WTA ed il 90% delle giocatrici le farà abbassare la cresta – recuperare educazione forse ormai a 24 anni è troppo tardi.
Assegnato un titolo: capitolo doppio
In attesa della finale di singolare di domenica, è stato assegnato il titolo di doppio. È la coppia formata da Antonia Lottner ed Anne Schaefer (in foto col direttore Mangiacavalli) a conquistare, senza alcuna difficoltà, il titolo battendo Olga Brozda e Katarzyna Kawa per 6-1 6-1. È bello vedere come queste due ragazze tedesche accolgano con immensa felicità un titolo che per tanti può apparire secondario, ma che per loro è un traguardo nonostante tutto raggiunto. Schaefer e Lottner si rifanno così da un torneo di singolare non troppo felice per loro.
Ps: se ve le siete perse, trovate a questo link tutte le dichiarazioni delle protagoniste delle semifinali di oggi. Ovviamente, mancano le parole di Isabella Shinikova – probabilmente ne ha dette talmente tante in campo che ne è rimasta senza. Senza parole, esattamente come era tutto il pubblico che assisteva al suo match.
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