Seconda giornata da inviato all’ITF di Chiasso. Oggi sono andate in scena le semifinali, con vincitrici che rispettano i pronostici ma con punteggi inaspettati. Il sole non si è fatto mancare e, casualmente, nemmeno nuovi “drama”.
Questa volta, la sveglia è suonata anche prima delle 5:35. Mercoledì, con questo orario, avevo fatto tutto troppo di fretta ed a momenti rischiavo di perdere il treno. Quindi mi sono tolto ulteriori 10 minuti di sonno ed ho deciso di sfidare la sorte. La sorte tenta comunque di mettermi i bastoni tra le ruote con qualche problemino ferroviario, ma tutto va per il meglio e ritorno in breve tempo in quel di Chiasso.
È anche oggi una giornata splendida, con cielo terso ed un caldo sole, che però questa volta non avrà l’occasione di rendere color terra rossa la mia lucida testa priva di capigliatura. Un cappello sarà il mio migliore amico durante la giornata.
Dopo una nuova chiacchierata con il direttore del torneo Matteo Mangiacavalli, e qualche simpatico aneddoto circa l’evoluzione della settimana di torneo, è già tempo di seguire la prima semifinale, quella tra Amanda Carreras e Reka Luca Jani, con la seconda di queste nettamente favorita sulla carta. Il risultato finale confermerà il pronostico, ma la Carreras è stata in grado di produrre un tennis di alto livello nel primo parziale, sempre in spinta, con colpi profondi, accelerazioni di dritto spesso vincenti e tantissime difese per nulla semplici. Dopo il primo set vinto per 7-5, in cui pur senza statistiche è certo che i vincenti abbiano superato e non di poco gli errori non forzati, qualche errore di troppo mina le sicurezze della britannica nativa di Gibilterra, ed al contrario incrementa le speranze dell’ungherese Jani, che difende meglio, attacca meglio, diventa una macchina di palle corte e volée e schiaccia la sua avversaria. In breve tempo il match finisce e la Jani, che ha vinto il titolo di doppio con la rumena Diana Buzean, è in finale.
L’ungherese rimanda la sua intervista alla giornata successiva, ma la Carreras rilascia qualche breve dichiarazione prima di scappare. “La mia settimana è stata ottima, sono un po’ arrabbiata per oggi ma sono comunque positiva. Lei ha giocato molto bene, ha giocato sempre profondo. Ho provato a dare il mio meglio ed a fare qualcosa ma non ho potuto fare molto.” E quando le faccio notare che il suo best ranking è sempre più vicino prosegue così: “Spero finalmente di riuscirci, due anni fa, quando feci il mio best ranking, mi infortunai all’anca e dovendomi operare dovetti stare ferma per sei mesi. Quindi il mio ranking crollò di nuovo. Ora sto semplicemente giocando bene e so che il mio tennis mi permetterà di entrare nella top300. Mi sento bene, mi sto allenando bene e sto giocando bene. Non possono che essere le motivazioni di una così buona settimana per me.” Infine, come già aveva parlato in passato a spazioTennis, vuole spendere due parole per il progetto Point-to-Prove: “Semplicemente è un piccolo di gruppo che si occupa del sostenimento dei giocatori di tennis inglesi tramite la ricerca di sponsorizzazioni ed è una bellissima iniziativa perché, almeno per quanto mi riguarda, mi stanno aiutando tantissimo.”
Dopo un pranzo a dir poco abbondante (una dose di pasta che era il triplo di quella di cui mi cibo solitamente…), ritorno sugli spalti a seguire il match che a me più interessa, cioè quello di Alexandra Cadantu contro Yvonne Cavalle-Reimers. Purtroppo, scopro con disappunto che la Cadantu si è di nuovo infortunata nella giornata di ieri, questa volta al muscolo pettorale destro, un infortunio che sembra crearle dolore anche alla spalla. Infatti, sul campo, questo si nota perfettamente. Poca spinta al servizio e generalmente nei colpi, se si escludono quelli importanti, dove grinta e voglia di lottare della rumena si ripresentano violenti in campo e le permettono di sopravvivere alle accelerazioni improvvise della giovane spagnola, che per la prima volta raggiunge le semifinali di un torneo 25k (in realtà era proprio la prima volta che Yvonne superava un qualsiasi turno in un 25k!).
Una Cadantu infortunata che lotta su ogni palla non è che presagio ad un dramma sportivo. Ormai ne sono certo, deve essere colpa mia. La mia presenza deve avere il potere di scatenare un match dall’andamento insensato, ricco di colpi di scena, urli, lamentele ed a questo punto pure infortuni (grazie al cielo nessuno ha ancora la prova scientifica del mio potere di portare sfiga). Sta di fatto che il match perde qualsiasi logica. Alexandra Cadantu è sotto di un break sul 4-3 in favore della spagnola dopo aver vinto il primo set per 7-6, ma ora il dolore si fa troppo forte e dopo un medical timeout si nota chiaramente la sofferenza della rumena. Il servizio non può nemmeno più essere usato e la Cadantu comincia a servire da sotto. Dall’altra parte della rete, la spagnola dovrebbe avere vita facile ed invece si fa condizionare all’inverosimile: dritti, rovesci, appoggi, volée, qualsiasi colpo perde di efficacia ed arriva una marea di errori. La Cadantu decide che dopotutto non è momento per mollare ed ogni scambio diventa così epico: la rumena alza il volume del suo grunt e la velocità delle sue corse in difesa, mentre la Cavalle-Reimers continua a sbagliare tutto. Perfino il cartello che indica il nome della Cadantu sotto il punteggio si “infortuna” (si noti la foto), nemmeno si cercasse la prova definitiva che la legge di Murphy si applica anche al tennis femminile, ma la spagnola non ne vuole sapere! Errore, errore ed ancora errore. Arriva il secondo tiebreak e la Cadantu decide che non può più rischiare, arrivano anche dei vincenti da parte sua e si chiudono i conti: 7-6 7-6 e finale per la rumena, che comunque sta tuttora decidendo se far parte del match contro la Jani. Nemmeno il match point è privo di situazioni contorte: è un doppio fallo non chiamato dall’arbitro ma segnato con decisione dalla Cadantu a decidere le sorti della partita.
Dopo un po’ di pausa dal sole cocente ed un tentativo fallito di fare due parole con la spagnola o con la rumena, tocca immediatamente alla finale di doppio. Purtroppo, le due italiane in campo non riescono a contrastare i 65 titoli ITF in doppio che Buzean e Jani, non assieme, portano nelle loro bacheche. C’è comunque lotta nel secondo set, ma non c’è mai stato dubbio su chi stesse comandando i giochi. Gatto Monticone e Matteucci sono sconfitte.
A chiudere la giornata, prima di una piacevole intervista sotto, finalmente, una fresca brezza all’ora del tramonto con Matteo Mangiacavalli, anche la cerimonia di premiazione di doppio ha qualche intoppo, prontamente superato dai presentatori. Il microfono non collabora ed il vento fa il resto…
Ho capito, meglio se torno in hotel. Ho già fatto danni a sufficienza per oggi. Domani è un altro giorno ed un’altra pagina di diario attende di essere scritta.
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