(Martina Trevisan e Andrea Giannoni)
da Caserta, Emanuele De Vita
Annibale, il condottiero cartaginese che sconfisse le legioni romane in quattro battaglie, e quindi famoso per i suoi ripetuti trionfi, oggi non ha potuto in alcun modo contrastare la mia sete d’arte e di bellezza che mi ha spinto a catapultarmi da Salerno a Caserta per assistere dal vivo al tennis che sognavo di vedere, quello di Martina Trevisan. “Annibal” infatti è stato denominato il caldo afoso che in questi giorni sta attanagliando il sud e oggi ha messo k.o. parecchie persone, anche al circolo di Caserta, ma non me, audace e indefesso tifoso che aveva una curiosità spasmodica di godere del tennis celestiale di Martina.
Arrivo presto, molto presto. Chiedo indicazioni riguardo l’ubicazione del circolo, perché a volte a me piace fidarmi dell’essere umano, accantonando la tecnologia. Avrei potuto benissimo consultare google map il giorno precedente per sapere dove si trovasse il circolo, ma non l’ho fatto. Le persone che mi davano indicazioni mi avvertivano sulla lunga distanza che avrei percorso, sui tanti chilometri che avrei dovuto macinare dalla stazione ai campi, e mi guardavano atterriti. Ma non sapevano che stavano parlando con uno che ha fatto il cammino di Santiago… In circa mezz’ora mi trovo al circolo, attiguo allo storico campo “Alberto Pinto” teatro di mille battaglie sportive tra la Casertana e la mia Salernitana. Bell’atmosfera. Ci sono due campi principali più uno d’allenamento indoor. M’imbatto quasi subito nell’algida e al tempo stesso angelica Marina Shamayko con cui parlo un po’ della serie A dello scorso anno e della mancata finale volata via per un match point nel doppio di spareggio, e mi dice che l’anno prossimo passerà all’altra sponda del tevere, perché andrà a giocare con il circolo Parioli. Guardo l’allenamento di Isabella Shinikova e m’imbatto nello stretching di Martina sui gradoni del Pinto. E lì già il cuore mi batteva…dopo aver goduto dell’allenamento completo di Martina, iniziano le partite. Prima della morsa di Annibal, conosco un amico, che poi gentilmente mi offrirà un passaggio al ritorno, Ernesto, con cui passo quasi tutta la giornata a parlare di tennis e non solo. Il primo match che visiono è quello della quadrumane cilena Andrea Koch-Benvenuto contro l’ucraina Marianna Zaralyuk, giustiziera della nostra Corinna Dentoni nel turno precedente. È un match vibrante e giocato bene da ambedue le giocatrici, perché si assiste a un bel confronto di stili. Il gioco prettamente difensivo e profondo della cilena contro la potenza dell’ucraina. Come ogni match femminile che si rispetti però c’è il dramma. La cilena, vincitrice del primo set per sei giochi a quattro, si issa nel tie break sul punteggio di sei punti a 3. Da lì i 3 match point e il black-out. Cinque punti consecutivi per l’ucraina e situazione ristabilita. Un set pari. Il terzo set, dopo un suicidio del genere, segue la trama più scontata e si chiude con il 6-0 per la promettente tennista ucraina. In contemporanea sul campo numero 1, la brasiliana Beatriz Haddad Maia alzava bandiera bianca e cedeva in 3 set alla coriacea e caparbia georgiana Ekaterine Gorgodze.
A questo punto, dopo essermi rifocillato con dei taralli salvifici, arriva il momento tanto atteso. La luce risplendente di Martina Trevisan opposta al tennis potente e moderno della bulgara Isabella Shinikova, capace di annullare svariati match point alla nostra Di Sarra nel turno precedente. Il match comincia sotto il segno della tensione, ma i dritti di Martina sono precisi e fulminanti. La toscana col suo tennis divino si porta sul 4-2 15-40 e quindi due palle per andare a servire per il set, ma si rende protagonista prima di risposta steccata e poi di un attacco con uno schiaffo a campo aperto affossato in rete. Da questo momento in poi purtroppo subentrano i fantasmi di Martina, o più verosimilmente anche la desuetudine a giocare match in questi ultimi anni, e la luce si oscura. La bulgara ne approfitta, e si aggiudica il primo parziale per sei giochi a quattro. Il secondo set si apre con break e contro break ma Martina sembra essere leggermente più svagata, non più presente come prima. Il fidanzato-coach poi mi confesserà che nel secondo set è stata una vera lotta Martina contro Martina più che con l’avversaria, che, a dire il vero, ha sbagliato molto poco, anzi ha dato dimostrazione di una gran potenza dei colpi. Si arriva così al momento decisivo dell’incontro in cui Martina purtroppo cede ancora la battuta e capitola sotto i colpi della bulgara, uscendo comunque tra gli applausi dei presenti e il “bentornata” del sottoscritto. Il sorriso di Martina dopo il match è la cosa più bella della giornata perché ho capito che ha in testa di voler ritornare a giocare a tennis, perché la bellezza salverà il mondo, e la bellezza del tennis della geniale Martina salverà il tennis femminile, sempre più immischiato in un’aberrante ed esiziale corrida di urlacci e powertennis. Martina salvaci tu.