di Daniele Sforza
Non so se sia una cosa positiva o meno, però se c’è qualcosa che mi piace del gioco del tennis è quella di vedere come i giovani a poco a poco scalino il ranking e vadano a occupare le posizioni più alte del suddetto, passando da sconosciuti a vere e proprie star. Così andare alla scoperta di giovani tennisti/e, “scommettendo” per il loro futuro roseo, è qualcosa che ti porta piccole soddisfazioni nel futuro.
Così dopo la vittoria ottenuta domenica a Sousse (10k in Tunisia), non potevo esimermi dal fare qualche domanda a una fantastica ragazza quale Dea Herdzelas, bosniaca classe 1996 e numero 494 (best ranking) del ranking Wta.
Partiamo quindi proprio dalla tournèe in Tunisia e dal successo ottenuto domenica, battendo in semifinale una ragazza ben conosciuta al pubblico italiano, quale Gioia Barbieri, e in finale Martina Caregaro. “Sono andata a giocare in Tunisia perché non ho potuto giocare per quasi due mesi. Le prime due settimane non sono andate benissimo, mentre nella terza stavo giocando davvero bene, avevo tantissima fiducia e ho giocato dei buoni match contro ottime tenniste. Un match importante è stato sicuramente quello con Gioia Barbieri, qui ho giocato davvero bene ed ero molto motivata per mostrare a me stessa che posso battere tenniste che sono nella top 200 e che a loro volta battono top 100. Passando di partita in partita ho giocato sempre meglio e sono contenta di essere riuscita a conquistare il trofeo. Con questi punti arrivo intorno alla posizione 440 ed è molto incoraggiante oltre che soprattutto un modo fantastico per concludere questa stagione.”
L’Africa non è un posto comune per molti e le condizioni si sa sono difficili, tolte le condizioni dei campi, Dea è parsa molto felice. “Sono stata qui altre volte quindi non è stata un’esperienza molto diversa per me. È stato bello giocare qui però c’erano due problemi. La connessione internet andava malissimo e comunque la potevi avere solo nella reception dell’hotel. Inoltre i campi di allenamento erano in condizioni… Vi lascio giudicare dalla foto”.
Per Dea è il secondo successo stagionale in un 10k, dopo la vittoria di Belgrado a settembre a cui si aggiungono altre due finali (tutte e tre su terra). Mentre Sousse è al primo successo su cemento. “Ogni vittoria è sempre una vittoria e ognuna ha il suo significato. Preferisco giocare sui campi veloci ma è sempre una soddisfazione vincere anche su terra, anche perché dimostro che posso giocare bene dappertutto.”
Un bel balzo compiuto da Dea nel ranking che ci rivela gli obiettivi anche per il prossimo anno. “Sicuramente sono felice per aver terminato la stagione così. Ho iniziato che ero 800 e ho avuto qualche infortunio e l’obiettivo era la top 500. Sono riuscita a entrare nei top 450 ora ed è anche meglio. L’anno prossimo si proverà a raggiungere la top 250 in modo da poter giocare tornei più importanti.”
Durante la stagione ci sono stati anche diversi cambiamenti a riguardo degli allenatori. “Mi sono spostata dalla Svezia all’Olanda dove avevo ricevuto offerte per allenarmi li ma ora mi alleno in Belgio.”
Ora si è in off season e Dea ha appena terminato la stagione. “Comincerò la preparazione la prossima settimana, saranno 5-6 ore di allenamento al giorno e forse comincerò la stagione a fine Gennaio, ma è tutto da vedere.”
Infine per Dea è stato un anno importante anche per la sua nazione, la Bosnia, andata vicina alla vittoria nella Fed Cup (Gruppo 2). “Giocare per la mia nazione è sempre bello, siamo andati vicini alla vittoria ma sfortunatamente non ce l’abbiamo fatta. Comunque è stata un’esperienza in più e che conta molto nella mia carriera.”
Per Dea è arrivato anche il 18esimo compleanno e alla domanda se ci si sente diversi a raggiungere questo traguardo, mi ha risposto con una risata che non ci sono così tanti cambiamenti. Nonostante l’abbia vista giocare solo un paio di volte (si sa come gli Itf siano coperti difficilmente), posso continuare ad affermare che il talento di Dea non è qualcosa che si trova facilmente perciò spero e credo che avrà un’ottima carriera se i progressi continueranno ad esserci in ogni momento.
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