di Daniele Sforza
La fortuna aiuta gli audaci dicevano i latini e, mai come in questo caso, la frase si è rivelata più azzeccata. Siamo a domenica sera (se prendiamo in considerazione il fuso europeo) e, a tabellone compilato, spunta fuori la notizia di un clamoroso, oltre che inaspettato, ritiro. Maria Sharapova, ha infatti rinunciato a partecipare all’ultimo Slam dell’anno e, per questa ragione, è stata rimpiazzata da una lucky loser che dovrà affrontare, in un match non semplice, la russa Daria Gavrilova.
Darya Kasatkina, russa classe ’97 allenata dallo slovacco Vladimir Platenik, si è così ritrovata in tabellone dopo essere stata sconfitta al terzo turno di quali, in un derby tutto russo, dalla collega Elizaveta Kulichkova, sconfitta poi nel primo turno dall’ucraina top 20 Elina Svitolina con un secco 6-1 6-4.
Secco era stato anche il punteggio con cui Darya era invece uscita, dopo aver eliminato Irigoyen e Towsend (da cui ci si aspetta, prima o poi, un ritorno ad alti livelli) contro la stessa Kulichkova perdendo per 6-2 6-4, senza dare l’impressione di poter impensierire la compagna. Detto ciò, una volta nel main draw, qualcosa è scattato nella mente della diciottenne di Togliatti autrice di una stagione, la seconda a livello Pro, a dir poco fantastica.
In questi Us Open si è presa due belle soddisfazioni eliminando Daria Gavrilova e Ana Konjuh. Soprattutto perché non è da tutti recuperare, dopo che sei stata avanti 6-2 3*-2, un match quando ti ritrovi sotto 3-1 nel terzo set contro un’ottima giocatrice, sia dal punto di vista fisico che mentale. Lei lo ha fatto e ha chiuso, evitando il tie break, per 7-5. Non contenta quest’oggi si è anche tolta lo sfizio di eliminare colei che, per anni, è stata molto più considerata (sarà un bene o un male, lo potrete dire voi) di lei, l’enfant prodige croata Ana Konjuh che i 18 anni li compirà soltanto a Dicembre.
Un match difficile quello di oggi ma, ancora una volta nel tennis, a prevalere è stata l’intelligenza tattica della 18enne russa che esprime un gioco fastidiosissimo, con tantissime variazioni che non danno il minimo punto di riferimento all’avversaria. La vera caratteristica della russa è però la solidità mentale e quella mentalità vincente, presa un po’ dalla sua squadra di calcio preferita, il Barcellona, che la contraddistingue, soprattutto nel circuito femminile, dalle altre. Poco importa infatti se non riesci a sfruttare le tante palle break e poi sei costretta anche a faticare nei turni di servizio perché sai che il tuo servizio non è così potente come il suo. Perché se guardiamo le statistiche vediamo un bel 2/12 a riguardo delle palle break per la russa che si è vista annullare la maggior parte di esse con ace (se ne è presa 12 in tutto il match…) , servizi vincenti o vincenti di dritto… Quello che è importante però è che tu, in 20 giochi totali, 10 al servizio, non lo hai mai perso, anche se la tua palla viaggia molto meno (un solo vincente per la russa contro i 12 della croata) di quella della tua avversaria.
Strano come per Darya il miglior risultato arrivi fuori dalla terra rossa, quella ad esempio del Roland Garros juniores 2014 vinto da lei. “Da quel momento ho iniziato ad avere un atteggiamento più professionale – ha raccontato la russa – mi ero resa conto che dopo quella vittoria dovevo lavorare ancora di più per avere un buon livello nei Pro.
Livello raggiunto visto che con questa vittoria Darya arriva a 33 vittorie stagionali, con 4 titoli 25.000% a fronte di solo 11 sconfitte, soprattutto nei tornei più importanti a cui si è dedicata una volta sfondato il muro delle top 200 (con questo risultato supererà anche il suo best ranking, arrivando al n.103 vicinissima al tanto ambito traguardo delle top 100) , conquistando ad esempio le qualificazioni in tornei International quali Bucharest e Bad Gastein.
Si fermerà? Difficile fare un pronostico nel prossimo match che la vedrà opposta a Kiki Mladenovic, certo che passare da un terzo turno di qualificazioni, con tanto di rammarico per il mancato approdo nel main draw, al terzo turno alla prima partecipazione in un tabellone di uno Slam, fa un certo effetto.
Divertente come, incontrata a Caserta (in questo 25.000$ che poi vincerà), dopo la vittoria al primo turno, alla mia domanda su un possibile obiettivo a fine anno, visto l’andamento che stava prendendo la stagione, lei mi abbia risposto con un semplice e modesto: “ Vorrei solo entrare nelle qualificazioni degli Us Open”. Al mio sguardo stupito, le risposi con un azzardato (purtroppo i miei pronostici sono spesso così):” Secondo me ti vedo in tv al terzo turno degli Us Open…”. Forse ci ho preso…
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