di Salvatore Petrillo
Diciamoci la verità: pochi, forse nessuno pensava realmente di poter anche solo impensierire un avversario superiore in tutto, sospinto da 18000 tifosi scatenati, su una superficie a dir poco favorevole ai rossocrociati.
Non che l’Italia non ci abbia provato, con Bolelli e Fognini splendidi in doppio e quasi commoventi in singolare, ma credo che basti un dato ad esprimere la netta superiorità degli elvetici in questo weekend: il computo dei set in singolare recita un impietoso 0-9, nonostante le ottime prestazioni degli azzurri, soprattutto contro Federer.
Oggi il buon Fabio ci ha provato, chiudendo addirittura in crescendo, con un terzo set di altissimo livello che gli ha visto vincere i punti più spettacolari e nel quale ha avuto ben quattro palle break (a fronte delle zero concesse), ma quando il tuo avversario piazza tre aces e una prima vincente, c’è poco da fare. Un 6-2/6-3/7-6 che non rende forse l’idea della discreta partita giocata dal ligure, ma che di contro dà la dimensione della capacità di giocare bene determinati, pesantissimi punti da un campione del calibro di Roger Federer.
Primo set che comincia nel segno dell’equilibrio, con Fabio che gioca aggressivo e profondo ma che comincia subito a mostrare problemi il dritto inside-out, colpo che gli procurerà molti unforced. Dopo una palla break ben annullata, Roger comincia a manovrare da fondo come meglio preferisce, infilando dal 2-2 un parziale di 5 giochi a 0 che rischia di diventare 6-0 quando Fabio è costretto ad annullare 3 palle break di fila, giocate piuttosto male dallo svizzero. Da lì i servizi scivolano via fino all’ottavo gioco, quando Fabio spreca una palla del 4-4 e cede il servizio: da lì al 6-3 il passo è breve.
Nel terzo parziale il tennista di Arma di Taggia sembra più sciolto, gioca molto più tranquillo e vince anche un paio di punti spettacolari e si procura le già citate 4 palle break, annullate da un Federer che sembra sempre più affidarsi al servizio contro un Fognini che, di contro, sembra un po’ più fresco. Il tie break è la naturale conclusione: Fabio concede un minibreak a Roger che va 3-2 e servizio, minibreak che l’elvetico restituisce poco dopo. L’impressione è che Fabio possa portare a casa il parziale, ma Fognini sbaglia ancora. 5-4 e servizio per lo svizzero che grazie ad un ace e all’ennesimo gratuito dell’azzuro manda la Svizzera a giocarsi l’insalatiera in Francia (presumibilmente su una lentissima terra).
L’Italia lascia dunque questa Davis 2014 che ci ha regalato una squadra compatta e, amio modo di vedere, anche completa. La vittoria in Argentina ci ha subito mostrato un Fognini più che mai galvanizzato dall’ambiente della Davis e un doppio che si è subito rivelato affiatato. Il Seppi di Davis è stato in linea con il Seppi visto sul circuito, ovvero un professionista esemplare ma con mezzi tecnici non certo da top-20. Chi invece pare aver iniziato il percorso inverso è Simone Bolelli: oltre a costituire con Fognini un’ottima coppia, l’emiliano è tornato a sfoderare prestazioni di altissimo livello che potranno permettergli di risalire ulteriormente la classifica in questo finale di stagione indoor, cosa quasi impensabile per un tennista che a inizio stagione girava oltre la 300esima posizione.
L’impressione, vedendo le potenzialità della formazione azzurra, è che quello del 2014 possa non essere un isolato exploit. Pur non possedendo singolaristi in grado di dare punti “sicuri” come possono essere i vari Djokovic, Nadal e Federer, Fognini e Bolelli sono sicuramente in grado di dare filo da torcere a quasi tutte le formazioni del panorama mondiale. La cosa preoccupante è, semmai, quello che c’è dietro i nostri due atleti di punta: Seppi e Lorenzi non sembrano in grado di reggere il peso della competizione, i giovani sembrano far fatica ad emergere come stanno facendo alcuni dei loro coetanei (Kyrgios ha portato due punti all’Australia), e più in generale il movimento tennistico italiano sembra far fatica. Nel 2015 gli azzurri saranno testa di serie (sono sesti nel ranking al momento) evitando così corazzate come Svizzera e Francia, ma bisognerà fare attenzione alle mine vaganti Australia (da affrontare in trasferta) e USA. Andremo quindi in tabellone sapendo di non dover sottovalutare nessuno, ma con la consapevolezza di potercela giocare con tutti.
VERSO LA FINALE
FRANCIA-SVIZZERA: I PRECEDENTI (10-2)
2004 FRA d. SUI 3-2 in SUI
World Group – Quarterfinal
Centre Intercommunal de Glace de Malley, Prilly, SUI Hard (I)
2003
SUI d. FRA 3-2 in FRA
World Group – Quarterfinal
Zenith Stadium, Toulouse, FRA Hard (I)
2001
FRA d. SUI 3-2 in SUI
World Group – Quarterfinal
Patinoires du Littoral, Neuchatel, SUI Carpet (I)
1992
SUI d. FRA 3-2 in FRA
World Group – Quarterfinal
Nimes Arena, Nimes, France Clay (I)
1988
FRA d. SUI 4-1 in SUI
World Group – 1st Round
Basle, Switzerland Carpet (I)
1979
FRA d. SUI 5-0 in FRA
Europe, Zone B – 1st Round
Roland Garros, Auteuil, Paris, France Clay (O)
1977
FRA d. SUI 3-2 in SUI
Europe, Zone A, Preliminary Round – Quarterfinal
Zurich, Switzerland
1970
FRA d. SUI 4-1 in SUI
Europe, Zone A – 1st Round
Geneva, Switzerland
1956
FRA d. SUI 5-0 in SUI
Europe – 2nd Round
Lausanne, Switzerland
1950
FRA d. SUI 4-0 in FRA
Europe – 2nd Round
Roland Garros, Auteuil, Paris, France
1946
FRA d. SUI 3-2 in SUI
Europe – Quarterfinal
Montreux, Switzerland
1923
FRA d. SUI 3-2 in FRA
Europe – Semifinal
Lyon TC, Lyon, France
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