da Torino, Alessandro Nizegorodcew
Andrea Gaudenzi è al servizio. Il silenzio attorno a lui è quasi irreale. Siamo al quinto set del primo singolare della finale di Coppa Davis tra Italia e Svezia. Andrea lascia partire una battuta potente e precisa: ace. Il pubblico è in delirio, Gaudenzi si piega su se stesso, inizialmente sembra stia esultando. Ma istante dopo istante si intuisce che qualcosa non va. La spalla è andata, il match è finito. Il faentino, eroico sino a quel momento, finirà per ritirarsi sul 6-6 al quinto contro Magnus Norman, consegnando di fatto l’insalatiera nelle mani degli scandinavi.
Sono passati circa 15 anni da quel lontano 1998, ma nella memoria è vivido il ricordo di grande delusione sportiva che accompagnò tutti gli sportivi italiani.
Febbraio 2013: Torino ospita il primo incontro di Coppa Davis, in casa e nel World Group, da quel 1998 che fu ricco di gioie e di dolori. Torino ospita il ritorno azzurro tra i grandi del tennis internazionale a squadre. Andreas Seppi, Fabio Fognini, Paolo Lorenzi e Simone Bolelli, in rigoroso ordine di classifica, hanno esaltato e fatto soffrire, regalato emozioni e qualche momento di rabbia, ma sono riusciti a superare la Croazia in una sfida ricca di insidie.
Paolo Lorenzi apre le danze nel primo singolare del venerdì contro Marin Cilic, numero 1 croato e soprattutto numero 13 delle classifiche Atp. Fognini infatti ha la febbre alta e non è in grado di scendere in campo. La scelta di Corrado Barazzutti ricade sul senese, nonostante in molti avrebbero voluto Simone Bolelli ai nastri di partenza. Il primo set è una manna dal cielo per i critici: 6-1 Cilic letteralmente passeggiando. Attenzione però perché il croato avrà anche giocato un bel parziale ma Paolino è teso e non è ancora entrato in partita. Detto, fatto: Lorenzi inizia finalmente a servire come sa (o potremmo dire come ha imparato a fare da un paio di anni a questa parte) e per Cilic in risposta la questione si fa complicata. Paolo vince il secondo e il terzo set, il pubblico si esalta e lo esalta. Purtroppo Cilic è Cilic e il quarto e quinto set hanno poca storia.
E’ il momento di Seppi che sfida Ivan Dodig. Andreas gioca un match solido, a tratti molto buono, e vince in quattro set. Il numero 2 croato però impressiona per facilità di gioco a rete, con il servizio e con il rovescio. Il diritto è piuttosto strappato e poco fluido. La vittoria di Seppi è stata meno semplice di quanto non possa sembrare.
Il sabato è la giornata del doppio. In campo, per sfidare Cilic e Dodig, scendono Bolelli e Fognini. L’inizio non è dei migliori. Bolelli non risponde mai e Fognini non mette in campo una prima. Un break decide il parziale in favore dei croati. Pian piano però i nostri prendono fiducia. Inizialmente è il ligure a trascinare Simone, che però col passare dei minuti entra sempre più in partita. Al servizio Bolelli diventa ingiocabile, da fondo campo è solidissimo ed è praticamente impossibile fargli punto. Fognini salta come un grillo a rete, non permette ai croati di ragionare. Vinciamo abbastanza facilmanete secondo e terzo set. Al quarto sprechiamo un break di vantaggio e i croati ci portano al tie-break. Impossibile raccontare la valanga di emozioni che ci accompagnano sino al 13-11 finale per i nostri. Bolelli se serve così torna nei 50 entro 3 mesi. Fognini, che dire, lo aspettiamo per quella che potrebbe essere la sfida decisiva di domenica. “Non vedo perché non dovrebbe giocare Fabio” – spiega Barazza in conferenza stampa.
Ma è Andreas Seppi ad avere il match point nelle mani. Sul 2-1 per noi, in una Palavela gremito (quasi 7000 spettatori), l’altoatesino affronta un Cilic che tutti si aspettano stanco. Nemmeno per idea: Marin gioca il miglior match della tre giorni e schianta in tre set un Seppi teso e poco fiducioso. Dopo due parziali persoi nettamente 6-3 6-3, Andreas prova a scuotersi salendo 5-3 ma è un fuoco di paglia. Cilic chiude meritatamente 7-5 grazie ad un parziale di 4 giochi a 0.
Fognini-Dodig sarà il match che sancirà il risultato finale di Italia-Croazia, primo turno del World Group di Coppa Davis. Fabio inizia in maniera spettacolare: vincenti su vincenti, discese a rete, passanti sulla riga. 2-0 Italia. Ma Dodig non ci sta e gioca uno dei migliori set probabilmente della sua carriera, chiudendolo 6-4. “Il primo è stato paradossalmente il parziale in cui ho giocato meglio a tennis” – spiegherà poi il ligure in conferenza stampa – “ma Dodig è stato bravissimo, soprattutto nel caso dell’ultimo break che ho subito.” Fognini però non ci sta a perdere in una delle partita più importanti della sua carriera. Fabio alza il livello di minuto in minuto, mentre Dodig pian piano accusa la stanchezza. 46 64 64 64 è il punteggio finale che ci porta al secondo turno di Coppa Davis. Si giocherà ad aprile (dopo il Masters 1000 di Miami) in Canada contro Raonic, Dancevic, Pospisil e il neo-canadese Levine. Probabilmente su un campo velocissimo adatto alle caratteristiche di Raonic.
Ora però non pensiamoci e godicamoci questa bellissima vittoria azzurra, che ci riporta indietro nella memoria. Ci mancavano emozioni di questo tipo e ci eravamo quasi dimenticati quanto potessero essere forti ed intense. Ringraziamo questi ragazzi, encomiabili tutti, con la speranza che possano migliorare le loro prestazioni anche a livello individuale. Ringraziamoli questi ragazzi, perché una vittoria in Coppa Davis (quella vera) non è una vittoria comune, nemmeno lontanamente. I ragazzi sono uniti anche fuori dal comune e questo è certamente un bene. Bolelli e Fognini hanno trovato grande amalgama in doppio. Lorenzi continua a crescere tecnicamente e mentalmente nonostante i suoi 31 anni. E Seppi è il miglior azzurro degli ultimi 17 anni…
Era il 1998 e perdevamo in finale, in casa, contro la Svezia. E’ il 2013 e l’Ital tennis maschile è tornata. Siamo tornati!
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