di Franco Marucci
Giornata massacrante di qualificazioni questa prima del trentasettesimo City of Florence, con giocatori e giocatrici in campo dalle nove del mattino, doppio turno per i ragazzi (ancora in corso al momento in cui scrivo, ormai con le luci artificiali), e incontri che si sono svolti su nove campi creando seri problemi a chi intendeva seguirne alcuni in contemporanea. In genere buoni i risultati dei nostri colori, con vari exploits di giocatori e giocatrici che hanno estromesso delle teste di serie (il che come si diceva ieri conta poco). In ventiquattro primi turni maschili erano ben trentaquattro gli italiani impegnati, dei quali sedici hanno passato il turno; nel tabellone femminile sedici gli incontri del primo turno con vittorie di tutte le nostre migliori e più attese. Unico neo organizzativo, alcune wild card concesse con troppa benevolenza a giocatrici non all’altezza.
Partendo da questo tabellone femminile, eleggo Jasmine Paolini ad eroina di giornata. Non conta tanto la vittoria contro la testa di serie n. 12 Masa Marc, quanto la ottima qualità del tennis messo in mostra. Minutissima di fisico, Paolini (1996) supplisce con una notevole velocità di braccio e di gambe, e naturale esplosività dei movimenti. Gioca di prevalenza piatto e di ritmo, e quindi da fondo, con qualche rara discesa a rete in controtempo. L’unico colpo che necessita di revisione e forse di radicale reimpostazione è il servizio, che gioca semplicemente appoggiato (e a volte, anche appoggiandolo, riesce a fare doppio fallo). L’incontro ha giustamente infiammato il pubblico del campo n. 4. Purtroppo la statura gioca, per ora, a suo sfavore. La seconda giocatrice da citare è Georgia Brescia, vincitrice di un’ostica e più quotata slovacca al termine di una maratona. La mia beniamina Lorenza Stefanelli ha vinto ma non convinto, e ha rischiato grosso contro un’inglesina che le contestava quasi ogni palla; spero sia stata in giornata no, ma se sarà ancora così fallosa e sciupona non farà molta strada nel main draw, ammesso che ci arrivi. Giorgia Marchetti è testa di serie n. 2, ma debbo sinceramente dire che non ho notato miglioramenti eclatanti rispetto alle ultime apparizioni, per me di ormai sei mesi fa e passa: servizio con eccessive fasi preparatorie e molti movimenti superflui, che poi esce leggero e innocuo, rovescio spesso in back inoffensivo, e dritto di rimessa, a volte anche a pallonetto. Non è una giocatrice di pressione. Le altre nostre di punta vincono ma faticando, come Deborah Chiesa e soprattutto Francesca Gariglio. Ultima citazione di merito per Bianca Turati. Ho dovuto chiederne al suo gentile allenatore, non la conoscevo. La sua avversaria la sovrastava di altezza e di peso (di bilancia e di palla), ma con il suo fisico da scricciolo (o forse da scoiattolo) Bianca ha tenuto testa fino all’ultimo alla…serbacchiona che aveva di fronte (prime palle di servizio a velocità quasi maschile), testa di serie addirittura n.3, e le ha comunque strappato un set. Il dato abnorme non è solo che Bianca è del 1997, quanto che, così piccola e minuta, e senza muscolatura, tiri il rovescio a una mano, e coperto, e faccia a volte anche punto. Decisamente da tenere d’occhio.
Dei maschi ci sarà tempo di parlare nei prossimi giorni. Mi limito a registrare la parziale e perdurante delusione di Riccardo Chessari, braccio d’oro che però non cava un ragno dal buco; l’altrettanto talentuoso Augusto Virgili, ultimo di una nota nidiata, il talentino Marco Mosciatti, il focoso Giovanni Rizzuti. Ultimo avviso: stare alla larga del bielorusso Ivashka.