Negli ultimi mesi Camilla Scala si è messa in luce per alcuni ottimi risultati nel circuito Itf. Fresca di best ranking (n.526), grazie alla prima vittoria in carriera nel $10.000 di Santa Margherita di Pula, la tennista romagnola si è comportata egregiamente anche nel $25.000 di Grado, torneo in cui ha battuto avversarie molto più quotate di lei in classifica come Sofia Shapatava (n.232) e Dia Evtimova (già n.145), arrendendosi solo alla futura vincitrice Ana Bogdan (n.139).
Spontanea fin da subito in modo disarmante (“Ti avverto che io sono un po’ pazza eh, quando parlo faccio un sacco di casino…”), Camilla possiede una parlantina schietta e una risata contagiosa, mentre la sua mente passa da un pensiero all’altro quasi come in un flusso di coscienza, scusandosi decine di volte per aver perso nuovamente il filo del discorso. Camilla e la sua genuina sincerità compiono oggi 22 splendidi anni e l’occasione ci è gradita per scambiare quattro chiacchiere “disordinate” con la tennista di Imola.
Questa settimana a Torino hai perso dopo comunque tre buone vittorie nelle quali e al primo turno.
Sì dai, ho giocato abbastanza bene, ho vinto con la Giovanardi e la Chiesa in qualificazione e il primo turno di tabellone contro la Sanchez lottando su tutti i punti, poi agli ottavi ho giocato contro la Burillo, una ragazza spagnola giovane, che mi ha preso letteralmente a pallate. Lì forse ho risentito anche della partita di primo turno che comunque era durata quasi tre ore, ho corso come una dannata però sono contenta di come ho giocato in generale.
Nel $10.000 di Sassuolo ti sei ritirata dopo il primo set, ti sei infortunata o era stanchezza?
Io negli ultimi mesi ho giocato tante settimane di fila sia nel campionato a squadre sia nei tornei, facevo avanti indietro dalla Sardegna, poi diciamo che non sono abituata a giocare tante partite come ho fatto quest’anno, rispetto agli anni scorsi ho fatto un po’ più di fatica. Sono arrivata a Sassuolo che ero morta fisicamente, ho avuto proprio un crollo fisico, anche la settimana prima in Slovenia dove ho perso al primo turno è stato abbastanza un disastro. Dopodiché mi sono fermata un attimo per riposarmi, ero proprio a pezzi.
A fine aprile a Santa Margherita di Pula è arrivata la tua prima vittoria Itf e hai sfiorato anche il bis con la finale di doppio in coppia con Marcella Cucca. Cosa pensi abbia apportato questa vittoria alla tua carriera?
Sì, ho fatto quasi la doppietta, eravamo avanti 8-3 al tie break, che partita! Devo dire la verità, è stata una vittoria del tutto inaspettata, perché stavo giocando male in quel momento e avevo problemi di testa in partita, perché come spesso mi accade sono ansiosa, entravo in campo e piangevo, un disastro, quindi non mi aspettavo proprio niente. Adesso ti racconto una cosa ma tu non scriverla: due giorni prima di partire per quel torneo ho sognato che lo vincevo, ho sognato proprio tutto dall’inizio alla fine. Il punto è che io non mi ricordo mai le cose che sogno. Effettivamente quella settimana ho giocato bene, ero tranquilla, carica, serena in campo, è filato tutto liscio. E così è arrivata la prima vittoria, del tutto inaspettata, sinceramente. Voglio dire, ero consapevole del fatto che mi stavo allenando bene ma in partita dove entra in gioco anche la testa spesso va male perché sono davvero molto ansiosa.
Nel $25.000 di Grado il livello quest’anno era davvero alto, hai vinto partite contro avversarie più quotate di te (Shapatava, Evtimova). Batterle è stata solo una questione di concentrazione o serve altro?
(si mette a ridere) Anche a Grado non so davvero cosa mi sia successo, durante le partite ero sempre molto tranquilla! Forse il mio è anche un gioco che può dare fastidio a quel tipo di giocatrici in fascia più alta che tirano tutte fortissimo: io magari vario un po’ di più, sfrullo (sfrullo??), corro, spingo, vado a rete, sono un po’ imprevedibile. Probabilmente ero anche un po’ in fiducia perché avevo vinto il mio primo torneo… mah sono contenta dai. Comunque sì, la differenza è stata tutta nella mia mente: ero sempre concentrata con la testa in campo, non ho mai mollato, anche se in alcuni momenti ero sotto nel punteggio.
A Grado hai perso da Ana Bogdan, vincitrice del torneo, che è circa 400 posizioni più in alto di te. Quella partita ti è servita come metro di paragone per capire cosa ti manca per arrivare più in alto e su cosa ci sia ancora da lavorare?
Sì, perché comunque ho perso 6-3, 6-4 e nel secondo set ho avuto abbastanza occasioni: francamente non mi sarei mai aspettata di potermela giocare così. Il fatto di aver fatto partita quasi alla pari con una che ha giocato le qualificazioni del Roland Garros mi ha dato molta fiducia e anche se ho perso per me è stata una partita importantissima. Devo lavorare tanto sulla fiducia, devo credere un po’ più che anche io posso farcela, perché in questo sport devi sentirti la più forte di tutte per scalare la classifica e io in molti momenti della mia vita mi sono sentita fuori posto, se non si fosse capito non credo molto in me stessa e nelle mie potenzialità.
Con chi e dove ti alleni?
Io mi alleno al Tennis Mongodi con Matteo Galli, prima mi seguiva la sua fidanzata, mentre da quest’inverno sono passata con lui e devo dire che mi trovo molto bene, mi sono allenata bene per tutto l’inverno. Il tennis c’era, come al solito il problema è che non c’era la convinzione di poter fare anche quel poco di buono che ho fatto. Piano piano sto cercando di fare il salto con la testa.
Cosa prevede la tua programmazione prossima?
Farò il $25.000 di Imola questa settimana, che è il mio torneo di casa, poi il $10.000 di Schio, poi sì penso di giocare più $25.000 per alzare un po’ il livello perché comunque solo coi $10.000 fai fatica ad andare su in classifica, questo è il punto. Anche a livello di montepremi, coi $10.000 non puoi pretendere di prendere tanto, nemmeno come punti. Mi piacerebbe giocare più $25.000 e $50.000 per vedere dove posso arrivare, per confrontarmi con avversarie più forti di me e vedere cosa succede. Insomma ho anche 22 anni ormai…
Non sono riuscita a trovare uno straccio di attività a livello juniores, come mai?
Ah ma io te l’ho detto che sono un po’ pazza! Ho giocato da under 12 qualche ETA, a 14 anni già non mi piaceva più giocare a tennis, sì mi allenavo due-tre volte a settimana ma erano più le volte che saltavo. Mi piaceva giocare a pallavolo, a calcio, facevo altri sport, fino a 16 anni quando mi sono data al beach tennis e giocavo solo la serie C a tennis. A 17 anni non andavo benissimo a scuola e i miei genitori mi hanno detto: “Perché non fare la cosa che ti riesce un pochino meglio?” Così mi sono trasferita da Imola a Palazzolo dove c’è l’Accademia di Vavassori e ho deciso di riprovare a giocare. Però ho avuto da subito un po’ di problemi fisici alla schiena che mi sono trascinata fino allo scorso anno, anche quello all’inizio mi ha impedito di giocare bene, perché ero sempre ferma. Invece da quest’anno sto bene e mi sta andando bene per ora dai!
Pensi che questa scelta possa aver condizionato il tuo percorso?
Secondo me è stato molto meglio così, perché ho deciso io, nessuno mi ha mai fatto pressioni, mi hanno sempre lasciato libera di scegliere, ora sono convinta di voler fare questo e lo faccio bene, mentre prima era un disastro. L’unica cosa che posso rimpiangere è che magari ho perso tempo, ogni tanto mi chiedo cosa potevo fare se non avessi interrotto a 14 anni. Ma sono convinta che uno arriva comunque dove deve arrivare. Io sono stata contenta di tutte le scelte che ho fatto, perché le ho fatte di testa mia, sbagliando o non sbagliando, nessuno mi ha mai condizionato e va bene così.
Ti piace la vita da tennista? Spostarsi ogni settimana, viaggiare, mangiare fuori…?
Sì mi piace un sacco, anche perché se non mi piacesse sarebbe impossibile continuare! Non mi pesa per niente, anzi. Non sono stata tanto all’estero, mi piacerebbe fare una trasferta lontana di tre quattro tornei in Brasile, ma c’è un problema: ho paura dell’aereo. Però dai mi sono ripromessa che per quest’inverno ci faccio un pensierino!
Da piccola cosa volevi fare da grande?
La sportiva sicuramente. Non ho capito subito cosa volevo fare perché ho provato davvero tutti gli sport, alla fine dovevo solo capire quale fosse quello giusto per me.
Oggi è il tuo compleanno, hai un desiderio da esprimere?
(ci pensa un po’) Oddio…no. Sinceramente spero solo di fare bene nel torneo a Imola, perché so che ci saranno i miei genitori, i miei amici e spero di non fare brutta figura davanti a loro. A me piace tantissimo giocare in casa, ma per come sono fatta io purtroppo ne risento sempre in campo, spero sempre che non venga troppa gente ma mi sa che anche stavolta mi tocca…
Nemmeno quando esaurisco le mie domande e la ringrazio per la sua disponibilità riesce a non farsi prendere dall’agitazione: “Allora? Sono stata un disastro? È andata bene sì?” Non riesco a trattenermi dal sorridere bonariamente mentre cerco invano di rassicurarla.
Buon compleanno Camilla, auguri sinceri per un radioso futuro nel tennis.
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