Di Giulio Gasparin, intervista a cura di Michele Galoppini
Maria Elena Camerin non è nuova a due battaglie, anzi, sono sempre state un po’ croce e delizia del repertoire della ragazza di Motta di Livenza, così anche oggi, vicino al pubblico amico, quasi di casa, del ITF da $25.000 di Padova ha combattuto fino alla fine, prima di avere la meglio in due lottatissimi set su Lenka Jurikova, 7-5 6-4 il risultato finale. Ha così reso onore alla wildcard concessale e, anzi, ha infiammato il pubblico piuttosto numeroso per un primo turno di un torneo ITF, a testimonianza dell’amore per lei che ancora si porta in terra veneta. Ci sono stati sprazzi di tennis di alta carature, perché la Camerin sa ancora trovare momenti in cui ricorda i fasti di un passato nemmeno troppo lontano tra le prime 50 del mondo, mentre la Jurikova, seppur meno temibile per trascorsi e ranking attuale, ha comunque espresso un tennis molto aggressivo, ma con pochi errori, soprattutto dal lato del rovescio, che ha dato non poche gatte da pelare alla tennista di casa.
MEC, oggi il match è andato molto bene fino a un certo punto, poi ti sei complicata la vita da sola. Cos’è successo?
Si infatti il primo set è stato lottato anche se l’ho vinto prima avevo avuto due opportunità del 4-1 che non ho sfruttato, lì forse ho fatto un passo indietro e ho aspettato un pochino la sua palla invece di aggredire come stavo facendo. Lei ha preso fiducia, ha messo le gambe dentro al campo, però alla fine sono riuscita a rigiocare profondo e a riprendere la situazione in mano.
Nel circuito Itf rispetto al Wta si gioca un po’ meno profondo mentre tu hai ancora questa tendenza a giocare molto più profondo anche se magari i colpi non sono più incisivi come qualche anno fa. Pensi che sia una tua arma in più?
Si credo di si perché nei miei tempi migliori stavo molto vicina alla riga e giocavo molto profondo, soprattutto in recupero riuscivo a passare molto bene dalla difesa all’attacco. Adesso lo faccio ancora bene soltanto che magari sono un po’ lenta quando mi creo una buona occasione ad aggredire, forse manca un pochino questo adesso.
Entrambe avevate come arma migliore il rovescio. Pensi che aver migliorato il diritto durante il match ti abbia poi aiutato a chiuderlo?
Si io la conosco molto bene tra l’altro perché giochiamo la Bundesliga in Germania insieme e tra l’altro siamo anche in finale, l’avevo vista giocare parecchi match e sapevo che il diritto era il suo colpo peggiore, da quella parte non riesce a fare tanti punti. Anche per me il diritto non è il colpo migliore ma comunque sono riuscita sempre ad avere una palla più profonda della sua e diciamo che non perdevo punti neanche da quell’angolo, lei ha fatto molta fatica e sono riuscita ad entrare col mio rovescio.
Facciamo un passo indietro all’esperienza romana. Nelle qualificazioni hai dato filo da torcere a tante, poi com’è andata?
Eh purtroppo mi rimane un po’ di amaro in bocca perché non mi sono qualificata, ho avuto un tabellone durissimo e un po’ di sfortuna: ho incontrato Martina Trevisan che sta giocando benissimo, Martina Caregaro anche lei in un buon momento, ho vinto due partite lottate purtroppo alla terza ero stanchissima. Sono stata in campo sei ore con trenta gradi… mi rimane un po’ di amaro in bocca sì.
Peccato davvero. Poi a un certo punto oggi ho sentito che a un certo punto hai urlato: “Sto giocando a pittino!”. Cos’è il pittino??
Pittino è un giochino che si fa per riscaldamento nel rettangolo di metà campo in cui si da la prima palla facendola rimbalzare nel proprio campo e poi si gioca tutto di tocco. Siccome avevo tirato un diritto proprio sotto alla rete mi è venuto in mente il pittino.
La prossima avversaria la conosci già anche se non hanno ancor giocato.
No ma dalla mia parte c’è Matilde Johansson, la conosco molto bene è una ragazza che è stata tra le prime 50. Colpisce molto bene la palla, tira molto forte, un po’ pazzerella quindi speriamo di farla…impazzire!
Questo è praticamente il tuo torneo di casa e hai avuto anche una wild card. Questo ti da una spinta in più?
Sì sicuramente, ci sono tante persone che vengono a vedermi, genitori, maestri, amici… posso tornare a dormire nel letto di casa mia quindi credo sia la condizione migliore.
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