di Daniele Sforza
Marco Bortolotti, classe 1991, si racconta ai “microfoni” di Spazio Tennis dopo la vittoria nelle pre quali a Monviso che gli permetterà di giocare al Foro Italico con un sogno chiamato Internazionali BNL d’Italia 2015.
Più di un anno fa, Marco era stato intervistato dal nostro direttore, raccontando di come durante la sua carriera avesse vissuto esperienze con diversi allenatori, passando da Tirrenia a Panajotti, da un’accademia spagnola ad Andrea Fava.
Durante la scorsa stagione è arrivato l’ennesimo cambio, che ha portato Marco ad allenarsi nella “sua” Bassano, con i fratelli Moretto. “Da Aprile dello scorso anno mi alleno a Bassano con i fratelli Moretto e con loro sto cercando di alzare l’intensità del mio tennis, alzare il ritmo lavorando sui miei punti di forza. Mi manca la costanza perché gioco alla pari partite con top 300 e le perdo 6-4 al terzo (come successo con Musialek) o le vinco come con Obry quest’anno. Purtroppo ho fatto 3 quarti di finale e nessuna semifinale e per questo il ranking è sempre quello, però se avrò costanza durante la stagione sono sicuro che qualche risultato di punta arriverà”.
Marco è poi passato sotto le luci dei riflettori questa settimana, dopo la grande vittoria nel torneo di Pre Quali a Monviso, dove con una settimana di match molto intensa si è procurato la chance di partecipare alle Prequalificazioni del Foro Italico. “Ho iniziato il torneo giocando con due 2.4, vincendo un match al terzo e uno 64 75. Poi da sabato dove c’è stato il doppio turno ho giocato con Giraudo, che pensavo non fosse così in forma fisicamente ed invece si è rivelato molto preparato ed è stata dura: ho vinto 62 io il primo e poi l’ho spuntata al terzo in un match molto equilibrato, lo stesso con Della Tommasina, con cui ho vinto 64 75. Poi ho vinto una bella battaglia con Sonego col punteggio di 75 57 63. Non so quali emozioni potrò avere al Foro, andrò li e vedremo, non so se avremo un grande pubblico anche per le prequali…”.
Per coloro che non abbiano avuto modo di vederlo all’opera, Marco descrive il suo tennis così: “ Il mio colpo migliore è il dritto, sono un giocatore a tutto campo e fisicamente molto preparato e per questo gioco bene in difesa”.
Sicuramente Marco gioca molto bene il doppio, in cui vanta un ranking di top 300 ma al quale non si dedica con costanza, poiché ha preso la decisione di giocare in singolare a livello futures per alzare il suo ranking. “Giocavo già bene da piccolo il doppio però, avendo io preso la decisione di puntare sul singolare giocando futures, a questi livelli è difficile salire nel ranking. Vedremo in futuro se deciderò di concentrarmi in doppio, perché per il momento per i doppisti è dura con i prize money pagare tutte le spese che si devono affrontare”.
Marco è stato presente e favorevole anche nel periodo in cui Keith Patrick Crowley voleva realizzare una petizione per aumentare i montepremi. Ora invece si sentono delle notizie riguardanti un cambiamento che potrebbe avvenire, dando ai giocatori una sorta di “diaria”, con una conseguente diminuzione dei tornei. “Si, conosco Keith e ne avevo anche parlato con lui, poi è stato preso da altre cose e non è riuscito più a portare avanti la petizione. Ho sentito che comunque stanno già facendo dei passi in avanti, vedremo cosa succederà con queste migliorie. Io sono assolutamente a favore anche se i tornei diminuiranno perché per me adesso il ranking è troppo lungo, anche se il livello è molto alto perché ci sono dei giocatori fuori dai 1500 che giocano molto bene. Ho perso con un ragazzo di 16anni che non aveva punti, due settimane fa, e ha giocato quella partita a livello di un top 400”.
Viaggiando per il mondo, in paesi più disagiati, si potrebbero raccontare alcune esperienze in tornei più “difficili” ma la vera delusione viene dall’Italia con la situazione dei tornei a Santa Margherita di Pula. “Una delle condizioni più scomode per noi è in Sardegna, non c’è neanche bisogno di andare tanto lontano. Io andrò li a giocare tra due settimane e mi sono organizzato nel modo migliore.. Poi tornerò ad allenarmi e farò due tornei prima del Foro ma non so ancora dove, visto che c’è anche il challenger di Torino in quelle settimane”.
Vari sono i bei ricordi, e l’Open appena disputato è uno di quelli. “Questo Open è stato veramente emozionante perché c’era tantissima gente a vedere il torneo oltre a tanti sostenitori; per questa ragione è stato veramente bello. Poi un altro bel ricordo è la Davis Junior, giocata in casa a Reggio Emilia con Miccini e Gaio”.
L’Italia dei giovani vive un momento importante con tanti ragazzi che si stanno mettendo in mostra, su tutti Matteo Donati che ha appena raggiunto i quarti a Drummondville. “Su Quinzi non so dirti nulla perché non l’ho mai visto giocare, se non nella finale di Wimbledon. Mentre ho giocato con Napolitano un paio di volte in doppio e posso dire che sono tutti a un buon livello, forse Donati è ancora più avanti. Però l’età si è alzata molto, basta guardare i vincitori degli Atp in questa stagione, puoi guardare Vanni come esempio e per dire, puoi trovare un Brizzi che ricomincia a giocare ed entra nei 100. Non è detto che arrivino i giovani…”.
Importante è anche il capitolo Davis, in cui l’Italia è uscita sconfitta per mano dei kazaki. “Si sapeva che la partita era equilibrata e Nedovyesov sul veloce può benissimo battere Fognini, nessuno ha colpe, è semplicemente il tennis in cui si gioca su equilibri sottili, partendo dalle qualificazioni dei futures in Croazia dove c’è già un livello straordinario, fino alle partite di Vanni a San Paolo in cui poteva uscire con De Bakker e con Souza e poi ha quasi vinto la finale contro Cuevas. Si parla sempre di uno/due punti decisivi che cambiano i match…”.
Notizia di un paio di giorni fa è quella della squalifica, per 15 anni, per doping di Wayne Odesnik, perciò è lecito chiedersi se questo sia un fenomeno presente nel tennis. “Non credo… non ne ho veramente idea. Quando la gente si chiede se Nadal è dopato, arriva sempre la risposta: “non so”. L’unica cosa che mi ha fatto impressione quest’anno è Djokoviccontro Murray agli Australian Open, con l’ultimo con la lingua per terra mentre Nole sembrava andasse a bere il caffè in centro…”.
Obiettivi ben in mente per il bassanese che darà più importanza al singolare. “Punto a raggiungere la Top 400 in singolare mentre per il doppio sarà difficile salire perché penso di giocare prevalentemente futures durante questa stagione, e spero di mantenere questa classifica. Poi il doppio è ancora più equilibrato rispetto al singolare”.
Infine, passando per l’amore per la Juventus, tante sono le persone a cui deve molto, tra cui la sua famiglia. “Sono un grande tifoso della Juve e sono una persona molto tranquilla ed equilibrata. Amo passare il tempo con la mia ragazza, perché sono sempre fuori girando molto spesso i tornei anche in macchina. Inoltre cerco di trovare spazio per tornare a Reggiolo dalla mia famiglia che mi è sempre vicina… anche se lontana”.
Infine Marco ringrazia il suo team di Bassano per quello che sta facendo: Tommy e Marco Moretto (coach), Stefano Tedesco (preparatore fisico), Guido Bresolin (psicologo) e Matteo Balladore (osteopata).
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