Anche i meno attenti all’ambiente se ne stanno ormai rendendo conto: Borna Coric sta diventando una realtà ad una velocità impressionante. La sua crescita, graduale ma inesorabile, lo ha portato nel giro di pochi mesi dalla bellissima figura ad Umago contro Fognini l’estate scorsa, quando era soltanto un giovane sconosciuto ai più, alle prima vittoria in un torneo del Grande Slam, a New York lo scorso settembre e altre due a Parigi in quest’edizione del RG, passando per le vittorie su Rafa Nadal ed Andy Murray, ma anche per l’ottima semifinale di Nizza di qualche giorno fa.
Coric si presentava a questo Slam con la concreta possibilità di ottenere buoni risultati e, forse, per questo motivo anche con un po’ di pressione addosso, derivante anche da una classifica che comincia più che mai a strizzargli l’occhio. Il ragazzo di Zagabria ha cominciato questo 2015 dalla casella 95 del ranking ATP, più giovane tra i Top-100, e si ritrova ora ai margini di un piazzamento tra le teste di serie nei tornei dello Slam, forte della sua 46sima posizione, destinata inevitabilmente a migliorarsi.
A livello mediatico, però, probabilmente non ha avuto l’appeal delle “new balls” venute fuori con lui, soprattutto se confrontato con Kyrgios e Zverev. L’australiano è sicuramente uno showman, dotato di atteggiamenti sopra le righe, un servizio devastante e un dritto tante volte colpo risolutivo. Ecco, forse sotto questo punto di vista Borna non catalizza l’attenzione come Nick, soprattutto quella dei “profani”, dei tifosi occasionali, ma non si può certo non considerare l’ATP Star of Tomorrow tra i protagonisti del circuito.
Dopo lo “spavento” con Troicki di marzo, Borna sembra essersi ritrovato. In quel match di Davis, Coric dominò in lungo e in largo il serbo per due set, salvo poi avere un vero e proprio crollo fisico, crampi e tanta fatica che spianarono la strada alla facile rimonta di Troicki. Coric dichiarerà al termine di quel match di “non sapere cosa sia successo” e, forse, di non essere pronto ad un match di alto livello sulla lunga distanza. Fantasmi che si sono ripresentati nel match di primo turno in quest’edizione del Roland Garros, quando, sopra 2-0 con Querrey, ha ceduto di schianto il terzo set allo statunitense, addirittura perso con un bagel, prima di riprendersi e chiudere al quarto. Dopo queste sensazioni, come si può affrontare con tranquillità un maratoneta come Tommy Robredo? Ma questo ragazzo ha, a dispetto di qualche “mancanza” nei colpi risolutori, ha la capacità incredibile di annullare ogni differenza di età, di esperienza, di ranking, e far suoi i match più incredibili e insperati.
Anche oggi, dopo la partenza a razzo, la doppia rimonta subita da una vecchia volpe come Robredo, 14 anni più vecchio di lui, sembrava fare da prologo ad una partita in discesa per l’iberico, ma Coric ha mostrato una volta di più la sua solidità, soprattutto mentale, straordinaria per la sua età, ha ripreso il buon Tommy dal 3-4* e, con un parziale di 3-0, ha portato a casa quello che, forse, può diventare la vera svolta della carriera del ragazzo di Zagabria, con una Race che ora lo vede alla casella 33 e, soprattutto, con la consapevolezza di potersela giocare con i migliori a qualunque livello.
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