(Irina Kromacheva con Lea Pericoli – Foto Francesco Panunzio)
(Ufficio Stampa Bonfiglio)
Uno scricciolo di 167 cm sommerso di trofei. E’ questa la fotografia finale con cui va in archivio un’edizione del Trofeo Bonfiglio che incorona una giocatrice dal talento straordinario, Irina Khromacheva, già star indiscussa del circuito mondiale junior a soli 16 anni, vincitrice del quinto torneo consecutivo, il terzo a livello Under 18. Nella premiazione finale officiata dalla splendida Lea Pericoli, Irina non ha solo ricevuto il trofeo per il successo in singolare ai danni della montenegrina Danka Kovinic, sconfitta per 6-4 6-2, ma ha anche ritirato quelli appannaggio della Russia, come la Coppa delle Nazioni “Alberto Bonacossa” (riservata alla nazione che ha totalizzato più punti nel corso del torneo) e il premio “Vito Battaglia”, assegnato al paese della vincitrice.
Irina ha confermato anche in finale una varietà di colpi che in questo momento non ha eguali nel circuito junior e che le consente di tessere trame di gioco indigeste ad avversarie, magari più potenti e dai colpi più penetranti, ma che alla lunga finiscono per rimanere irretite dal gioco della russa.
La partenza bruciante della Khromacheva fa temere alle millecinquecento persone che quest’oggi hanno gremito il Centrale “Porro Lambertenghi” un epilogo rapido della contesa. Irina scappa subito sul 4-0, sciorinando palle corte in serie che sembrano fiaccare la Kovinic, incapace di sfondare la sua avversaria con le sue accelerazioni. E’ un passaggio a vuoto tanto improvviso quanto inatteso, a rimettere in gara la montenegrina che approfitta dell’atteggiamento troppo passivo della russa per riagganciarla sul 4-4. E’ in questo frangente che Irina dimostra quella che, forse, è la sia peculiarità principale, ovvero quella di giocare bene i punti importanti. La Khromacheva torna a spingere e, con uno schiaffo al volo colpito indietreggiando, porta a casa il primo set per 6-4.
Per la Kovinic si tratta del primo parziale perso nel torneo. Nel corso del cambio di campo, Danka ricorre alle cure del fisioterapista per un problema al braccio sinistro, conseguente a una scivolata rovinosa di cui era stata vittima in precedenza.
Il break subìto in apertura di secondo parziale è prodromo dei problemi in battuta della Kovinic che non riuscirà mai a tenere la battuta nel corso del set, neanche nell’interminabile settimo game (durato 24 punti) quando, sotto 2-4, la tennista balcanica non sfrutta nessuna delle 7 palle game a disposizione. E’ il game che sancisce il successo della Khromacheva, il 26° sigillo consecutivo, dopo i trionfi a livello junior di Santa Croce e Beaulieu sur Mer, e a livello “pro” nei tornei Itf di 10.000 dollari di Ribeirao Preto (in Brasile) e di Casarano, a inizio mese. “Sono contentissima, è il successo più importante fino ad ora – dichiara a caldo Irina – adesso mi godo finalmente una settimana di riposo. Ho fatto fatica nei primi giorni a tenere alta la concentrazione per le tante partite giocate in precedenza”. E’ parso abbastanza chiaro negli ultimi giorni come la russa abbia cambiato marcia proprio quando il livello delle sue avversarie è diventato più competitivo.
Per la moscovita è giunto il momento di sferrare l’attacco ai tornei major. “Non mi interessa quale slam, voglio solo vincerne uno il prima possibile”, dichiara sempre Irina. Sa bene la Khromacheva che se continuerà a progredire con questa velocità non ci saranno molte occasioni per trionfare a livello junior, perchè tra pochi mesi sarà impegnata in pianta stabile nel circuito Wta. Come conferma anche il suo coach Olivier Jeunehomme, della “6th Sense Tennis Academy” fondata da Justine Henin, “quest’anno abbiamo dato la priorità al circuito junior, ma dall’anno prossimo Irina giocherà pressoché esclusivamente i tornei Itf”. Si spera, per le avversarie, che non prosegua con i risultati di questo scorcio di primavera, altrimenti saranno dolori per tutte.
(Filip Horansky – Foto Francesco Panunzio)
Il singolare maschile sorride, invece, a Filip Horansky. Lo slovacco in finale ha sconfitto per 6-4 6-2 l’austriaco Patrick Ofner, ricalcando curiosamente lo score della finale femminile.
Horansky partiva da favorito e si è confermato complessivamente superiore al pur sempre combattivo austriaco, arrivato al secondo set un po’ in riserva, al termine di una settimana comunque positiva. Il match non è stato esaltante, con tanti errori da una parte e dall’altra, per fortuna alternati a qualche bella smorzata e a pregevoli soluzioni al volo.
Nel primo set nessuno dei due riesce a tenere la battuta. Colpa e merito soprattutto di Ofner, dotato di un servizio poco incisivo, ma di un’ottima risposta. Fra un break e l’altro, il primo ad allungare è Horansky che si porta sul 4-1, ma lo slovacco si fa subito recuperare dall’austriaco che, sul 4-3, riesce finalmente a tenere il servizio per la prima volta, suggellando il game con una splendida volée di rovescio. Si tratta, però, di un fuoco di paglia, perchè Horansky effettua l’ennesimo controbreak e, sul 5-4, chiude il primo parziale, sfruttando il secondo set point.
Nel secondo, dopo un altro scambio di break, Horansky prende il largo e si porta prima sul 3-1 e poi sul 4-2, spegnendo definitivamente le velleità di rimonta di Ofner nel settimo game, quando recupera uno svantaggio di 40-0.
Le emozioni si concentrano alla fine: lo slovacco va a servire per il torneo, ma prima spreca due match point, poi Ofner riesce addirittura a guadagnarsi una palla break. Horansky però la annulla con un diritto vincente e, ribaltata la situazione, può alzare le braccia al cielo al quarto match point.
Il 18enne di Klagenfurt è stato molto bravo a spingersi fino alla finale, ma lo slovacco, una volta prese le misure, ha capito come far breccia nel suo muro. Per Horansky, che era accreditato della testa di serie numero 7, si prospetta un futuro luminoso: fisico, ottimi fondamentali e maturità. Deve solo migliorare il servizio, ancora troppo discontinuo.
“E’ sicuramente il miglior risultato della mia carriera, la vittoria di un Grade A è un grande traguardo per me – ha detto Filip – E’ stata una partita molto difficile, con tanti scambi lunghi e duri. Penso che la differenza sia stata nella preparazione fisica. Io nel secondo set ero ancora fresco, mentre lui era molto stanco. Cosa ho da migliorare? Sicuramente la continuità”.
Si abbassa dunque il sipario sulla 52° edizione del Trofeo Bonfiglio che nel singolare ha incoronato i due giocatori che durante la settimana si sono dimostrati inequivocabilmente più forti, Irina Khromacheva e Filip Horansky, primo slovacco in campo maschile a trionfare al Tc Milano “Alberto Bonacossa”, da quando la Repubblica Slovacca è diventato uno stato indipendente.
FINALE UOMINI
[7] Filip Horansky (SVK) b Patrick Ofner (AUT) 6-4 6-2
FINALE DONNE
[1] Irina Khromacheva (RUS) b [6] Danka Kovinic (MNE) 6-4 6-2