(Roman Safiullin – Foto Panunzio)
da Milano, big lebowski
Sulla mia agenda alla data di oggi c’è scritto da tempo a caratteri cubitali: pranzo da Francesca, ore 12.45 ed ho ricevuto dalla mia signora la raccomandazione di non inventarmi niente.
Il primo match è schedulato alle ore 10,30 ed è la prima semifinale del tabellone girls tra la giustiziera di Tornado e la sorpresa australiana Bains.
Mi sveglio presto, mi faccio un buon caffè, ed esco diretto alla migliore pasticceria della zona dove acquisto tre eccezionali brioche ancora calde e dal fruttivendolo prendo qualche arancia da spremuta.
Mentre le mie donne dormono apparecchio il tavolo, metto al centro un cestino contenente i cornetti e preparo una caraffa di spremuta di arance che piazzo sempre sul tavolo, oltre a piattini, posate, tazze e bicchieri.
Mentre le sento che si stanno svegliando, mi presento con la miglior faccia tosta di cui sono capace e già pronto per uscire rigorosamente in bermuda e t-shirt, do loro un affettuoso buongiorno e dico: “di là ci sono brioche e spremuta, io rientro a mezzogiorno….certo che vi vizio un po’troppo……..”. Sulla ironica risposta “…..sai che hai qualcosa da farti perdonare…….” saluto velocemente e mi dirigo al tennis.
Sono circa le ore dieci di un magnifica mattinata. Il sabato è il giorno giusto per divagare, sarà perché non ci sono i problemi del lavoro, ma tutti sembrano più sereni.
E allora, notando che anche la città è assai piacevole complice lo zero traffico di questa mattina, decido di prenderla un po’ larga percorrendo parte della circonvallazione interna, l’Arena, Parco Sempione per arrivare tranquillamente mentre il match sta iniziando.
Durante il tragitto casa-circolo ho reso idealmente un omaggio all’inventore dei bermuda con tasconi, che doveva essere un vero genio se ha pensato a noi che dobbiamo uscire con “chiavi di casa, della macchina, dell’ufficio, soldi e documenti, sigarette , fazzoletti, accendino, telefonino ed occhiali (sole e vista)”, la filastrocca che recito ogni volta che esco di casa per non dimenticarmi nulla. Quello delle birkenstock, poi, lo dovrebbero fare santo subito.
Dal punto di vista meteorologico la settimana è stata ideale per giocare e vedere tennis, le temperatura oscillano da qualche giorno tra i 20 e i 25 gradi e anche oggi le partite si disputeranno in un clima ideale.
Non avevo mai visto giocare l’australiana, ma come fanno o dovrebbero fare quelli veri, prima di uscire ho digitato il suo cognome e itf su google per scoprire che è nata a Leeds, England ed ha ancora sedici anni essendo venuta alla luce il 17 dicembre del 1997.
Di nome fa Naiktha, sembrerebbe indonesiana o comunque sud-asiatica e, quel che è certo, ha eliminato alcune pericolose rivali, quali la Schmielova e la Sun, diventando l’unica semifinalista non compresa tra le teste di serie.
La svizzera sceglie di battere, parte meglio e sembra attenta sfruttare i vantaggi del mancinismo in particolare grazie ad un servizio molto vario, oltre probabilmente l’euforia derivata dalla prestigiosa vittoria di ieri, ma Naiktha è tutt’altro che arrendevole.
Dispone di un rovescio sicuro e anche pericoloso ed è sicuramente più fantasiosa della più monotona rivale oltre ad avere colpi più rapidi ed esplosivi.
I game sono tutti combattuti e quando la Bains opera l’allungo e si aggiudica la prima frazione, guardo l’orologio e decido di evitare liti in famiglia.
Non prima di aver annotato che l ’allenatrice di CC, Jelena Pandzic, si è presentata puntuale per seguire il match ed appuntarsi le sue osservazioni circa la possibile rivale della sua assistita in finale e mi è sembrato un segno di grande professionalità, mentre la famiglia Mendez al completo formava un bellissimo quadretto famigliare abbracciati spalla contro spalla e appoggiati ai gradoni, lui con lo stesso abbigliamento di sempre, scarpe da tennis slacciate, pantaloncini e maglietta, così da farmi pensare che se incontrasse l’inventore della cravatta gli riserverebbe la stessa sorte che gli riserverei io.
Infine, e la cosa meriterebbe una riflessione seria, noto che tra il pubblico presente non c’è un solo ragazzo o ragazza tra i 15 e i 30 anni di età.
Forse staranno smaltendo la “tramvata” di ieri sera, forse preferiscono praticare lo sport che vederlo, o forse non riescono più a divertirsi senza spendere soldi o chissà. Sta di fatto che sono quasi tutti pensionati o comunque di mezza età. E non molti.
Mendez senior non mi parla però di cravatte; mi dice invece che hanno deciso di fermarsi qualche giorno dopo l’eliminazione per fare una vacanza, che non andranno a Parigi perché la piccola è ancora giovane e non è ancora il momento giusto e perché ha giocato tanto in questo periodo, continuativamente per diverse settimane, partendo qualche volta dalle qualificazioni e che quindi partiranno domani e si fermeranno per lavorare su quello che è emerso in questi ultimi tornei e farla anche riposare. Alla mia domanda, “what about school?”, la risposta secca è “internet”.
Arrivo a casa in tempo per una doccia rapida e per adottare un abbigliamento più consono e sono pronto per le 12.30 precise.
Arriveremo con un ritardo di venti minuti e chiunque ha moglie e una figlia, o più semplicemente una donna, sa che non è stata per colpa mia.
Dopo un ottimo pranzo e aver assaggiato e fatto il bis di una magnifica vodka che uno dei commensali ha portato dalla Russia (una cosa stupenda e pensare che non mi piace neppure molto, ma questa era proprio incredibile), guardo il live score per vedere che il primo incontro di semifinale maschile è terminato con la vittoria del russo Safiullin sul giapponese Nakagawa, ma soprattutto dopo tre set lottati 6-3 4-6 7-6 e quindi il match Bellis-Kasatkina è appena iniziata, 3-0 Bellis.
Google Maps dice che la il tempo di percorrenza è 10 minuti, di sabato è verosimile. Vi risparmio la penosità della scusa, entro sul 6-2 2-0.
C’è molta più gente, CC è on fire ed è uno spettacolo, vola 5-0, si deconcentra un attimo e chiude 6-2 giusto il tempo di vedere un paio di smorzate vincenti della Kasatkina da Champions League (per onorare la magnifica finale di questa sera terminata in questo istante in cui sto scrivendo…. che rodimento se sei un colchoneros, lo sport ti dà gioie e delusioni pazzesche).
Mentre la Bellis lascia il campo dalla parte opposta, incontro il padre che cortesemente mi porge la mano. “I am impressive” è l’unica cosa che mi viene” “That’s – mi dice indicando l’avversaria – is a great player”. Gli dico che ho pubblicato un articolo in cui ho parlato di Catherine e, se volesse, gli potrei indicare il link.
Dice che apprezzerebbe molto estrae un biglietto da visita essenziale, ma raffinato e me lo porge. Quando leggo il nome, Gordon Bellis, Jr, penso al doppio nome della figliola e al suo stile, alla classe con la quale si muovono nel circo non ho dubbi: siamo nell’aristocrazia della “City that knows how”.
Non mi fermo a vedere l’ultimo match di giornata nel quale l’altro russo Rublev si sbarazza facilmente di Ribakov (USA) con il punteggio di 6-2 6-3, raggiungendo così in finale Safiullin per un derby russo.
La finale di Champions League è imperdibile, quando vanno ai supplementari mia moglie mi dice “ per fortuna che domani finiscono Bonfiglio e Champions”.
Non ho il coraggio di dirle che inizia il Roland Garros.
COMUNICATO STAMPA
MONTAGNE RUSSE: RUBLEV E SAFIULLIN SÌ
KASATKINA NO, SORPRESA DA BABY-BELLIS
Milano, 24 maggio – Derby russo doveva essere, e derby russo sarà. La finale del 55° Trofeo Bonfiglio, in programma domani, vedrà di fronte Andrey Rublev e Roman Safiullin. Il primo in ordine cronologico a centrare l’obiettivo è stato proprio Safiullin ed è stato quello che ha dovuto sudare di più, due ore e 23 minuti. Il giapponese Nakagawa ha messo in mostra un ottimo gioco di gambe e una condizione fisica straripante. Caratteristiche che, nonostante la vittoria del primo set, hanno rischiato di imbrigliare il russo, più potente dal punto di vista fisico ma anche più falloso e più “sulle gambe”, specialmente nella fase centrale del match. All’inizio della terza frazione, dopo il 6-3 4-6 d’avvio, si sono susseguiti 4 break consecutivi. Poi il match, prolungato al 7, si sarebbe potuto decidere già all’undicesimo game, quando l’asiatico ha avuto sulla racchetta tre palle break consecutive. Che Safiullin è però riuscito ad annullare trascinando il tutto al tie-break. Quando l’ha fatta da padrone, ancora una volta, la risposta (6 mini-break su altrettanti punti giocati). Di lì in poi, un parziale di 4 punti a 0 ha consegnato al russo l’accesso alla finale. “Ho giocato un buon match – ha detto – nonostante il grande caldo. Sarò senza dubbio pronto per il gran finale”. Come prontissimo sarà anche Andrey Rublev, capace di regolare in due set l’americano Alex Rybakov. Un match con poca storia, segnato da due break nella prima frazione, e da tre nella seconda. Il doppio fallo dello statunitense sul match point – il primo a disposizione – ha fatto il resto (6-2 6-3).
Gioisce la Russia in campo maschile, dunque, ma l’en-plein non ci sarà. Perché Darya Kasatkina, testa di serie n.3 del torneo e 4 del ranking mondiale, è stata sorpresa dalla baby californiana Catherine Bellis, al primo risultato del genere in un torneo di Grado A. “Sono molto emozionata – ha detto a caldo – anche perché ho battuto una gran giocatrice, contro la quale avevo perso solo una settimana fa a Santa Croce (Itf Junior, Grado 1, ndr)”. Partita mai in bilico, volata nel tempo di un amen sul 6-2 5-0. Un piccolo calo di tensione della 15enne di San Francisco ha solo reso meno pesante il passivo per la finalista del 2013 e ha fissato lo score sul 6-2 6-2 conclusivo. La finale femminile sarà una sorta di ballo delle debuttanti, perché se da una parte la californiana è al primo match clou a questo livello, l’australiana Naiktha Bains non è da meno. Gli stili non sono molto diversi, così come le caratteristiche fisiche e atletiche. Rapide, mingherline e tutt’altro che ‘palestrate’, le due hanno un ottimo tempo sulla palla e cognizione perfetta del campo e delle traiettorie con cui disegnare i match. Non troppo diversi nemmeno i copioni delle due semifinali: pure l’australiana ha vinto in due set senza mai togliere le mani dalla partita, nonostante il servizio e il buon dritto della biondina svizzera Jil Belen Teichmann (che si è consolata con il successo in doppio). Solo la partenza aveva lasciato intendere un esito differente: pronti via e 3-1 Teichmann, con due palle per il 4-1 annesse. Sventata la prima minaccia, Naiktha ha preso il ritmo e, in fin dei conti, ha dominato. Domani si comincia alle 12, ingresso libero (diretta in chiaro su SuperTennis Tv). In attesa dei nomi dei vincitori, un titolo è già stato assegnato. L’ha conquistato la Russia, che grazie ai due finalisti e alla semifinalista femminile ha vinto la classifica a squadre e portato a casa il Trofeo Alberto Bonacossa.
Tabellone singolare maschile, semifinali
A. Rublev (RUS) [5] b. A. Rybakov (USA) 6-2 6-3
R. Safiullin (RUS) [6] b. N. Nakagawa (JPN) [13] 6-3 4-6 7-6(3)
Tabellone singolare femminile, semifinali
C.C. Bellis (USA) [7] b. D. Kasatkina (RUS) [3] 6-2 6-2
N. Bains (AUS) b. J.B. Teichmann (SUI) [6] 6-4 6-4
Tabellone doppio maschile, finale
K. Majchrzak (POL) / J. Zielinski (POL) b. A. Lopez San Martin (ESP) / J.A. Munar Clar (ESP) 3-6 6-2 10-4
Tabellone doppio femminile, finale
P. Hon (AUS) / J.B. Teichmann (SUI) b. Z. Sun (CHN) / Q.Y. Ye (CHN) 2-6 7-6(5) 12-10
BONFIGLIO NETWORK – È possibile seguire la 55a edizione del Trofeo Bonfiglio sul sito internet ufficiale del club (www.tcmbonacossa.it), con il live score Tennis-Ticker (scaricando la app) e sul profilo ufficiale di Facebook. Su Twitter sarà attivo l’hashtag #TrofeoBonfiglio.
COME ARRIVARE AL BONACOSSA – Con i mezzi pubblici: tram 1, 14, 19 e 33 (fermata Piazza Firenze) oppure autobus 43, 48, 57, 69, 78, 90, 91, 163. In auto, dalla rete delle tangenziali milanesi prendere l’uscita Certosa, seguire per il centro e imboccare la circonvallazione su Viale Monte Ceneri (cavalcavia della Ghisolfa). Il club è in via Arimondi 15.
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