di Giacomo Bertolini
Prosegue con Riccardo Bonadio la serie di interviste-bilancio di Spazio Tennis sui tennisti italiani più promettenti nel circuito. Alle prese con la prima stagione interamente dedicata ai tornei Futures il giovane azzurro classe 1993, ancora fuori dai primi 1000, fa il punto del suo inizio di carriera tra obiettivi futuri e colpi da migliorare, svelandoci di tenere sempre fede a un curioso quanto stimolante monito ascoltato più volte dai suo coach…
Quando e grazie a chi hai iniziato a giocare a tennis?
“Ho fatto la mia prima lezione di tennis a cinque anni al Tc di Fiume Veneto, piccolo circolo con tre campi in provincia di Pordenone, seguito da mio padre, maestro Fit, anche se la passione era cominciata già a tre anni quando chiedevo insistentemente di giocare a tennis!”
Cos’è oggi per te il tennis, quali i tuoi sogni?
“Per me il tennis è soprattutto passione, una passione sostenuta dai miei genitori che mi hanno dato e continuano a darmi la possibilità di assecondare l’attività. Per quanto riguarda i miei obiettivi spero di entrare nei primi 200 Atp perché, come sentito da molti coach che ho avuto la possibilità di conoscere, “il tennis è fatto solo per 200 persone al mondo”.
Quando hai capito che potevi fare del tennis il tuo lavoro?
“L’ho capito tre anni fa quando ho deciso di dedicarmi totalmente a questo sport, “trasferendomi” (anche se in realtà dista solo 15 km da casa mia) al Tc Eurosporting dove gioco la serie A2 seguito dal mio attuale allenatore Mosè Navarra.”
Quali sono le tue caratteristiche tecniche e fisiche? Quali sono i tuoi colpi migliori e quali invece da migliorare?
“Sono un giocatore aggressivo da fondocampo, resistente e potente. Prediligendo la diagonale sinistra, il mio colpo preferito è sicuramente il rovescio, mentre per quanto riguarda la superficie mi trovo meglio sulla terra rossa. Tra i colpi da migliorare invece c’è sicuramente il diritto e il gioco a rete, dove potrei chiudere gli scambi in partita avendo colpi molto potenti da fondo. Inoltre devo imparare a gestire meglio ogni singolo incontro e ad essere più costante”.
Come giudichi complessivamente il tuo 2012?
“Purtroppo non sono riuscito a portare a termine l’obiettivo di entrare a fine anno tra i primi 1000 e devo ammettere che rimane un pò di rammarico per non essere riuscito ad esprimere al meglio il mio stile di gioco in molte partite”.
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